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- Sabato, 06 Settembre 2025 07:07

di Antonella Sabia
In Italia, le donne percepiscono stipendi mediamente inferiori rispetto agli uomini, come continuano ad evidenziare i dati più recenti, e il divario aumenta per le posizioni dirigenziali. Il Gender Pay Gap è una delle tante forme discriminatorie sul posto di lavoro, tematica trattata dagli Avv. Ivana Pipponzi e Luca Lorenzo, nel volume recentemente pubblicato “Le discriminazioni di genere sul posto di lavoro” (Key Editore).
Rispondendo a quale esigenza nasce questa collaborazione?
Avv. Pipponzi - Far conoscere sempre meglio il Codice sulle pari opportunità, ancora poco conosciuto sebbene contenga all’interno una serie di articoli che disciplinano le varie forme di discriminazione di genere sui posti di lavoro, tra cui molestie e molestie sessuali che ne rappresentano la massima espressione. Inoltre, far conoscere quelle che sono le tutele azionabili laddove si possa essere vittima di queste discriminazioni.
A chi si rivolge?
Avv. Pipponzi - È destinato naturalmente a tutti gli operatori del diritto, ma naturalmente è una guida molto utile per lavoratrici e lavoratori che vogliano approfondire quali sono le condizioni che possono vivere nell’ambito del posto di lavoro, e ovviamente è anche rivolto alle parti datoriali rispetto alle tutele necessarie affinché i propri dipendenti svolgano in maniera proficua l’attività lavorativa, esente da ogni tipo di violazione.Questo volume rappresenta una guida pratica perché non solo descrive i vari articoli del codice sulle pari opportunità, ma si sofferma in maniera molto dettagliata sulle azioni da portare avanti per contrastare le discriminazioni di genere sul posto di lavoro. Vi è un focus particolare sulla figura della Consigliera di parità, prevista e disciplinata proprio dal Codice delle pari opportunità.
Come Consigliera Regionale di parità, ci può fare una fotografia della Basilicata oggi sul tema?
Avv. Pipponzi - Sin dal mio insediamento, ho tenuto particolarmente a far conoscere questo ruolo, soprattutto sotto l’aspetto della sua funzione istituzionale, creando nel sito istituzionale della Regione, una sezione dedicata “IO TI ASCOLTO”, per far emergere le discriminazioni sui posti di lavoro, anche a seguito di un protocollo di intesa con l’ispettorato del lavoro di Potenza e Matera. Negli anni si sono rivolte tantissime lavoratrici, ma anche lavoratori che hanno denunciato di aver subito condotte discriminatorie, chiedendo tutela. Tra le tipologie: l’esercizio della maternità o della genitorialità, quindi mancata concessione di lavoro flessibile, piuttosto che di part-time verticale, spesso con induzione alle dimissioni. In alcuni casi, anche se minoritari, perché vi è una resistenza denunciarli, le lavoratrici hanno anche denunciato casi di molestie sessuali sui luoghi di lavoro. Le azioni conciliative portate avanti come Ufficio nell’80% dei casi si sono concluse positivamente, superando di fatto questa condotta discriminatoria, e dunque posso dirmi molto soddisfatta.
Avvocato Lorenzo, il volume, scritto a quattro mani con la collega Pipponzi, supporterà gli operatori del diritto in materia di discriminazioni di genere sul posto di lavoro: si registrano ancora tanti casi in Basilicata? Qual è la casistica predominante?
Avv. Lorenzo - Quando si parla di discriminazione sui luoghi di lavoro riguardante il genere femminile, spesso si pensa a una discriminazione che ha a che fare con connotati di natura sessista che sarebbe poi quella più violenta anche da un punto di vista dell’agire da parte del datore di lavoro: classiche battutine che vengono fatte a doppio senso, che evidenziano comunque un trattamento differente rispetto al collega uomo, fino a situazioni, ovviamente più gravi, che sfociano fino alla violenza verbale e in alcuni casi, anche in atteggiamenti di prevaricazioni fisica. Anche in Basilicata il fenomeno è presente e lo riscontriamo quotidianamente nell’ambito delle nostre attività professionali, statisticamente, nelle regioni del mezzogiorno è sensibilmente più marcato rispetto al dato nazionale, questa famosa isola felice, che veniva descritta una volta, non è felice neanche in questo. La cosa più sconcertante è che spesso si pensa al rapporto di lavoro tra privato e lavoratrice, mentre paradossalmente queste cose avvengono più nell’ambito delle pubbliche amministrazioni, quindi nell’ambito dell’alveo di quello che rappresenta lo Stato, una cosa ancor più grave, perché evidentemente ci sono delle sacche che sfuggono al controllo del datore di lavoro in quanto istituzione.
