Infografica_pubblicazione_bando_PGAB7.jpgLAVELLO - Con la pubblicazione del bando avvenuta in queste ore, ritorna il Premio Giornalistico Alessandra Bisceglia per la comunicazione sociale, che per l’edizione 2023 - la settima dalla sua istituzione - si presenta con una significativa apertura alle nuove multimedialità. Il concorso - dedicato alla memoria di Alessandra Bisceglia, la giornalista lucana scomparsa nel 2008 a 27 anni per una patologia vascolare rarissima - è promosso dalla Fondazione a lei intitolata e dall’Università Lumsa di Roma ed è rivolto a giornalisti pubblicisti o professionisti di età non superiore ai 35 anni e ai giovani che frequentano scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine nazionale. L’obiettivo è quello di stimolare l’impegno dei giovani giornalisti “per una diffusione della comunicazione sociale sulle malattie rare, con particolare attenzione all’evidenza scientifica e all’equità nell’accesso alla cura e sulle pratiche di integrazione per le persone diversamente abili, testimoniate da episodi che esprimono etica solidale e senso civico”. Il concorso è suddiviso come sempre in tre categorie, ma la loro articolazione è stata quest’anno modificata per andare incontro alle evoluzioni del giornalismo. Le sezioni sono le seguenti: servizi radio-televisivi; articoli su agenzie di stampa, quotidiani e periodici; servizi, articoli, podcast e multimediali sul web. L’importante novità della settima edizione è proprio l’apertura ai podcast, registrazioni scaricabili o ascoltabili sul web o su strumenti tecnologici di uso comune come gli smartphone, che si stanno facendo largo sempre di più nel mondo del giornalismo e della comunicazione. Per partecipare i candidati dovranno inviare a mezzo raccomandata o via posta elettronica - entro il 30 aprile 2023 e secondo le modalità indicate nel bando, consultabile e scaricabile sul sito internet della Fondazione Alessandra Bisceglia - articoli o servizi pubblicati o trasmessi nel periodo compreso fra il primo marzo 2022 e lo stesso giorno del 2023. La dotazione del Premio è di tremila euro, da dividere in tre premi dal valore di mille euro, assegnati ai vincitori di ciascuna sezione. Previsto, inoltre, un riconoscimento speciale alle testate giornalistiche che si sono distinte nello sviluppo dei temi del bando. L’assegnazione dei premi, che saranno consegnati in una cerimonia che si terrà entro il mese di ottobre del 2023, sarà determinata da una giuria composta da rappresentanti dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, della Lumsa, del Vicariato, dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), da giornalisti e soci della Fondazione “Alessandra Bisceglia”.
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Si è tenuta il 12 novembre scorso a Pietragalla, in provincia di Potenza l'intitolazione della strada a Raniero Pipponzi (1882-1970), a cui vengono riconosciuti meriti straordinari in ambito di innovazioni nell’economia agricola.

Presente alla cerimonia, oltre alle autorità locali, la Consigliera Regionale di Parità, avv. Ivana Pipponzi, nipote di Raniero.

In provincia di Potenza, Pietragalla è conosciuta come il paese dei Palmenti, che altro non sono che le cantine-grotta scavate nella roccia per conservare il vino. Si possono incontrare percorrendo le strade e i vicoli del borgo medievale che si arrampicano fino al punto più alto del paese. E’ qui che il panorama è dominato dall’imponente campanile della Chiesa Madre e dalla sagoma del Palazzo Ducale, conosciuto anche come Palazzo Pipponzi, nobile famiglia i cui eredi hanno generosamente reso la dimora fruibile per l’organizzazione di eventi, visite ed ospitalità. Questo palazzo vanta una storia particolare perché è legato al brigantaggio.

