- Scritto da Redazione
- Sabato, 11 Dicembre 2021 09:24
Cari Contro-Lettori,
è quantomeno curioso che, nel Paese dei bocconi amari, un celebre e autodefinitosi antidoto contro “il logorio della vita moderna” sia proprio un…amaro.
Ma questo è anche il Paese delle contraddizioni e va bene così.
Si dirà che anche la Basilicata ha il suo, di amaro, e quand’anche avesse gli stessi poteri distensivi del similare prodotto pubblicizzato ai tempi -in tv e sui giornali- dal baffuto Ernesto Calindri, qui da noi ce ne vorrebbero ettolitri per mandare giù le asprezze e le delusioni della terra governata dal Generale (baffuto anch’egli) Bardi.
E si va da “logorio” di figure apicali, come nel caso –toh- dell’ormai silurato presidente della Lucana Film Commission, che avrebbe pagato lo scotto di alcuni suoi “versetti satanici” a proposito del sonno profondo della Regione Basilicata;
a quello di tutti coloro che avevano invocato le dimissioni del dg dell’Arpab, a seguito di un suo certo “poemetto” a proposito del compianto Gino Strada e che ora –dopo essersi dovuti accontentare di una blanda tiratina d’orecchi all’incauto verseggiatore- lamentano una certa qual “disparità di trattamento”;
a quello del direttore dell’Asp pressoché universalmente riconosciuto come fautore di un buon lavoro –per quella che è la sua parte- nell’attività di contenimento della Pandemia (perlomeno a leggere le numerose interviste ai sindaci realizzate da questo giornale), e che pure ha dovuto a lungo agire con una mannaia del capo pendente sul suo capo (ci si perdoni l’allitterazione), come se una cosa del genere non avesse inevitabili conseguenze sul morale e sulle prestazioni;
a quello dei numerosi, “semplici”, cittadini che ogni giorno si vedono combattere dalle parti delle tende del Qatar, desiderosi di ricevere una vaccinazione in tutta sicurezza e agilità, e che attendono con rassegnazione i lunghi minuti, ammassati come polli nel proverbiale pollaio (e queste sono un tipo di problematiche le cui risposte vanno cercate più in su, fino ad arrivare all’assessorato competente);
a quello degli imprenditori ed esercenti agro-alimentari attivi in certe zone della Basilicata, i quali –come denuncia il coordinatore della Cia nell’intervista “a pranzo” su questo numero- ricevono chiamate di possibili clienti, che vogliono tuttavia essere rassicurati circa la distanza dei pozzi petroliferi da fagioli e pecorino.
Con tutto questo “logorio della vita moderna” in Basilicata, sorge il dubbio che la regione governata dal Generale che ha presenziato in pompa magna alla prima materana del nuovo film di James Bond (ruolo che fu di Sean Connery, oggi di Daniel Craig), non sia amministrata da una squadra di “James Tont”, significativo e parodistico personaggio del cinema italiano, interpretato ai tempi dal buon Lando Buzzanca.
E buon “amaro” a tutti.
Walter De Stradis
- Scritto da Redazione
- Sabato, 04 Dicembre 2021 09:53
Cari Contro-Lettori,
il Presidente del Consiglio regionale, Cicala, a poche ore di distanza l’uno dall’altro, ha diramato ben due comunicati inerenti la “Cultura”, che sono apparsi appaiati sul sempre più irresistibile portale informativo della Regione Basilicata. A leggere in sequenza i titoli (“Cultura, Cicala: risorsa per la crescita” e “Cicala: L’arte, foriera di creatività, ci invita alla riflessione”), l’occasionale e distratto lettore può anche pensare che in regione sia spuntato dal nulla un nuovo e insospettabile Mecenate della Cultura, delle Arti e del Bello in generale. «Io sono convinto che la bellezza renda migliori, elevi dalla quotidianità e dai suoi inciampi», afferma infatti l’esponente Leghista. «La cultura –dichiara, particolarmente ispirato- è soprattutto valore collettivo e ognuno deve fare la propria parte insieme, grandi e piccoli editori, per aumentare il numero di lettori anche nella nostra Regione. Se insieme lavoreremo per questo, i risultati arriveranno». Orbene, in attesa di capire cosa concretamente significhi per Cicala il “lavorare insieme con gli editori” –visto che, se parliamo anche di giornali (e sempre “cultura” è)- qui ognuno si porta (con sacrificio e orgoglio) la propria croce- tocca registrare che le ovvietà di circostanza diramate del presidente del consiglio regionale sono più d’una. Essì che i comunicati sono usciti l’uno in vista dell’allestimento di una particolare collettiva di opere pittoriche e l’altro in occasione della “Fiera del libro” a Roma (ove il Consiglio regionale sarà presente, pagando le spese, con un suo stand), ma qui il politico sembra aver cicaleggiato una serie di asserzioni da pura “Fiera delle Banalità”.
