MITROpicerno

É la vigilia di Cerignola-Picerno, una gara che sulla carta avremmo raccontato come ostica e sicuramente difficile, dal risultato non scontato. Oggi, però, i lucani la vivranno con la spensieratezza di chi la promozione ce l’ha già in tasca, ma nonostante tutto continuerà a onorare i sacrifici fatti in tutta la stagione. Sarà forse più il Cerignola a cercare un risultato positivo poiché é ancora in lizza per la seconda posizione; un testa a testa con il Taranto che in queste ultime due giornate troverà una risposta. Dal canto nostro continuiamo a raccontare la favola Picerno, con il suo direttore generale, Enzo Mitro, tra gli artefici della scalata al professionismo della piccola realtà calcistica lucana.

É la prima volta del Picerno in Serie C. Quali sensazioni si provano?
È un traguardo dal sapore straordinario. Vincere a Picerno non é come vincere in altre realtà più grandi come Potenza, Taranto o quelle squadre abituate a stare nei campionati nazionali. Picerno é un paesino con meno di 6000 abitanti, aver raggiunto questo traguardo penso rappresenti una soddisfazione per la società , per il presidente Donato Curcio che ha creduto è voluto fortemente tutto questo che abbiamo ottenuto, e soprattutto per il sottoscritto che ha programmato da diversi anni qualcosa di importante. Non me lo sarei aspettato nemmeno io, perché competere con squadre che hanno affrontato spese folli rispetto alle nostre é stato un miracolo calcistico, come mi piace definirlo.


Qual è il segreto di questo successo?
Secondo me il segreto è aver inculcato nella mentalità di questi ragazzi l’umiltà e soprattutto il sacrificio di lottare. Quello che personalmente ho ottenuto in passato nel mondo calcistico, per i miei trascorsi arbitrali, avendo fatto anche l’assistente internazionale, l’ho raggiunto con altrettanto sacrificio. Oggi si sa, i soldi sono sicuramente importanti, ma non sono tutto nella vita. In campo vanno 11 giocatori, e anche nei momenti di difficoltà le cosiddette riserve hanno dato il massimo. Ricordo la trasferta a Fasano quando andammo con 8 calciatori mancanti, per infortuni e squalifiche, li é stato il momento in cui la squadra ha capito che si poteva raggiungere qualcosa di più importante. Il plauso va a tutti i ragazzi che si sono sacrificati, ogni domenica hanno creduto di poter raggiungere un obiettivo, e oggi per molti di loro più giovani cambia totalmente la vita. Mi auguro che la maggior parte possa rimanere con noi il prossimo anno, ma dopo questo successo, ovunque andranno avranno un timbro, un biglietto da visita importante, da vincitori di un campionato.


Proprio sui giovani, la maggior parte non aveva mai raggiunto traguardi importanti ne palcoscenici professionistici, quali sono state le sensazioni e le emozioni dopo Giovedì scorso? Cosa si sono detti, che aria tira nello spogliatoio?
Solo martedì sono tornati ad allenarsi dopo le feste pasquali. Ci siamo ritrovati nello spogliatoio, i ragazzi sono strafelici e non stanno nella pelle. La maggior parte quasi increduli, e forse devo dirlo, c’era quasi la paura di vincere. Ovunque siamo andati, arrivavamo da capolista e si sa la capolista viene sempre affrontata a muso duro, con un piglio diverso sempre raddoppiando le forze. I nostri ragazzi hanno sempre risposto dando il meglio di loro stessi perché man mano si rendevano conto che il traguardo era sempre più vicino. Oggi essere lì sopra con un vantaggio di 9 punti sul Cerignola e 10 sul Taranto, la dice lunga su quelli che sono stati i numeri di questi ragazzi e di questa società. Nessuno deve lamentarsi di non aver vinto il campionato, perché le squadre costruite per vincere con un organico importante non si può dire abbiano fallito, semplicemente hanno trovato davanti una squadra che il campionato lo ha stradominato e strameritato. 25 risultati utili consecutivi difficilmente vengono raggiunti in Italia in qualsiasi campionato.


Qual è il ricordo più felice di questa stagione?
Sicuramente la cosa più simpatica, nonché poi vera, è quando il presidente Curcio, a settembre, alla domanda “Cosa vuole fare?” rispose “Per vincere il campionato servono 80 punti”. Un po’ tutti, da me il primo, abbiamo sorriso a questa esternazione perché sembrava un traguardo irraggiungibile, oggi possiamo dire che è stato profeta. Non ci siamo ancora agli 80 ma si potrebbero raggiungere e superare nelle ultime due gare.


In prospettiva: qual è la situazione stadio attuale? Vi siete già mossi?
Sotto traccia, quando i numeri sono diventati importanti, abbiamo cercato di capire quali fossero le nostre reali possibilità per affrontare questo campionato di Lega Pro che cambia totalmente la vita della società ma anche dell’impianto sportivo. Sarà necessario un adeguamento del campo di gioco, dell’illuminazione e anche dei settori per ospitare i tifosi. Quasi sicuramente per i mesi necessari ai lavori giocheremo al Viviani, abbiamo richiesto la possibilità al presidente Caiata che si è reso disponibile, così come quando il Potenza ebbe la necessità di giocare qui al Curcio.