Conserva, infatti, una testimonianza storica notevole legata alla vicenda di due giornate di battaglia dei cittadini pietragallesi contro i briganti. La storia narra di una colonna di circa 400 briganti che, invadendo i vicoli di Pietragalla, costrinsero parte della popolazione a rifugiarsi nel palazzo. Gli abitanti, però, resistettero tenacemente costringendo i briganti a ritirarsi. Su questo avvenimento il Console inglese, dalla vicina Tagliacozzo, scrivendo al suo paese affermò che dopo Pietragalla la banda Borjes non poté più riorganizzarsi. Sulla facciata principale si può ancora notare la lapide posta a testimoniare l’evento. Il palazzo, nel corso dei secoli, cambiò diversi proprietari, tra cui gli Orsini, i Melazzi, gli Acquaviva D’Aragona fino ai Pipponzi. Nel 1926 tutta la proprietà venne venduta e divisa tra Raniero Pipponzi, amministratore dei duchi D'Aragona, e l'avvocato Catalano di Vaglio, che ne rivenderà la sua parte al parroco don Donato Zotta.

 

 

 

 

c9d8d63d-f96b-4635-83f9-be6de0c82d7c.jpgPer il secondo anno consecutivo Sasso di Castalda ospita il Festival di Potenza – rassegna nazionale di musica e spettacolo – giunto alla 21esima edizione (in programma sabato 19 novembre, ore 21, Teatro Mariele Ventre) e considerato uno dei più longevi in Italia. Il rapporto Festival-Comune e comunità di Sasso si è consolidato da tempo intorno ai progetti di attrazione dello spettacolo per promuovere nuovi arrivi e presenze nel paese del Ponte alla Luna come testimonia il “Festival Melodie alla Luna” che si tiene sempre a Sasso sempre con la direzione artistica di Mario Bellitti.

La nuova edizione è stata presentata in una conferenza stampa a Sasso nella sala Palazzo De Luca alla presenza di Mario Bellitti, del sindaco Rocchino Nardo, del vice sindaco Rocco Stella, Antonietta Colangelo assessore cultura, Arturo Giglio (ufficio stampa Festival) e Walter De Stradis (direttore Controsenso).

Un format originale di spettacolo dal vivo già collaudato che si arricchisce di novità, oltre 20 artisti, proposte musicali per tutti i target, i gusti e le generazioni, cabaret e magia-illusionismo, con al centro l’importante connessione con il settore del turismo e della valorizzazione dei beni culturali ed ambientali.

L’industria della musica dal vivo dopo la ripresa post Covid continua a trascurare i cosiddetti piccoli eventi che invece non sono solo vetrina per giovani ed artisti ma contribuiscono all’economia locale. Noi invece – ha sostenuto il direttore artistico del Festival – ci crediamo da più di 20 anni e dopo aver verificato l’assenza totale di attenzione da parte dell’Amministrazione Comunale di Potenza abbiamo deciso di ripetere come lo scorso anno la serata di Gala a Sasso di Castalda che, al contrario, ha mostrato ben altro atteggiamento di interesse, valorizzazione e cooperazione per la migliore riuscita.

Il sindaco di Sasso Rocchino Nardo ha sottolineato che il Festival rientra tra le iniziative di spettacolo e cultura che contribuiscono ad attrarre turisti e visitatori dopo una stagione estiva e autunnale “brillante” grazie alle bellezze del borgo, insieme al Ponte alla Luna.

Tra le novità dell’edizione 2022 il “Memorial Michele di Potenza” che Walter De Stradis, autore di un recente libro ("Lo chiamavano Michele di Potenza") , dedicato al Cantante folk scomparso nel 1983, il primo libro che cerca di raccontarne anche la storia personale di Michele Mancino, per tutti Michele Di Potenza. Un’occasione – ha detto – per rinnovare l’impegno per la musica etnico-popolare.

E’ stato confermato che anche la nuova edizione diventerà un programma televisivo che sarà distribuito anche all’estero da numerose emittenti televisive contribuendo a promuovere gli artisti e Sasso e la Basilicata turistica, come da patrocinio dell’Apt.

