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Non è un sacerdote, ma lo stesso ha “celebrato” a suo modo centinaia e centinaia di matrimoni lucani, tant’è che a Potenza, ci racconta, il caffè non lo paga mai.

Per Donato Pessolani, direttore dello storico “Parco Ricevimenti Hotel Pierfaone” (situato nell’omonima contrada di Abriola, in provincia di Potenza) è inoltre ormai prassi ospitare i matrimoni dei figli di tanti suoi clienti che hanno festeggiato lì, ma il momento è quello che è (persino in zona gialla, fino al 31 maggio, non è consentito il consumo di cibi e bevande all’interno dei locali), e pertanto in questa fase di programmazione occorrono soprattutto CERTEZZE.

«Noi siamo pronti a ricominciare –ci spiega- la squadra è riorganizzata, gli ambienti sono tirati a lucido, ma in questo momento abbiamo solo bisogno di capire in che modo e in quali tempi ripartire».

Il matrimonio, infatti, non è certo il tipo di evento che puoi organizzare la sera per la mattina, ma occorrono almeno tre mesi di tempo: «Per essere chiari al massimo: l’estate è già saltata. Se a gennaio avessimo saputo che a giugno si poteva partire, per il nostro settore sarebbe stato tutto più semplice. Invece, allo stato attuale, i matrimoni di aprile, maggio e giugno sono già tutti saltati e anche quelli di luglio e agosto li stiamo spostando. Se lei stesso avesse una figlia da sposare, in assenza di certezze sulle riaperture, può prenotare ristorante e tutto quanto con serenità?».

La richiesta alle istituzioni pertanto è semplice, ma perentoria.

«Noi siamo pronti, perché tante coppie si voglio sposare. Ma chiediamo CELERITA’ nel comunicare date e regole, suggerendo che il numero delle persone debba essere di volta in volta rapportato alle volumetrie delle strutture: il numero delle persone da ospitare in una terrazza deve essere proporzionato agli spazi a disposizione».

La struttura di Pierfaone ha a sua disposizione una sala di settecento metri quadri e un’altra da cinquecento cinquanta metri; un ristorante da cento metri; un gazebo all’aperto di 600 metri e diverse terrazze coperte.

Non sono quindi le metrature quelle che mancano, ma la certezze a livello di indicazioni.

E pensare che nell’estate del 2019 una struttura come quella di “Pierfaone” ha prodotto più di cinquanta buste paga, e durante il resto dell’anno (e tuttora) i dipendenti sono tredici/quattordici.

In seguito alla Pandemia, il fatturato si è ridotto del 90%, e i famosi aiuti di Stato «Sono poco più che un pannicello caldo per quando ti fa male la pancia. Siamo dalle parti dello zero. Solo di elettricità e gpl i due mesi di apertura dell’anno scorso mi sono costati 40mila euro».

Come si diceva, però, la voglia di ripartire è tanta: «Ai clienti diciamo di stare tranquilli, perché siamo pronti. Siamo qui da trent’anni e ci conoscono tutti, e non appena le istituzioni ci danno le tanto attese direttive, riprenderemo a fare matrimoni sempre di grande qualità. Invito tutti ad andare a leggere su TripAdvisor: sono le coppie che parlano, testimoni di ciò che abbiamo fatto per loro. Ci sono tantissime coppie che io ho seguito nell’intero percorso di vita: matrimonio, battesimi, prime comunioni e cresime. Parliamo di migliaia di eventi».

Ma c’è un altro particolare non di poco conto che il direttore Pessolani vuole evidenziare.

«Il distanziamento sociale ci ha spinto a ripensare tutto, e niente sarà più come prima. Tuttavia, con le giuste precauzioni, possiamo tornare a vivere. Una cosa che stiamo perdendo è rappresentata però dalle maestranze: ovvero quella professionalità che si può acquistare solo con l’esperienza pluridecennale sul campo. Le istituzioni dovrebbero preoccuparsi seriamente di tutto ciò: uno chef di cucina, un executive, un maitre d’hotel, non lo fai in tre mesi. I miei cuochi lavorano con me da più di venticinque anni; sto cercando di tenerli aggrappati alla loro professionalità, ma se non ci vengono date certezze, e con rapidità, non si riparte più».

Quello della ristorazione in generale è senz’altro uno dei settori più danneggiati dalle restrizioni e dalle chiusure, ma il mondo delle sale ricevimenti è ancora più peculiare, e meriterebbe un’attenzione più focalizzata.

«Chi può fare pasti da asporto in qualche modo riesce a tamponare, magari riuscendo ad andare perlomeno in pari, ma le nostre casse sono azzerate. Io ho fatto fare della formazione a mie spese, ma mi creda, siamo davvero agli sgoccioli. Dobbiamo poterci organizzare subito, perché il mondo del wedding ha bisogno di tre/quattro mesi per potersi avviare a pieno regime. Ripeto: un’azienda è fatta di attrezzature, maestranze e clienti. Se viene meno UNO SOLO di questi componenti, c’è poco da fare. Si chiude. Noi vogliamo ripartire. ma che ci facciano capire SUBITO come».