Le discriminazioni rimangono ancora oggi un fatto prettamente “di cultura”?
Avv. Lorenzo - Credo che il problema si risolva con un approccio culturale diverso, ma presuppone un grande sforzo, un cambio di mentalità e un numero di anni certamente considerevole per poter investire in una nuova generazione, con una nuova sensibilità e con un nuovo rispetto verso il genere femminile. Il problema si potrebbe soltanto arginare con più controlli e con più elementi sanzionatori degli organi preposti. C’è tutto un meccanismo di una subcultura anche patriarcale che non è altro che una cartina al tornasole della società. Esistono poi fenomeni che qualche interprete definisce discriminazione istituzionale, perché il fatto che ci sia un Gender gap salariale reale tra uomo e donna dimostra che effettivamente non vi sono gli strumenti di prevenzione e di controllo, tali da poter eliminare il fenomeno. Il dato sconcertante è che in Italia, a parità di qualifiche e di mansione, una donna percepisce circa il 10% in meno, senza considerare gli ostacoli derivanti da stereotipi, da pregiudizi anche nell’avanzamento di carriera, quando si pensa che una donna non può dedicare l’intero tempo all’attività lavorativa, perché ha dei carichi familiari non compatibili con la carriera professionale.
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- Martedì, 27 Maggio 2025 17:58

Si è svolta a Potenza, presso la sala convegni dell’Ospedale San Carlo, una tavola rotonda intitolata “L’emancipazione femminile attraverso l’educazione assicurativa” e dedicata al rafforzamento della parità di genere in ambito salariale, economico e assicurativo. L’evento, promosso dalla Consigliera Regionale di Parità in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro, la Fondazione Tancredi e l’IVASS, ha messo al centro la necessità di politiche condivise e concrete per superare il gender gap.
Moderato dalla giornalista Rai Cinzia Grenci, l’incontro ha visto la partecipazione di numerose figure istituzionali, accademiche e associative, tra cui Giuseppe Spera, direttore generale del San Carlo, Ivana Pipponzi, consigliera regionale di parità, Pierpaolo Marano, docente universitario, e rappresentanti di IVASS, del mondo legale e di associazioni femminili.
La giornata ha messo in luce le difficoltà che ancora oggi ostacolano la piena parità tra uomini e donne, in particolare in settori come quello economico e assicurativo, dove permane una scarsa alfabetizzazione femminile. Come ha sottolineato Anna Picciallo, direttrice della Fondazione Tancredi, è fondamentale migliorare la conoscenza in ambito previdenziale e finanziario per favorire l’autonomia femminile e combattere la violenza economica.
L’importanza dell’educazione e della formazione è stata ribadita anche da Ivana Pipponzi, che ha evidenziato le barriere culturali e la dipendenza economica ancora diffusa, specie in Basilicata, come ostacoli all’emancipazione. Il protocollo firmato tra Fondazione Tancredi e la Consigliera regionale di parità punta proprio a colmare questi divari con progetti mirati.
Dal canto suo, il direttore Giuseppe Spera ha ricordato l’impegno del San Carlo nella redazione di un bilancio di genere e nel promuovere l’accesso delle donne a ruoli apicali, segno di un cambiamento tangibile in atto.
Il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Potenza, Francesco Bonito Oliva, ha infine richiamato l’attenzione sulla necessità di supportare le donne anche nel settore legale, ad esempio attraverso servizi come gli asili nido e modalità di lavoro più flessibili.