Giusto qualcuna: «La cultura, con il suo carico di identità, tradizione e innovazione rappresenta, di fatto, una risorsa per la crescita a tutti i livelli»; «Non vi può essere una comunità senza un substrato culturale che ne fondi in maniera profonda il suo essere». « È intorno alla nostra cultura che si è generata nel tempo la nostra identità, il nostro essere lucani». «Solo se ne siamo consapevoli possiamo aprirci al mondo, relazionarci con il resto dell’universo senza temere che questo atteggiamento di apertura possa in qualche modo rendere meno solida la nostra visione del mondo stesso» (!!!!). « Di fronte ad un bel quadro, per goderne fino in fondo, siamo costretti a dedicare del tempo». «Lo stimolo alla lettura rappresenta un importante contributo all’arricchimento della persona». Minchia, signor tenente!
Chi scrive, qualche anno fa è stato ospite come scrittore presso lo stand del consiglio regionale all’evento di cui parla Cicala: non saprei dire come si svolgerà quest’anno la cosa, ma quella volta si era tutti (gli stand istituzionali) al piano di sopra, isolati e solitari, rispetto a quelli –affollatissimi- degli editori privati. I visitatori si potevano contare sulle dita di una sola mano, e noi autori ci intervistammo tra di noi (non ci rimaneva altro da fare) e buonanotte al secchio. Soldi e tempo sprecato (a parte una bella mangiata, la nostra, a base di carbonara). Senza contare tutte le riviste e pubblicazioni che da sempre si stampano in Regione (chi di voi ne ha mai letta una, o anche solo vista???) che lì rimangono, sovente ancora imballate. Tuttavia Cicala insiste: «I numeri dimostrano che la cultura è uno dei motori dell’economia italiana. …resto convinto che tutto questo possa realizzarsi anche in Basilicata, attraverso l’implementazione di un nuovo modello economico, fatto di salvaguardia dell’ambiente, protezione del territorio, cura dei luoghi, attenzione al bello, investimenti nel patrimonio storico, artistico ed architettonico». Ha dimenticato soltanto la scoperta della cura del cancro. Perché, evidentemente, per lui tutto è possibile. A parole.
Tanto i “lettori” ci sono, no?
Walter De Stradis
Ps: per non farci mancare nulla, il
comunicato del presidente del consiglio
Cicala circa la Fiera del libro di Roma, in
alcuni passaggi, ricalca pari pari quello
scritto da uno dei suoi predecessori -Vito
Santarsiero del Pd- in occasione della
omologa manifestazione di Torino, edizione
2018 !!! Vedasi ai link:
https://www.trmtv.it/cultura/2018_05_11/171211.html
https://www.consiglio.basilicata.it/consiglioinforma/notizia.html?id=242689
- Scritto da Redazione
- Sabato, 27 Novembre 2021 09:40
Cari Contro-Lettori,
come ben sanno gli appassionati di narrativa horror, pare che il grosso dell’iconografia moderna del terrore sia nata praticamente in una sola notte, in una magione sul lago nei pressi di Ginevra, chiamata villa Diodati.
Era l’estate del 1816 e il celebre poeta maudit Lord Byron vi ospitò alcuni amici, fra i quali il suo medico personale, il dottor Polidori, e una diciassettenne, certa Mary Shelley. Per farla (molto) breve, in virtù di una sfida letteraria maturata fra intellettuali che si annoiavano davanti al camino, a seguito di quella notte particolare nacquero “Il Vampiro” (di Polidori, romanzo breve che conteneva già in nuce il successivo “Dracula” di Stoker), e “Frankenstein” (della Shelley, che non ha bisogno di presentazioni). Insomma, ci fu tutto un lavorio di suggerimenti, sogni e ispirazioni vicendevoli fra poche persone che portò alla creazione di miti letterari (e cinematografici) sfruttatissimi e copiatissimi ancora oggi e che hanno macinato una quantità di soldi inimmaginabile.
