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Cari Contro-Lettori,

 

…e “Macedonia” fu.

Il paniere ortofrutticolo del Presidente della Regione, il generale Vito Bradi, si è dunque riempito delle ultime leccornie di stagione:

si va dal ritorno dei “frutti proibiti”, quelli di Fratelli d’Italia, oggi rappresentati dallo “stagionato” –appunto- Latronico e da Alessandro Galella (giuggiola del defenestrato Gianni Rosa), che dalla curva è passato dritto dritto alla politica che conta (ma dopo essere stato anche lui defenestrato –o quel che è- dalla giunta comunale);

all’innesto del nocciolo duro, anzi durissimo, Cupparo, che è ricicciato sfacciatamente nell’esecutivo dopo un paio di dimissioni (annunciate, mai formalizzate, ma che adesso egli sembra pure negare in toto) e qualche successivo “passo indietro” (!) che lo ha –giustappunto- riportato dove stava prima, e cioè negli scranni dell’esecutivo;

per concludere con la conferma degli inamovibili, giovani e “fichissimi” (citando il film con Jerry Calà) Merra e Fanelli, solo perché al già malmesso Generale napolucano non era stato permesso fare le nozze coi fichi secchi (e cioè senza la Lega).

E quindi, un po’ di zucchero “a velo” sul melange di frutta e si può andare avanti?

Si può dunque tornare al lavoro?

Manco per sogno. Il Governatore, che rischia di entrare nel Guinness dei primati come creatore (e disfattore) di giunte regionali più veloce del West, è riuscito anche questa volta a scontentare quasi tutti, suscitando mal di pancia (la frutta, se non è proprio “fresca”, fa male allo stomaco) dalle parti di Forza Italia e sì, anche della Lega.

Riusciranno dunque i nostri eroi a tirare avanti (“sempre meglio tirare a campare che tirare le cuoia”, diceva Andreotti, e questi sembrano voler applicare il consiglio alla lettera), o meglio, a garantire la stabilità di governo in una regione che cammina in bilico, e coi tacchi a spillo, sull’orlo di un enorme e stracolmo vaso da notte? Il dubbio è forte, anche perché lui in persona, il Generalissimo, stando a quanto riportano alcuni colleghi che si sono trovati al suo cospetto per fargli delle domande semplici semplici, sembra manifestare sempre più insofferenza.

Questo vuoto di politica, e ci sia consentito, anche di leadership (che com’è noto necessita di carattere), oggi spinge il segretario generale della Cisl lucana, Vincenzo Cavallo –ma è una voce autorevole in un coro affollato e assordante- a chiedere (ne leggete a pagina 7) al buon Bardi di fare un passo indietro (di quelli veri, e cioè non alla Cupparo), prima che la situazione politica da tragicomica diventi farsesca, e prima che ai Lucani non resti altro da fare che consegnare le chiavi di casa al Bardi stesso e emigrare in massa verso lidi più meritocratici, più inclusivi, e più generosi. E dove, soprattutto, non si viva col leggerissimo, ma costante sospetto di essere presi per il proverbiale culo.

Ma, attenzione, sottolinea sempre Cavallo, occhio a fare “di quelli di prima” degli eroi senza macchia e senza paura: se è stato sgombrato il campo per le trovate ortofrutticole del centrodestra, è proprio colpa di chi governava in precedenza la fattoria.

E quindi, come diceva Enrico Beruschi a “Drive in”, «E’ una brutta “fazenda”».

Walter De Stradis