In sintesi, la tavola rotonda ha segnato un passo avanti nella costruzione di una rete sinergica tra istituzioni, professioni e società civile per garantire alle donne non solo pari diritti, ma pari opportunità reali.
Gen. Gal.
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- Mercoledì, 05 Marzo 2025 09:22

Per il secondo anno consecutivo, il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con Unioncamere, ha pubblicato un bando per incentivare le piccole e medie imprese, e ora anche le partite Iva, ad ottenere la certificazione della parità di genere.
L’avviso è aperto dal 26 febbraio fino al 18 aprile ed è finanziato con circa 2 milioni e 500 mila euro del Pnrr.
La domanda di partecipazione va inviata online attraverso il link https://certificazioneparitadigenere.unioncamere.gov.it/. I contributi verranno concessi in base all’ordine cronologico di presentazione della richiesta, fino ad esaurimento delle risorse disponibili.
Il bando sostiene i servizi di assistenza tecnica e accompagnamento, forniti sotto forma di tutoraggio, e i servizi di certificazione della parità di genere.
Per ottenere i contributi occorre effettuare un test di autovalutazione sul grado di maturità dell’impresa nell’ambito della parità di genere e presentare un preventivo di un Organismo di certificazione accreditato, da scegliere tra quelli nell’elenco pubblicato al link https://certificazione.pariopportunita.gov.it/public/organismi-di-certificazione
“La certificazione della parità di genere – commenta la Consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi – ha senza dubbio una rilevanza sociale in quanto consente una maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro e, dunque, una maggiore coesione sociale. Anche le imprese traggono vantaggi concreti dalle misure per ridurre il gap gender, perché, è dimostrato, migliora la reputazione aziendale, il clima lavorativo e la produttività”.
fonte: https://agr.regione.basilicata.it/post/parita-incentivi-per-la-certificazione-di-genere/
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- Mercoledì, 11 Dicembre 2024 13:24
“Le stazioni appaltanti devono prevedere nei bandi di gara una maggiorazione dei punteggi per le imprese che adottano ‘politiche tese al raggiungimento della parità di genere comprovata dal possesso della certificazione della parità di genere’. Lo dice il nuovo Codice dei contratti pubblici all’articolo 108, rubricato ‘Criteri di aggiudicazione di appalti, servizi e forniture, stabilendo meccanismi di premialità’. Per far scattare le agevolazioni, però, non è sufficiente l’autocertificazione da parte delle imprese. Le aziende devono comprovare il requisito della certificazione, che è rilasciato dagli organismi accreditati su base volontaria e su richiesta dell’azienda”.
Così la Consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi.
“Poiché la certificazione è su base triennale, le stazioni appaltanti, alle quali invierò presto una circolare, oltre a determinare punteggi più alti alle imprese certificate, sono chiamate a verificare se i requisiti che sono stati il presupposto per il rilascio del documento permangono nel tempo. Ricordo che i datori di lavoro hanno l’obbligo di inviare una relazione annuale all’Ufficio della Consigliera di parità nella quale attestano l’adozione di politiche aziendali e di misure concrete volte a ridurre il divario di genere, in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale a parità di mansioni, alle politiche di gestione delle differenze di genere e alla tutela della maternità. Le stazioni appaltanti, dunque, possono rivolgersi al mio ufficio per controllare, tramite la visione della relazione annuale, se le imprese che hanno ottenuto la premialità, hanno mantenuto le politiche aziendali in tema di pari opportunità”.
Le imprese in possesso della certificazione hanno anche altri vantaggi, tra i quali “sgravi fiscali e un punteggio premiale per la valutazione, da parte delle autorità titolari di fondi europei, nazionali e regionali, delle proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti, senza considerare – conclude la Consigliera di parità – gli altri benefici derivanti dall’applicazione di misure concrete per ridurre il divario di genere come il miglioramento della reputazione aziendale, del clima lavorativo e della produttività”.