Facciamo un salto temporale e arriviamo all’estate del 2019: c’è un nugolo di “poeti e intellettuali”, riunitisi attorno a un certo Generale Bardi -in una magione in viale Verrastro a Potenza chiamata “Regione Basilicata”- che forse si annoiano: quel che è certo però, è che non riescono a buttar giù uno straccio di “Piano strategico” regionale (nonostante la loro “sfida letteraria”, ben accolta dai lucani che li avevano da poco votati), che vedrà infatti la luce circa due anni e mezzo dopo.
Per la serie: il mondo è proprio strano. C’è chi riesce a partorire non uno, ma ben due capolavori, due pietre miliari, in una sola notte e chi ci mette quasi due anni per stilare un compitino.
Da questa settimana, infatti, analizzeremo punto per punto il Piano Strategico (ovvero, la bozza, o per meglio dire “la creatura”) che il professor Bardenstein e i suoi assistenti hanno approvato pochi giorni orsono, laddove ci si sarebbe aspettati di poterlo leggere –come invece era previsto- a sei mesi dal loro insediamento. Lo stesso generale napolucano afferma che se lo avessero scritto prima, il Piano, oggi sarebbe “carta straccia”, visto che nel frattempo c’è stato il Covid e ora arrivano i soldi del Pnrr. Capovolgendo il discorso, allora, al cittadino non resta che chiedersi –piuttosto- cosa sarebbe stato allora il Piano strategico del Generalissimo SENZA il Pnrr. Siamo alle porte del Natale, e il “regalo”, anzi la “manna dal cielo”, per Bardi sembra essere già arrivata, insomma. Una giustificazione per il preside che levati, neanche la più solerte delle mamme potrebbe approntare.
Consoliamoci col fatto, almeno, che siamo l’unica regione che non rischia la zona gialla.
Per questa settimana può bastare.
Ps. Il "professor Bardenstein" della vignetta in prima pagina, pur rappresentando il Generale Bardi, è in realtà l’attore Boris Karloff, così come appare nel manifesto originale del film “Frankenstein 70”: la sinistra e causale somiglianza non ha necessitato di alcun ritocco grafico. Quando si dice che la satira a volte si fa da sola. Walter De Stradis
- Scritto da Redazione
- Sabato, 20 Novembre 2021 08:48
Cari Contro-Lettori,
nel nuovo libro di Vinicio Capossela, a pagina 316 si legge quanto segue «…Che fine fece il corvo? Si sistemò in Basilicata e lì fondò una repubblica di rapaci. Poi arrivarono i politici e presero il loro posto. In Basilicata c’è il petrolio. Sembrerebbe una fortuna ed eppure non si traduce in ricchezza per il territorio. Del petrolio resta l’inquinamento delle falde acquifere e altri danni all’ambiente e alla salute. I controllori dipendono dai controllati e per il sistema clientelare imperante la gente è praticamente privata del diritto di protestare, pena la perdita del lavoro. Al posto dei contadini di Carlo Levi ora ci sono gli impiegati. La rassegnazione non cambia» (“Eclissica”, Vinicio Capossela, Feltrinelli 2021).
Il famoso musicista-scrittore ha letto questo breve passaggio ad alta voce nel corso della presentazione del suo volume (una sorta di, corposa, biografia artistica) tenutasi giovedì sera a Pignola (borgo a pochi passi da Potenza al quale lo stesso Capossela è assai legato, in virtù di alcune amicizie e collaborazioni musicali maturate negli anni). E, nonostante il clima rigido, si può dire che è stato l’unico momento di “gelo” in una serata per altri versi calda, confortevole e travolgente (terminata col pubblico che accompagnava in coro il noto cantautore, che ha concluso la serata con l’esecuzione di alcuni suoi brani).