 

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Si inizierà alle 14.30 con i saluti istituzionali e con il convegno “Fragili più fragili. Raccontare le malattie rare al tempo della pandemia e della guerra”. Dalle 18 la consegna dei premi e dei riconoscimenti speciali

 

ROMA - Sostenere l’impegno dei giovani giornalisti nella diffusione di una cultura di solidarietà, integrazione e inclusione, promuovere una corretta informazione sulle malattie rare e sull’equità dell’accesso alle cure, alimentare proficui dibattiti e riflessioni su tematiche sociali e sistema sanitario. Sono gli obiettivi del Premio Giornalistico Alessandra Bisceglia per la comunicazione sociale, il concorso rivolto ai giornalisti di non più di 35 anni e agli studenti delle scuole di giornalismo, che è giunto quest’anno alla sesta edizione. Il 28 settembre - con inizio alle ore 14.30 nell’Aula Magna dell’Università Lumsa di Roma - si terrà l’evento conclusivo con la premiazione dei vincitori delle tre sezioni: Web; Radio-Televisione; Agenzie di stampa, quotidiani, periodici.

Il concorso è dedicato alla memoria di Alessandra Bisceglia, giovane giornalista lucana scomparsa prematuramente il 3 settembre 2008, all’età di 27 anni, in seguito ad una grave patologia legata a una malformazione vascolare rarissima. A promuovere il Premio Giornalistico, che diventa di anno in anno più importante e prestigioso, la Fondazione intitolata ad Alessandra, in collaborazione con l’Università Lumsa e con il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti.

La cerimonia di premiazione verrà preceduta, come di consueto, da un corso-convegno che garantirà ai partecipanti l’acquisizione di crediti per la formazione continua dei giornalistie che potrà essere seguito anche in diretta streaming sul canale YouTube della Fondazione Alessandra Bisceglia. Tema scelto quest’anno, “Fragili più fragili. Raccontare le malattie rare al tempo della pandemia e della guerra

Si inizierà con i saluti istituzionali della vicepresidente della Fondazione ViVa Ale, Donatella Pacelli (Università Lumsa), del rettore della Lumsa, Francesco Bonini, della presidente onoraria della Fondazione, Lorenza Lei, del presidente di FarmindustriaMarcello Cattani e dei presidenti dell’Ordine dei Giornalisti nazionale e del Lazio, Carlo Bartoli e Guido D’Ubaldo. Il convegno sarà moderato dal Capo Ufficio Stampa dell’Istituto Superiore di Sanità, Mirella Taranto. Interverranno Paolo Ruffini (prefetto del dicastero per la Comunicazione della Santa Sede), Andrea Vianello (direttore Radio 1), Fabio Zavattaro (condirettore del Master in Giornalismo della Lumsa), Andrea Garibaldi (giornalista e socio fondatore di ViVa Ale), Vincenzo Morgante (direttore di TV2000) e Roberto Natale (Rai per la Sostenibilità). Dopo i relatori sarà la volta degli ospiti, con Franco Di Mare (Rai 3), Laura Pertici (La Repubblica), Roberto Giacobbo (giornalista e conduttore televisivo), Paola Severini Melograni (conduttrice Rai). Intorno alle 18, la consegna dei premi e dei riconoscimenti speciali, che sarà condotta dal lucano Oreste Lo Pomo, caporedattore centrale della Tgr Campania. Chiuderà la serata, con un suo intervento, la presidentedella Fondazione Alessandra Bisceglia ViVa Ale Onlus, Serena Bisceglia.

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Giovedì 22 settembre presso la fumetteria Comicstore di Potenza, dalle 19.00 in poi, il fumettista Rosario Raho presenta Nick Raider (personaggio del quale è disegnatore e copertinista).

Dopo Martin Mystère, Nathan Never e Diabolik, un altro importante traguardo raggiunto dal bravissimo e sempre più apprezzato disegnatore potentino.

In omaggio per i primi acquirenti dell’albo e fino a esaurimento scorte la stampa numerata e autografata da Rosario Raho su carta tintoretto ad alta grammatura del disegno di copertina del sesto numero della serie!

-         L’albo

Il misterioso nemico di Nick attacca direttamente il distretto e il giudice Goodwill contemporaneamente finisce nel mirino come prossima vittima. Con l'aiuto di Marvin, la nuova squadra parte al contrattacco decisa a chiudere i conti.