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- Mercoledì, 13 Novembre 2024 09:46

“E’ motivo d’orgoglio” e “preziosa conquista di genere” il traguardo raggiunto “con studio e passione” da Caterina Salvatori, la giovane lucana e più giovane laureata d’Italia in ingegneria aerospaziale. Sono queste le parole di plauso che la consigliera regionale di parità Ivana Pipponzi, insieme alla consigliera supplente Rossana Mignoli e alla presidente della pro loco di Ruvo del Monte Serena Grieco, ha voluto esprimere alla neo ingegnera, consegnandole in un incontro una menzione d’onore.
In Italia sono ancora in salita le strade per le donne che decidono di intraprendere le professioni Stem, acronimo di Science, Technology, Engineering e Mathematics, cioè quelle discipline a elevate competenze tecnico-scientifiche fondamentali nella nostra epoca. Il gender gap comincia già al momento della scelta universitaria e prosegue nel mondo del lavoro. E’ perciò più che mai necessario – è stato evidenziato nell’incontro – lavorare per abbattere gli stereotipi di genere, con percorsi mirati a cominciare dalla scuola e dalla famiglia. Le professioni Stem rappresentano il futuro e saranno predominanti nel mercato del lavoro. Rompere i pregiudizi significa consentire alle donne di superare la marginalità ed esprimere tutto il loro potenziale anche nelle professioni considerate a torto “per gli uomini”.
“La dottoressa Salvatori ha dimostrato una straordinaria capacità di affrontare le sfide complesse e insidiose nel campo delle discipline Stem. Con il suo esempio – hanno evidenziato le consigliere di parità – ha sicuramente contribuito a sdoganare l’ambito di studio tecnico-scientifico spesso considerato appannaggio maschile, presentandosi come modello femminile di successo capace di superare ostacoli sociali e culturali”.
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- Venerdì, 06 Settembre 2024 10:30

Nuovi chiarimenti dal ministero del Lavoro per la compilazione del rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile. Il documento, ricorda la Consigliera di parità della Regione Basilicata, Ivana Pipponzi, è un obbligo per le aziende pubbliche e private con più di 50 dipendenti, che quest’anno hanno tempo fino 20 settembre per presentarlo.
Alle aziende è chiesto di riportare informazioni dettagliate sulle assunzioni, sulla formazione, sulle progressioni di carriera e le qualifiche, sull’intervento degli ammortizzatori sociali, sui licenziamenti, i pensionamenti e i trattamenti retributivi del personale. Tutti i dati devono essere suddivisi per genere.
Il ministero, evidenzia la Consigliera Pipponzi, ha chiarito i criteri per il computo della forza aziendale minima di 50 lavoratori al 31 dicembre 2023, specificando nella nota esplicativa che “i lavoratori intermittenti devono essere considerati indipendentemente dall’orario di lavoro svolto; i dipendenti trasferiti nel 2023 in caso di operazioni societarie, devono essere considerati come nuovi assunti dalla società incorporante, la quale deve indicare nelle note del prospetto la ragione sociale e il codice fiscale dell’incorporata estinta; i tirocinanti e lavoratori in somministrazione sono esclusi dal computo”.
Per quanto riguarda, invece, i dipendenti in Cassa Integrazione, per garantire un quadro completo della situazione aziendale sulla mobilità e sul trattamento retributivo “devono essere inclusi nel rapporto tutti coloro che nel corso del 2023 hanno fruito di almeno un giorno di cassa integrazione”.
In riferimento ai dati retributivi, inoltre, “le somme da indicare nel rapporto, comprese le competenze accessorie, devono essere quelle imponibili a livello fiscale e previdenziale”.
Per le aziende con meno di 50 dipendenti la redazione del rapporto è su base volontaria. “L’invito rivolto al mondo imprenditoriale – conclude Ivana Pipponzi – è quello di non sottrarsi all’adempimento ma di compilare in ogni caso il rapporto che, fotografando le varie realtà, ci offre un quadro chiaro del lavoro in Basilicata fornendo un contributo importante per la parità di genere”.