A sfogliare il libro, ci si accorge che –oltre ad alcuni altri passaggi in cui l’autore elogia le bellezze e le risorse culturali della nostra terra- c’è tuttavia qualche altra amara e acuta divagazione, vedasi alcune righe relative a certe dinamiche materane (non facciamo spoiler, le trovate nel libro). Parliamo di un testo (in cui la Basilicata è solo una parte di un tragitto assai più ampio) scritto da un grosso personaggio per un grosso editore con una grossa distribuzione: un papabile best-seller, insomma. Per farla breve, l’ennesima figura escrementizia (Emilio Fede sarebbe più spiccio) a livello nazionale, per la Basilicata è bell’e servita. E non è certo colpa dello scrittore. Il poetico e trasognato Vinicio Capossela non è infatti quel che si definisce un artista “impegnato”, né di “denuncia” (e non è certo obbligatorio), ma evidentemente vale anche per lui ciò che ci disse il jazzista partenopeo Daniele Sepe (lui sì, impegnato e di denuncia) a margine di un altro concerto, quello pro-operai Fiat tenutosi a Potenza, in piazza Don Bosco, nel 2004 (cit. dal numero di Controsenso di quel 5 giugno): «Il compito di risvegliare le coscienze toccherebbe ai politici, dato però che loro non lo fanno, ci vediamo costretti a parlare di politica noi artisti che invece potremmo cantare della fidanzata che ci ha lasciato o di quella che verrà. Preferirei che si tornasse noi musicisti a fare delle grandi sinfonie e i politici a fare il loro mestiere». E scusate se è poco. E non consola né tranquillizza il fatto che il brano letto da Capossela sia riferito a una sua esibizione a Potenza che risale (esattamente) a 10 anni fa. Specie se, ancora OGGI, e solo per dirne qualcuna, Eni e Total fanno sega a importanti convegni (come quello di Stigliano) e uno come il Monsignor Intini, il vescovo di Tricarico (altro paese assai legato, e viceversa, a Capossela, per via di Infantino e Scotellaro), ha invitato pubblicamente i Lucani (allo stesso incontro) a diventare protagonisti del loro futuro e della tutela dell’ambiente; su questa materia, dice, anche la Chiesa è chiamata a prendere posizioni, in linea con quanto affermato da Papa Francesco.
E Amen.
Walter De Stradis
- Scritto da Redazione
- Sabato, 13 Novembre 2021 09:33
Cari Contro-Lettori,
se fossimo a Striscia la Notizia (ove sospettano che dietro la polemica infinita, seguita al Tapiro consegnato ad Ambra Angiolini, ci sia una campagna di pre-promozione di un film “a tema” da questa interpretato), ipotizzeremmo che la presenza di Bardi al Viviani domenica scorsa, accanto al patron Caiata (un Fratello d'Italia), al sindaco leghista di Potenza e ad altri primi cittadini lucani, fosse in qualche modo propedeutica ad annunci come quello fatto a breve giro di posta dallo stesso Guarente, all’indomani della decisione di attribuire al capoluogo parte delle somme previste per le compensazioni in tema di estrazioni petrolifere che si realizzano in Basilicata: «La mia riconoscenza e quella di tutta la città al presidente Bardi e a quanti nella Regione hanno contribuito a far sì che a Potenza venissero assegnati 2 milioni di euro dei fondi rivenienti dai ristori per le estrazioni petrolifere» (agli altri Comuni, anche in forma associata, saranno assegnati contributi in base a un bando ad hoc - ndr).
Tuttavia, siccome non siamo di Striscia, ci limitiamo a segnalare la curiosa, ma significativa coincidenza temporale.
Nondimeno, il Presidente-Governatore-Generale napolucano è apparso un pochino “attapirato” (e le foto circolate, come la nostra a pagina 5, paiono testimoniarlo in maniera piuttosto impietosa) per la pioggerella di fischi che lo ha accolto, tipo nuvoletta di Fantozzi (ancora lui: quanto siamo, tutti, debitori del genio di Paolo Villaggio!) al suo ingresso nello stadio di calcio potentino.
Il nostro arguto opinionista Mario Petrone, a pagina 6, stila un (limitato, per ragioni di spazio) elenco di quanti potrebbero celarsi dietro la rumorosa contestazione: si va dal “fuoco amico” di certi politici, ai cittadini, di diversa provenienza, rimasti in panne per questa o quella esigenza non debitamente affrontata dal governo regionale.
Oddio, vista la pubblicistica di questa maggioranza, a breve potremmo assistere al consueto “miracolo” di Viale Verrastro, ove, al pari dell’acqua diventata vino, i fischi del Viviani potrebbero essere valutati “all’americana”, ovvero come segni di approvazione. Fischi per fiaschi, dunque.
D’altronde, viene da dire, ruttare a tavola in Giappone è considerata una cosa raffinata, anzi, doverosa (in mancanza il padrone di casa potrebbe offendersi), e quindi vai così.
E mentre sul sito istituzionale (Basilicatanet) si sponsorizza l’acquisto di una pubblicazione “della quale –si legge- abbiamo sostenuto volentieri la ristampa”, ovvero “Quattro volumi sulla Storia della Basilicata, dall’antichità all’età contemporanea: una ristampa a cura di Editori Laterza che è possibile prenotare nelle librerie e negli store on line, anche in versione ebook: sarà disponibile dal 25 Novembre” (testuale), ci si chiede quando uscirà l’edizione completa delle “figurine” (finora rimediate) del Generale.