-         Rosario Raho

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È nato e vive a Potenza. Disegna da quando era bambino, ha appreso la tecnica fumettistica da autodidatta aiutandosi con manuali e studiando i propri autori di riferimento: Quesada, Lee, Cho, Serpieri, Hughes, Bermejo. Ha intrapreso la carriera professionale di disegnatore dopo essersi laureato in Geologia e aver sentito di desiderare “altro”. Dopo aver lavorato, tra l’altro, alla serie The Secret, ideata e sceneggiata dal diaboliko Giuseppe Di Bernardo, nel 2013 entra in casa Bonelli e disegna Nathan Never, Agenzia Alfa e Martin Mystère, mentre per Nick Raider, oltre a disegnare l'albo più importante della serie, illustra tutte le copertine e cura lo studio dei personaggi. Ha lavorato anche su un'altra delle serie più iconiche del fumetto italiano, Diabolik.

-         Chi è Nick Raider?

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Creato nel 1988 da Claudio Nizzi, Nick Raider è protagonista di avventure poliziesche dalle atmosfere crude e realistiche. Nick e il suo partner Marvin Brown trovano spesso collaborazione nell'intera squadra del Distretto Centrale di Manhattan. Le storie si svolgono infatti prevalentemente a New York, dove Nick Raider e i suoi colleghi sono impegnati in una costante lotta contro le più mutevoli forme di criminalità. Mafiosi, ladri, serial killer, terroristi, ma anche sette segrete, trafficanti di droga e semplici assassini per passione.


Nick Raider non è un «giustiziere» né un poliziotto violento che sottopone a maltrattamenti gli indiziati per carpire loro una confessione. Si muove nell'ambito della legge e nel rispetto della persona, di qualsiasi persona, qualunque sia lo stato sociale cui appartiene.

Italoamericano di terza generazione, dopo una gioventù ribelle ha scelto di entrare nella polizia per un incoercibile bisogno di schierarsi dalla parte della legge e per riscattare la memoria del padre, lui pure poliziotto ma uscito sconfitto dalla vita. La sua concezione del mestiere di agente investigativo è totalmente idealistica. Sereno e ottimista di fondo, ha conflitti di coscienza o cedimenti come ogni altro essere umano, dai quali riesce a tirarsi fuori facendo appello alla sua forza di carattere e a un superiore senso della propria missione. Intransigente e incorruttibile, ha spesso duri contrasti con i suoi superiori, e questo spiega perché, nonostante i molti successi ottenuti nelle sue indagini, rimanga un semplice agente investigativo.

Fisicamente prestante, veste in maniera sportiva, così da muoversi in maniera agile e scattante. Guida una Pontiac Firebird (targata NYC 777) con la quale si lancia in spericolati inseguimenti, e come arma usa la Colt 38 Special che porta infilata nella cintura. Trova piena realizzazione di se stesso nello straordinario senso di amicizia che lo lega ai suoi compagni di squadra, per i quali sarebbe disposto a dare la vita.


In Nick Raider, il realismo delle storie non viene mai tradito. La serie è estremamente rigorosa sul piano dei soggetti e delle sceneggiature. La psicologia dei personaggi (buoni e cattivi) risponde a precisi criteri realistici. In ogni albo, lo scioglimento del caso avviene sempre in maniera logica e convincente.

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MARSICO NUOVO (PZ), 31 AGOSTO 2022- Originaria di Fidenza (Parma), è stata la cantautrice Glomarì, dalla splendida voce di seta e dal look simpaticamente naif, a trionfare nella terza edizione del “Premio Georges Brassens – Città di Marsico Nuovo”.

