WhatsApp_Image_2024-03-28_at_4.41.14_PM.jpgCari Contro-Lettori,

c’è un libro, bellissimo, uno dei tanti, di Ryszard Kapuscinski, s’intitola “Ancora un giorno” ed è ambientato nell’Angola post-indipendenza del 1975. A un certo punto, lui, inviato di guerra, racconta della “roulette russa” rappresentata dai posti di blocco, posti qui e lì, con camionette militari e soldati col fucile spianato: l’incertezza, che poteva rivelarsi fatale, era dovuta al fatto che i soldati delle due fazioni in guerra (civile) sembravano interscambiabili. E c’è da credergli: divise logore, facce sporche e incattivite, mitra a tracolla, erano tutti uguali. Ebbene, racconta Kapuscinski, sbagliare saluto (e cioè dire “compagno” al posto di “camerata”, o viceversa) poteva significare la morte, lì, sul posto, subito.

Nel 2024, Via Pretoria, a Potenza, grazie al cielo, non è ancora diventata un posto di blocco con soldati pronti ad ammazzarti senza neanche chiederti i documenti, ma certo è che, di questi giorni, sbagliare saluto all’indirizzo di qualche candidato, potrebbe comunque rivelarsi “fatale”. E se chiamare qualcuno “compagno” al posto di “camerata” (o viceversa) oggi appare improbabile per il disuso in cui sono caduti i termini, nondimeno, è comunque facilissimo sbagliarsi, perlomeno se non si è stati parecchio attenti al traffico che c’è stato tra la coalizione di centrodestra e quella di centrosinistra (o viceversa). Pezzi storici dell’una sono allegramente saltellati dall’altra parte (o viceversa), come la celebre scena dello scambio dei neonati nelle culle di “C’era una volta in America”. Ricordate? Alla fine i gangster autori del misfatto (collegato a un’azione di ricatto) s’erano persi il foglietto con i nomi dei bimbi scambiati e amen: “Noi siamo come il destino. Chi va a star bene, e chi va a prendersela…” (in quel posto - ndr), commentavano laconici i malfattori del film di Sergio Leone.

Occhio, pertanto, quando siete in via Pretoria a come salutate o a come fate i commenti con questo o quel candidato. Nessuno vi sparerà, certo (o meglio, si spera), ma l’eventuale gaffe potrebbe rivelarsi poco igienica. I politici eletti, si sa, amano giocare a comportarsi come il …destino.

E buona campagna elettorale a tutti.

Walter De Stradis