Ma state pur certi che sul portale della Regione non ve ne sarà traccia. Come sempre, ovvio.
Walter De Stradis
- Scritto da Redazione
- Sabato, 06 Novembre 2021 09:15
Cari Contro-Lettori,
accade che un neo-sindaco importante di un comune importante si rechi dal presidente della Regione, Vito Bardi, per sottoporgli alcune, urgenti, problematiche riguardanti il suo paese e tutta l’area circostante. Dopo un pochino, giusto un pochino, di anticamera, al primo cittadino viene finalmente data udienza. Il Generale ascolta, annuisce, dà rassicurazioni (ovviamente) circa un suo supporto, ma aggiorna la discussione a un secondo momento, dopo che avrà parlato, cioè, con l’assessore di riferimento. Quale sia questo assessore però, è dato supporre, non lo sa bene neanche lui, visto che (dà a intendere che) c’è da fare prima un (problematico) rimpasto in giunta regionale e, al momento, del doman non v’è certezza, come dice il Poeta.
Al sindaco in questione (e idealmente a molti altri come lui), non resta che re-infilarsi in macchina, ingranare la marcia e tornarsene al suo paesello (che paesello non è) in attesa che lì a Potenza, nel palazzo della Regione, si sistemino bene le statuine sulla scacchiera, confidando che lo schieramento regga.
Il sindaco in questione è quello di Pisticci, in provincia di Matera, che nell’intervista a pranzo di questo numero ci ha descritto quelle che possono essere le “ansie” di quelli come lui, ovvero gli amministratori a diretto contatto coi cittadini, che sono ancora in attesa di capire “con chi” devono parlare. Sempre il dottor Albano ha spiegato, infatti, che stante anche il “magic moment” rappresentato dal Pnnr, ora bisogna più che mai “correre e non marciare”, concetto che lui stesso ricorda sempre ai suoi assessori, manco fosse un sergente dei marines che insegue, motteggiandola, la sua truppa al trotto.
Ma, a quanto pare, c’è un “Palla di Lardo” (per citare un celebre film di Kubrick) in quasi tutti gli schieramenti (militareschi), e a volte, anche più d’uno, se pensiamo che la giunta attuale –dice sempre Albano- appare piuttosto “statica”.
Essì che lo stesso Bardi, alcuni giorni fa, aveva salutato con favore il ritorno del Giro d’Italia in Basilicata, ma allo stato attuale –se è lecito paragonare il transito della giunta in carica a una cosa ciclistica- più che i fasti di Coppi e Bartali sembra di rivedere lo spompatissimo ragionier Fantozzi che tenta più volte una salita al cardiopalma nella gara aziendale organizzata dal solito megadirettore. E ancora, sempre a proposito della “corsa” al Pnnr, «Non vorremmo che si traducesse in un pretesto per dare corso a forme di reclutamento al di là e al di fuori dei piani dei fabbisogni assunzionali, aprendo il varco a qualche postificio dell’ultima ora», ammonisce il segretario generale Fp Cgil di Potenza, Giulia Pia Scarano, a detta della quale «Sorprende infatti la delibera approvata in giunta il 29 ottobre, con la quale viene approvato uno schema di avviso pubblico di selezione per il conferimento di tre incarichi di collaborazione esterna. (…) La Regione sembra dunque dimenticare che a questo scopo dovrebbero arrivare in Basilicata, nell’ambito del reclutamento di personale dedicato alle politiche di coesione, 119 unità tra aggregazioni di Comuni, aree interne, Comuni capoluogo, Province e la Regione stessa, dove dovrebbero approdare 4 unità con vari profili destinati all’autorità di gestione dei programmi. E su questo vorremmo sapere a che punto sono queste nuove assunzioni, se il personale in questione abbia preso servizio e dove sia stato assegnato. (…) Torniamo a chiedere un cambio di rotta vero. Piuttosto che concentrare la propria attenzione su fantomatiche procedure comparative per l’attivazione di collaborazioni esterne, si proceda con immediatezza all’avvio delle procedure concorsuali per il reclutamento di personale in pianta stabile per colmare vuoti ormai strutturali dando immediata e concreta attuazione al piano assunzionale».
E scusate se è poco.
