la_fabbrica_dei_poveri.jpgCari Contro-Lettori,

 

 

 

secondo una felice definizione del portavoce della “vecchietta di paese”,  ovvero il nostro opinionista Mario Petrone (articolo a pagina 3), in questa regione col vorace tarlo della disoccupazione, le Caritas sono in pratica le uniche “fabbriche” frequentate in massa dai Lucani. Laddove nel circuito “petrolio”, per dirne una, pare che i nativi del posto non siano ancora nel numero che (legittimamente) ci si aspetterebbe.  

Che in Basilicata ci sia dunque un serio problema povertà, ormai non possono negarlo nemmeno i politici di maggioranza, che per tradizione, formazione e vocazione, solitamente sono fedeli al “tuttappostismo”. «In Basilicata –afferma Cupparo- i numeri ufficiali parlano di circa una famiglia su quattro che vive in condizione di povertà. A confermare questo dato, i circa 10.000 residenti ammessi al programma “reddito minimo d’inserimento». «Avvertiamo la responsabilità politica ed istituzionale di dare risposte – ha aggiunto l’assessore regionale alle attività produttive- e abbiamo affidato a strutture della Caritas fondi per realizzare progetti di aiuto alimentare».

Sarebbero più di 800mila euro i soldi stanziati dalla Regione, ma è chiaro che il problema è endemico e che una sola, pur necessaria, trasfusione non è sufficiente a salvare chi soffre di anemia grave.

“Le anticipazione del rapporto Svimez 2021 ribadiscono quanto sia fragile e delicata la condizione del nostro Mezzogiorno e quanto sia grande la sfida che la classe dirigente del Sud ha il compito di affrontare.” Lo ha dichiarato Carlo Rutigliano, segretario regionale di Articolo Uno Basilicata, a seguito della Conferenza Stampa di presentazione delle anticipazioni della Svimez su economia e società del Mezzogiorno. Ovviamente, a noi interessano i dati “in valore assoluto” che il politico commenta. E infatti: «La crisi del 2020 dovuta al Covid -prosegue Rutigliano- ha piegato un Paese in cui erano già fortissime le diseguaglianze sociali e territoriali. Un’Italia divisa tra uomini e territori poveri, sempre più poveri, ed una parte, progressivamente sempre più stretta, di ricchi sempre più ricchi. In questa cornice, se è vero che gli effetti del Covid si sono abbattuti in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, lo stesso non si può dire della ripresa, che avrà un andamento fortemente differenziato a sfavore del Mezzogiorno. Questo vale in particolare per la Basilicata, che fa registrare la flessione peggiore in assoluto del PIL per il 2020 (-9%) e che nella proiezione di crescita nel 2021 e nel 2022, si trova ad essere fanalino di coda sia tra le regioni del Mezzogiorno, sia a livello italiano. (…) Per vincere questa sfida, come ha scritto pochi giorni fa Monsignor Battaglia, su Avvenire, il Mezzogiorno non può essere inteso soltanto come un’area da risollevare, ma il luogo in cui far nascere una politica nuova. Giusta e umana».

Come dire, mica cotica.

Buona estate a tutti, ci rileggiamo a settembre.

Walter De Stradis