La kermesse dedicata al cantautore francese più conosciuto al mondo –che vantava nonni materni originari proprio del borgo lucano- è ormai un appuntamento imprescindibile dell’estate canora lucana, e sta rivelandosi sempre più una calamita irresistibile per artisti e band provenienti da tutta Italia, desiderosi di cimentarsi con la formula del Premio: una cover di Brassens più un brano originale. E col suo pezzo in francese “Neige mouillè”, Glomarì ha definitivamente conquistato la giuria, che ha poi assegnato il secondo posto al giovanissimo artista lucano Alberto Giovinazzo (di San Chirico Raparo) -che si è esibito con una canzone dal sapore satirico, “Pastori di greggio”- e il terzo podio alla toscana Nudda, proveniente da Follonica.

In generale il livello qualitativo dei protagonisti della gara (fra i quali artisti lucani, siciliani, romani, toscani e piemontesi) è parso piuttosto alto, anche in virtù di un ventaglio di stili assai variegato (dal folk al cabaret, dalla world music al pop contemporaneo).

Ospiti d’onore della serata, il noto cantautore lucano Raffaele Tedesco (veterano della manifestazione), lo storico collaboratore di Claudio Lolli (nonché apprezzato traduttore di Brassens stesso), Paolo Capodacqua, e Giovanni Caccamo -“padrino” della manifestazione di quest’anno- giovane e ormai affermato talento del proscenio nazionale, scoperto da Franco Battiato.

 

«A me di Brassens arriva sicuramente una ricerca e una leggerezza –ha spiegato lo stesso Caccamo- ma una leggerezza per così dire “consapevole”: essere consciamente a contatto con la quotidianità e non “lasciarsi vivere”; ricordarci cioè di vivere da protagonisti. Una sorta di “memento mori” ribaltato».

L’evento, organizzato come sempre dall’Associazione Brassens di Marsico Nuovo (presieduta da Remo Stilo), col patrocinio del comune della Val D’Agri, tornerà dunque l’anno prossimo, come confermato sul palco anche dal sindaco Macchia.

 

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IMG_20220830_163635.jpgMESSINA- Quello di domani 1 settembre sarà un evento unico nel suo genere a Pace del Mela nel messinese in piazza Maria Santissima della Visitazione si esibiranno in concerto. A partire dalle 21:00 l’ukulele e le percussioni lucane più celebri in Italia omaggeranno in una veste insolita i colori e le forme del pittore francese Paul Gauguin. Un post impressionismo melodico e ritmico che si fonderà con i sapori autentici della Sicilia, l’arte espressa in tutte le sue forme, in un percorso sensoriale mirato ad allietare i sensi attraverso l’anima. Danilo Vignola e Giò Didonna, molto conosciuti in Sicilia grazie ai precedenti tour, hanno tenuto prestigiosi concerti nei principali music club e festival di tutta la regione, sono i più attesi di questo programma concertistico che prevede sul palco le più grandi eccellenze nazionali della musica d’avanguardia. Chef siciliani della prestigiosa impresa messinese ArteLievito allieteranno con la premiata cucina di alto livello le tante prenotazioniconfermate per il concerto del primo settembre. Dunque un evento di prestigio nazionale, ancora una volta, affida il suo palcoscenico alla musica di Danilo Vignola e Giò Didonna, che tornano in tour internazionale (in programma America e Giappone, 2023) con il rinnovato spettacolo “Tribal World Fusion” dopo un periodo di riposo artistico

A due anni dalla scomparsa del grande compositore, direttore d’orchestra e arrangiatore, il Polo Bibliotecario di Potenza dedica a Ennio Morricone un incontro a più voci innescato dalla presentazione del libro di Marco Ranaldi Suono comunicante. La musica immaginata di Ennio Morricone (Officina di Hank, 2021).

 

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L’iniziativa, inserita inizialmente nel programma della Festa della Musica 2022 (l’evento promosso da Ministero della Cultura, SIAE, AIPFM e Rappresentanza in Italia della Commissione europea, che si è svolto in tutta Italia il 21 giugno) e poi rimandata, si svolgerà giovedì 7 luglio alle ore 17:00 presso la Sala conferenze del Polo Bibliotecario di Potenza in via Don Minozzi.