Walter De Stradis
- Scritto da Redazione
- Sabato, 30 Ottobre 2021 09:33
Cari Contro-Lettori,
ieri (venerdì) su il Quotidiano del Sud , a proposito di congresso Pd, Leo Amato ha scritto: «Ancora una volta, però, proprio le decisioni che assumeranno i due fratelli potrebbero rivelarsi determinanti per l’esito finale».
I “fratelli” sono, sorpresa-sorpresa, Marcello e Gianni Pittella, consigliere regionale d’opposizione il primo (dopo essere stato Governatore), senatore e neo sindaco di Lauria, fresco di elezione, il secondo.
Essì che il buon Gianni, protagonista della nostra “intervista a pranzo” settimanale, ha pur chiarito che lui e il fratello non sono “un’associazione”, che decide chissà cosa “chiusi in una stanza”; ed è anzi lui stesso, a un certo punto dell’intervista, a riconoscere che è “quasi un miracolo” che, dopo cinquant’anni “di questo cognome”, “NOI si sia ancora alla guida”.
Quest’ultimo suo riferimento è chiaramente confinato alle amministrative lauriote, ma certo è che –soprattutto se, come dice lui, si respira una certa “aria di nostalgia” a proposito del governo regionale di Marcello- c’è di che riflettere.
Su dinamiche, fenomenologie, cosmologie e (viepiù) genealogie elettorali nei comuni della Basilicata, grandi e piccoli, nonché, a questo punto, su quelle interne al Pd; sulla tenuta dei grandi nomi nella politica locale (l’euro-aplomb dello stesso Pittella si è un po’ sgualcito, solo un attimo, al paragone coi “fratelli Cicala”); e sulle prospettive del centrosinistra in Basilicata, alla luce degli ultimi risultati elettorali.
Nuovo ardore mistico del Pd o fuoco di paglia? Araba Fenice o pollo ruspante agli ultimi sussulti?
Il punto per il centrosinistra è tutto qui.
Anche perché, «Invece di essere strutturato e rafforzato da un’esperienza di governo, si è andato sfilacciando fino a presentarsi in una condizione assolutamente inadeguata alle elezioni».
Il sindaco/senatore Pittella (al quale, sia detto per inciso, i consiglieri comunali di “Lucania in mente” già contestano la prima delibera di giunta, riguardante una dispendiosa nomina del portavoce, che riferiscono addirittura essere di 30mila euro l’anno) parla del centrosinistra (e delle votazioni del 2019), ma la sua descrizione sembra calzare a pennello anche allo stato comatoso/litigioso del centrodestra attualmente al governo regionale, e all’aspetto fisico col quale rischia di presentarsi all’appuntamento elettorale di qui a un paio d’anni e mezzo.
Chi (soprav)vivrà vedrà.
Walter De Stradis
- Scritto da Redazione
- Sabato, 23 Ottobre 2021 09:12
Cari Contro-Lettori,
come sanno anche le pietre nella Città dei Sassi, risale a trent’anni fa l’indimenticata visita in quel di Matera di uno dei papi più amati, Giovanni Paolo II.
La foto del mitico Enzo Bianchi ritrae tutto il parterre politico, amministrativo e religioso presente all’evento (incluso un Emilio Colombo, vicinissimo al Pontefice, che pare quasi corrucciato per essere stato messo “in ombra”): nondimeno, non essendo stati presenti all’evento (che ci vedeva adolescenti), possiamo solo immaginare tutto il campionario di promesse, propositi, progetti e anche annunciazioni, circa lo sviluppo di Matera e della Basilicata tutta, sciorinato per l’occasione. Ovviamente, è altrettanto lecito supporre che i propositi “miracolistici” non provenissero dal buon Wojtyla, quanto dalla nutrita rappresentanza politica lì convenuta in massa.
A fronte di questo rispolvero religioso, fa un po’ specie dunque leggere il piglio scaramantico adottato dal consigliere Quarto, nell’annunciare (senza sbattito d’ali) che «Facendo gli opportuni scongiuri, sembra proprio che i tempi siano maturi per porre fine alla annosa vicenda riguardante la ferrovia a Matera. Parliamo ovviamente di un lieto fine. Centocinquanta anni di storie e di attesa vana sembrano veramente appartenere al passato, un passato caratterizzato da tante inutili e datate promesse appartenente a illustri personaggi della storia politica italiana, a partire da Zanardelli per concludere il tragitto, in tempi più recenti con Antonio Di Pietro». In occasione della visita del Papa del 1991, si era dunque parlato anche della ferrovia a Matera? Certamente sì. Ed ecco che il consigliere regionale di FdI aggiunge: «Adesso siamo certi la tratta ferroviaria Ferrandina –Matera verrà realizzata, ci sono ben 365 milioni che renderanno esecutivo il tanto atteso progetto. Al cittadino materano, permettetemi, interessa ben poco a chi attribuire i meriti politici del raggiunto risultato. Infatti le reiterate polemiche da prime donne di questi giorni lasciano il tempo che trovano, non servono a nulla». Tant’è vero –sia detto per inciso- che colui che si chiama Quarto si prodiga per essere il Primo in questa “annunciazione”.