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- Venerdì, 05 Luglio 2024 12:36

La Consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi, informa che il ministero degli Interni ha prorogato dal 15 luglio al 20 settembre il termine concesso alle aziende per presentare il rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile. Il rapporto rappresenta un obbligo per le aziende pubbliche e private che occupano più di 50 dipendenti mentre per le imprese con un numero inferiore di personale l’adempimento è su base volontaria. Per redigere il rapporto, occorre compilare il modello telematico che, a partire dal 3 giugno, è disponibile sul portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali al link https://servizi.lavoro.gov.it.
La proroga, spiega la Consigliera, permette alle aziende di adeguarsi alle modifiche introdotte dal ministero del Lavoro e adottate di concerto con il ministro per le Pari opportunità e la famiglia con Decreto Interministeriale del 2 luglio 2024.
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- Giovedì, 02 Maggio 2024 10:17
Sono 150 gli alunni dell’istituto “16 agosto 1860” di Corleto Perticara che stanno seguendo percorsi formativi in lingua straniera, matematica, programmazione e robotica grazie ad “Action!”, il programma solidale promosso da TotalEnergies EP Italia, che coinvolge i dipendenti di tutto il mondo in attività di volontariato a supporto di fondazioni, associazioni no profit e scuole.
Lanciato in Basilicata nel 2022, il progetto quest’anno prevede, in un periodo fra il mese di marzo e la fine di maggio e per un totale di 118 ore, il supporto ai docenti dell’Omnicomprensivo di Corleto - che comprende anche i plessi di, Armento, Gallicchio e San Martino d’Agri, in provincia di Potenza - in attività formative sviluppate da dipendenti della Compagnia esperti in determinate materie.
Gli undici volontari di TotalEnergies che hanno aderito al progetto hanno avviato nelle classi quattro progetti (“Nous et les autres!”, “Let’s play!”, “Math & Apps” e “Programming e robotics”), che interessano 82 studenti della scuola secondaria di primo grado di tutti i plessi dell’Omnicomprensivo “16 agosto 1860” e i 68 alunni della scuola dell’Infanzia delle sezioni di Corleto Perticara, Gallicchio e Armento. I primi due percorsi coinvolgono esperti madrelingua che stanno tenendo lezioni in francese, nella scuola secondaria di I grado (per 40 ore); in inglese, nelle classi della scuola dell’infanzia (30 ore). Gli altri due progetti sono in corso nelle classi delle scuole secondaria di I grado: uno, per 32 ore, con il supporto di un volontario con conoscenze di matematica, per l’apprendimento di nozioni attraverso l’utilizzo di applicazioni informatiche, l’altro, per 16 ore, con un esperto in ingegneria elettronica, robotica e delle risorse Open source di Arduino (la scheda elettronica con licenza libera utilizzata per progetti di robotica, elettronica e automazione industriale).
Il progetto “Action!” viene promosso dalla TotalEnergies Foundation in tutto il mondo, per dare ai propri lavoratori, nell’ambito delle attività di responsabilità sociale, la possibilità di contribuire allo sviluppo e alla crescita delle comunità in cui operano, mettendo a disposizione le proprie competenze in uno dei “quattro assi” di azione individuati dalla Fondazione: Sicurezza Stradale, Foreste e Clima, Educazione e Integrazione dei giovani, Dialogo tra cultura e patrimonio;
Nel caso dell’ Omnicomprensivo di Corleto Perticara, il progetto è stato riproposto per via del riscontro positivo dello scorso anno, e che a seguito dei risultati ottenuti è stato potenziato con più ore e con il coinvolgimento di più volontari, come confermato dallo stesso istituto scolastico che ha proposto anche alla scuola dell’infanzia il progetto “Let’s Play” incentrato sulle abilità di ascolto, comprensione ed appropriazione dei significati della lingua straniera per i più piccoli, stimolandoli anche attraverso giochi di gruppo, attività manipolative, realizzazione di cartelloni, canzoni e filastrocche.
Il successo e la qualità dell’esperienza lucana ha suscitato particolare interesse anche nella Compagnia, che ha deciso di inviare in Basilicata una troupe della divisione Comunicazione dalla Holding di Parigi, per un reportage con le testimonianze di dipendenti, docenti e studenti che hanno aderito al progetto.