Il programma prevede i saluti di Luigi Catalani, Direttore della Biblioteca nazionale di Potenza, e gli interventi, coordinati da Massimo Brancati, di Massimiliano Bonomo, Walter De Stradis, Antonello Faretta, Maura Locantore, Michele Perrone e don Vito Telesca, che approfondiranno diversi aspetti legati alla figura e all’arte di Morricone, intrecciandola con la storia del cinema ma anche con gli aspetti della sua vita sociale e culturale.

L’autore

Marco Ranaldi è musicista, musicologo e psicologo. Si occupa di critica e di ricerca storica nel campo della musica. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni, saggi e diverse interviste allo stesso Ennio Morricone. Collabora con diverse testate giornalistiche nazionali.

Ennio Morricone non è stato solo un compositore ma un convinto “comunicatore della musica”. Usando l’immagine filmica nel corso della carriera è riuscito a cambiare il modo d’intendere la musica per film. Ha insegnato agli americani come creare score usando un linguaggio non standardizzato; ha creato partiture immortali. E non è solo per una questione di essere un melodista intelligente. La forza di Morricone sta proprio nell’essere stato contemporaneo dei suoi tempi, sia da un punto di vista sociale che compositivo. Ha creato con Sergio Leone una nuova dinamica tra il cinema e la musica, rivoluzionando il linguaggio musicale. Ennio Morricone è stato futuribile e con la sua ricerca di sonorità rarefatte ha creato uno stile inconfondibile. Narrare Morricone significa narrare una parte importante della società italiana e dei grandi cambiamenti culturali a cui ha contribuito da protagonista con la musica e la sua forza comunicante.

 

 

 

 

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Il cartoonist Angelo Stano è conosciuto soprattutto come disegnatore e copertinista di lungo corso per il fumetto horror italiano per eccellenza, “Dylan Dog” (di cui nel 1986 ha realizzato lo storico numero uno «L’Alba dei Morti Viventi»), edito da Sergio Bonelli Editore; tuttavia il suo ultimo volume, “Giallo a Matera e altre storie”, uscito qualche mese fa per Allagalla, come facilmente intuibile, ha molto a che fare con la Città dei Sassi.

«Si tratta –ci ha spiegato lo stesso Stano presso lo stand dell’editore, presente al ComiCon, il Salone Internazionale del Fumetto e del Gioco, tenutosi dal 22 al 25 aprile scorso a Napoli- di una raccolta di storie che ho realizzato per “Corrier Boy” dal 1980 e il 1983; e l’episodio che dà il titolo al libro, “Giallo a Matera”, mi è particolarmente caro perché in quei luoghi ci sono stato da bambino (io sono originario della vicina Santeramo in Colle, e per me la Città dei Sassi era più vicina di Bari) e ricordo che m’impressionarono molto. Lo reputai subito uno scenario per delle avventure, insomma, e me ne ricordai più tardi quando mi fu chiesto di scrivere qualcosa, data l’assoluta peculiarità del posto ».

Non suoni banale, per chi oggi è abituato alla frequentatissima Matera “del cinema”: «Allora era una città in abbandono, e si riteneva che i Sassi fossero qualcosa di cui sbarazzarsi, alla volta di case e rioni dotati di servizi. Ancora non si teneva in considerazione del fatto che la Città VIVE anche della sua storia; con il tempo si è per fortuna capito –e la direzione di recupero intrapresa è stata senz’altro la più giusta da fare- che abbandonare avrebbe significato rinunciare a un patrimonio culturale importantissimo».

A una trentina d’anni di distanza dall’uscita di quella storia a fumetti, Matera è stata dunque protagonista di un vero e proprio boom, culturale, turistico e cinematografico.

«Quando sono tornato per me è stata una sorpresa enorme vedere quanto stava accadendo in città, perché me la ricordavo così poco curata. I film, quello di Mel Gibson prima e di James Bond poi, hanno contribuito a questa esplosione. L’errore da non commettere, adesso, è che Matera diventi un museo, come accaduto alla città di Venezia, che è diventata un pretesto per vendere le “gondolette” agli Americani; ecco, non vorrei accadesse la stessa cosa con i “cucù” materani. C’è infatti molto di più, le chiese rupestri, una storia davvero importante… che fa parte della storia italiana, non solo lucana».