La buona novella quartiana («bene hanno fatto le parti sociali, i sindacati in particolare Cgil, Cisl e Uil ha lanciare una petizione rivolta al Presidente Bardi e a tutti i componenti del Consiglio regionale») stride tuttavia un tantinello con le dichiarazioni, rilasciateci a pranzo, dal consigliere neo-Pd (già candidato sindaco), Professor Schiuma, a detta del quale, per dirne una, sugli esiti generali di Matera 2019 «andrebbe fatta una seria valutazione sulle “opportunità mancate”, e ci sono state, ma finora non è accaduto. (…) Non si sono costruite progettualità circa sviluppi virtuosi nel lungo periodo, occorreva una governance più forte (…) Pertanto, se vista da un certo lato, Matera 2019 è stata fallimentare, pur avendo prodotto delle esternalità positive».
Insomma, se da un lato arrivano buone notizie sulla ferrovia materana, dall’altro ci si comincia a rendere conto (già da un po’, per la verità), che il “treno” di Matera 2019 è passato senza lasciare grosse tracce (se si escludono le ricadute turistiche).
Si spera che certi errori non si ripetano al passaggio di un altro convoglio epocale: l’Orient Express del Pnnr. E ci si augura di non dover poi chiamare Poirot…
Walter De Stradis
- Scritto da Redazione
- Sabato, 16 Ottobre 2021 09:27
Cari Contro-Lettori,
si è passati direttamente dall’estate all’inverno, e di conseguenza –e non è solo una battuta, per il centrodestra- si è reso immediatamente necessario il Maglione. A collo alto. E’ però lo stesso neo sindaco di Melfi (la cui vittoria elettorale ha ringalluzzito Bardi: “Noi due non siamo politici e perciò ci capiamo”, gli avrebbe detto “sottobraccio”) a sottolineare –neanche tanto velatamente- che finito il (bel) tempo delle parole, tocca dedicarsi alla stagione degli (aridi) fatti. I nostri politici sono infatti attesi alla prova più dura per un amministratore: quella di gestire i soldi. Essì, perché quando la cassa è vuota o quasi, beh, non c’è trippa per gatti e amen, “nessuno fa miracoli”, ma quando i fondi ci sono (Pnrr) , è tutto un altro paio di maniche (si spera non troppo larghe).
I primi segnali del duro lavoro che attende il governo regionale sono arrivati. Fatevi sotto.
Con Decreto del Ministero delle politiche Agricole Alimentari e forestali sono stati ammessi a finanziamento 3 progetti del Consorzio di Bonifica della Basilicata per un importo totale di oltre 43 Milioni di euro a valere sui fondi del PNRR (Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza).
I progetti ammessi riguardano: 1) “Il miglioramento dell’efficienza funzionale delle reti di distribuzione irrigua, finalizzato al risparmio idrico” per un importo pari a 10 milioni di euro; 2) “Adeguamento migliorativo dei canali irrigui consortili – ripristino della tenuta e della capacità di vettoriamento dei canali irrigui sinistra Agri (Recoleta -San Basilio) per un importo di 24 milioni di euro; 3) “Completamento adduttore Missanello (derivazione Don Paola – Caprarico) per un importo di 9 milioni di euro. L’obiettivo dei progetti candidati e approvati riguarda il risparmio della risorsa idrica e l’efficientamento della rete di distribuzione per il settore agricolo.
Sono in oltre in arrivo 26 milioni di euro per l’adeguamento e la ristrutturazione anche mediante demolizione e ricostruzione del patrimonio di edilizia pubblica lucano. Soldi del Fondo complementare del Pnrr, da utilizzare per l’adeguamento del patrimonio di edilizia pubblica.