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- Lunedì, 30 Ottobre 2023 16:45

Con una lettera aperta rivolta alle aziende lucane pubbliche e private con oltre 50 dipendenti, la Consigliera regionale di Parità della Basilicata, Ivana Pipponzi, ha fornito chiarimenti sull’informativa annuale da compilare a seguito della Certificazione della parità di genere, anche sulla base delle linee guida fornite dalla Consigliera nazionale di Parità. “Trascorso ormai un anno dal rilascio delle prime Certificazioni cominciano a giungere dalle imprese certificate richieste sulle modalità e sul contenuto dell’informativa. È bene sottolineare che le Consigliere di Parità, delegate a controllare e verificare il rispetto dei parametri minimi per il conseguimento della Certificazione della parità di genere, sono tenute anche ad analizzare l’informativa ricevuta e a segnalare all'organismo che ha rilasciato la Certificazione eventuali anomalie o criticità rilevate sulla base dei dati contenuti nei Rapporti biennali di cui all’art. 46 d.lgs. 198/2006. Come è noto, la prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022 definisce le linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere prevedendo l’adozione di un insieme di indicatori (KPI) che misurano le azioni intraprese dalle aziende per sostenere le condizioni di uguaglianza tra uomo e donna. Tali indicatori – specifica la Consigliera - sono stati raggruppati in sei aree: Cultura e strategia, Governance, Processi HR, Opportunità di crescita in azienda neutrali per genere, Equità remunerativa per genere, Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. Per ogni area (contraddistinta da uno specifico peso in percentuale) sono stati identificati diversi KPI, ognuno dei quali è associato ad un punteggio. Attualmente l’accesso alla certificazione da parte dell’impresa è subordinato al raggiungimento di un punteggio minimo di sintesi complessivo pari al 60%.
L’orientamento condiviso tra il Dipartimento Pari Opportunità e la Consigliera Nazionale di Parità è, dunque, quello di suggerire alle imprese di monitorare, attraverso l’organismo di certificazione o anche tramite un audit interno, l'attuazione delle politiche e delle azioni messe in campo a sostegno della parità, evidenziando nell’informativa annuale che cosa hanno fatto per la parità di genere e indicando attraverso una verifica dei KPI il punteggio che raggiungerebbero ad un anno di distanza dalla certificazione,.
In questo ambito, le Consigliere di parità – aggiunge Ivana Pipponzi - eserciteranno il controllo verificando la validità e l'efficacia dei processi implementati, controllando la conformità del punteggio finale dichiarato dall'azienda nell’informativa annuale rispetto a quello richiesto per l’ottenimento della Certificazione di genere.
Il raggiungimento, in sede di monitoraggio, di un punteggio inferiore a quello in base al quale l’impresa ha ottenuto la Certificazione di genere, anche quando non risulti inferiore a quello minimo complessivo pari al 60%, potrebbe rivelare criticità che saranno segnalate dalla Consigliera di Parità all’organismo certificatore.
A tal fine le imprese sono invitate ad inserire nell’informativa i riferimenti dell’organismo che ha provveduto a certificarle e il numero del certificato stesso.
Una copia dell’eventuale segnalazione sarà inviata anche al Dipartimento Pari Opportunità che gestisce una piattaforma dedicata alla Certificazione di genere.
Si sottolinea che un’impresa che abbia ottenuto la Certificazione di genere non si mette al riparo dall’eventualità che la stessa possa porre in essere atti in violazione dei divieti di discriminazione di cui al Codice delle pari opportunità. Pertanto, eventuali comportamenti discriminatori di un’impresa certificata di cui la Consigliera di parità verrà a conoscenza nell’esercizio delle sue funzioni, così come eventuali anomalie o criticità rilevate sulla base dei Rapporti Biennali rispetto all’informativa annuale, saranno segnalate all’organismo che ha certificato l’impresa, al Dipartimento Pari Opportunità ed alla Consigliera Nazionale di Parità. al fine di attivare la procedura prevista dall’art. 3 del DM 29 aprile 2022 che, nei casi più gravi, può portare anche alla revoca della certificazione”. Per ulteriori chiarimenti è possibile inviare una mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.”