Le caverne e i Sassi, potrebbero rivelarsi adatti a una storia horror, magari in stile “Dylan Dog”?

«Si sarebbe anche potuta fare e in realtà “Giallo a Matera”, essendo un thriller, qualche elemento ce l’aveva pure, ma il Corrier Boy all’epoca non aveva in progetto di fare storie troppo complicate».

(Wal. De S.)

 

 

 

 

 

notterenanera.jpgPersonaggi diversi tra loro, storie che si sfiorano senza mai intrecciarsi, tutto in una notte, la più lunga dell’anno, quella del solstizio d’inverno. È la trama del film uscito la scorsa settimana in 200 sale d’Italia, e interamente girato in una Potenza spettrale in piena zona rossa. Sabato scorso, la prima al Cineteatro Don Bosco, con il regista, i produttori, il cast e la presenza dei Renanera, che hanno composto le musiche del film.

Non tornavo a Potenza da quando abbiamo finito le riprese, è stato bello attraversare ancora il ponte Musmeci, come se non fosse cambiato nulla”, ha affermato Simone Aleandri, il regista de “La notte più lunga dell’anno. “Abbiamo affrontato tante sfide, il progetto era ambizioso, la città non era mai stata rappresentata cinematograficamente e nascondeva delle insidie, avendo scelto di girare completamente di notte. Ero però rimasto affascinato da questa città di architetture particolari, verticalità dei palazzoni che quasi la nascondono a se stessa, saliscendi faticosi. Sembrava esserci un perimetro narrativo che ne attraversava uno esistenziale dei personaggi che volevo raccontare. Protagonisti nel pieno delle loro crisi, che guardandosi dentro, hanno la possibilità di prendere maggiore coscienza di loro stessi e guardare all’alba con occhi diversi”.

Alla presentazione, a cui hanno preso parte l’Amministrazione comunale, esponenti della Regione Basilicata, il Presidente della Provincia di Potenza Rocco Guarino, l’amministratore della BCC Basilicata Giorgio Costantino, nonchéil Sindaco del capoluogo, Mario Guarente: “Potenza, così ci hanno riferito i produttori, si presta bene dal punto di vista cinematografico, perché consente di girare tante scene per la sua verticalità, questo ci riempie di orgoglio. All’interno della Lucana Film Commission, stiamo lavorando a un più ampio progetto che vede coinvolti anche il sindaco di Matera e i presidenti delle due Province, per rendere la Basilicata un hub cinematografico. È una sfida ambiziosa che abbiamo messo già in campo e che proveremo a realizzare grazie alle fondamentali risorse del PNRR, che ci permetteranno di fare investimenti importanti anche nella post produzione”.

A precedere la proiezione del film, una parentesi musicale a cura dei Renanera, che hanno tradotto in musica le fragilità e le complessità dei personaggi che attraversano la lunga notte potentina. Ad Antonio Deodati e Unaderosa abbiamo chiesto ha significato essere parte integrante del film, lavorare come coppia artistica oltre che nella vita reale: “È la nostra prima esperienza in cui abbiamo dovuto calibrare la musica per ogni scena che il regista ha immaginato. Abbiamo avuto il privilegio di leggere prima la sceneggiatura, il film ce lo siamo un po’ immaginato e possiamo dire di sentirci particolarmente coinvolti soprattutto come persone. Siamo due menti, e la nostra alchimia ci fa trovare sempre le migliori soluzioni, se fossimo a senso unico non ci sarebbe nemmeno obiettività, l’oggettività nasce dalla nostra dialettica, dal parlare e confrontarsi. Questo lavoro è come se ci avesse fatto tornare a noi stessi, alle nostre origini, come una boccata d’aria. Grazie alla sapiente guida di Simone Aleandri, abbiamo riscoperto cose di noi stessi che avevamo accantonato. Questo sembra un film delle prime volte, ma in realtà dietro ci sono tante competenze che tutti noi abbiamo raggiunto con tanto lavoro negli anni”.

Antonella Sabia

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