Dal canto suo Bardi (cui Vizziello nel frattempo ha forse tolto una grana, rinunciando all’incarico all’Asm, secondo quanto riferisce Cifarelli) ha inoltre reso noto che sul sito https://www.inpa.gov.it/ è possibile candidarsi per i profili tecnici e gestionali necessari alla realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Si tratta soprattutto di figure tecniche e scientifiche, che si dovranno occupare di valutazioni e autorizzazioni di impatto ambientale, VAS, bonifiche, rinnovabili, rifiuti, edilizia e urbanistica, Appalti, acquisti di forniture e servizi. La Basilicata ha a disposizione 7.262.000 euro per tali esperti, che saranno 1000 in tutta Italia. Entro il 25 Ottobre, le Regioni e le province autonome, sentiti gli enti locali, dovranno definire in via preliminare i fabbisogni in termini di profili professionali. Ed entro il 31.12.2021, tali figure dovranno essere assunte, con contratti di 36 mesi, che assicureranno –ex lege– anche una riserva di posti nelle prossime procedure concorsuali dei vari Enti.
Queste le notizie incoraggianti, sulle quali, tuttavia, pende un quesito pericolante: «Qualcuno sa che fine ha fatto la nuova giunta regionale???».
Walter De Stradis
- Scritto da Redazione
- Sabato, 09 Ottobre 2021 09:43
Cari Contro-Lettori,
in “questa” Basilicata non occorrono chissà quali doti medianiche per essere un tantino profetici. La settimana scorsa, come ricorderete, in questa stessa pagina -commentando la soiree cinematografica del buon generale in quel di Matera- scrivevamo che “Bardi il tempo per andare a vedere le anteprime di James Bond però lo trova”, o qualcosa del genere.
E… tac! In settimana, a dire (anzi, a lamentare) esattamente la stessa cosa è stato il direttore di Confapi Matera, Massimo De Salvo, che ha denunciato l’assenza (ma và?!) del presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, al tavolo permanente per la Valbasento. «Il presidente finora è venuto tre volte a Matera - ha spiegato- sempre per tagliare nastri, o alla prima internazionale del film 007, mai per parlare di temi strategici allo sviluppo di questo territorio, che chiede, oggi più che mai, la massima attenzione» (cit. Il Quotidiano del Sud del 08-10-21). Cosucce, in fondo: dopotutto si parlava solo di Valbasento, Zes e Pnrr. E con l’assessore alle attività produttive “surgelato” da un mese a causa delle sue stesse (annunciate, ma mai concretizzate) dimissioni, cosa vuoi che sia.
Sì dirà: Bardi un primo segnale però lo ha dato, ha rinnovato i direttori generali, e per lui è un grande gesto di cambiamento. Ma in effetti, a parte qualche partenza (compresa quella, piuttosto “telefonata”, di Esposito dalla Salute), qualche new entry e l’immancabile, ulteriore, napoletano, il Generale ha dato vita a quella che lui stesso chiama una “rotazione” degli incarichi, con la quale però confida lo stesso di aver dato sufficiente dimostrazione di voler andare «nella direzione della trasparenza, e della legalità».
Nulla quaestio, ovviamente, sui vecchi e nuovi dirigenti, ma –come ha capito anche mio nipote- il Generale può e deve sforzarsi di più, laddove la vera prova del nove è sì il rimpasto (che lui dice imminente) della giunta, ma anche una presa di posizione più esplicita (ovvero con nomi e cognomi) e chiara (cioè, dica coram populo cosa ne pensa) su alcune questioni che rimangono ancora calde nonostante la conclamata fine di un’estate un po’ troppo lunga (vedi anche le polemiche sui consiglieri Viziello e Zullino, e quelle su Tisci dell’Arpab).
Più in generale, c'è di mezzo la “questione morale” nella sua maggioranza (alla quale contribuiscono le indiscrezioni apparse sui giornali nelle pagine della giudiziaria), da lui stesso in effetti sollevata, che, in un'ottica di chiarezza e trasparenza (nell'interesse di tutti, politici e pezzi grossi compresi) ci si auguri non decanti col tempo in una questione “molare”, ovvero risolvibile con una qualche “otturazione” (politica) e via. Insomma, il Generale forse fa ancora in tempo per riprendere in mano questo sfuggente bandolo del filo interdentale, perché se è vero che lui conosce bene la via di Napoli, i piccoli e medi imprenditori materani (per dirne una) conoscono altrettanto bene quella di Bari. Si tratta di soli dieci chilometri di distanza. Parola di De Salvo.
Walter De Stradis