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di Walter De Stradis

 

 

 

 

Ci par di capire che la sua passione per i buoni sigari è seconda solo a quella per la politica, ma a sentir parlare l'avvocato Nicola Casino, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Matera, l’arrosto (politico) gli piace molto più del fumo.

d: Come giustifica la sua esistenza?

r: Ho sempre avuto una grande passione per la politica, quella nobile, che si occupa del sociale e che cerca di offrire delle soluzioni. Queste ultime le troviamo nel confronto e nell’ascolto.

d: Suo padre Michele è deputato e dunque la politica è una passione di famiglia: per lei è più un privilegio o più una responsabilità?

r: Se si agisce sempre con autonomia e libertà di pensiero, avere un padre che si occupa di politica a livelli ancora più alti è solamente un vantaggio. E’ inutile negare che la mia passione nasce in un contesto familiare, fatto di tanta trasparenza (e ce ne vantiamo), che ci consente di guardare sempre negli occhi i nostri elettori e i nostri concittadini. E’ una cosa che non ha prezzo, mi creda.

d: La provoco un po’: questa amministrazione comunale può guardare dritto negli occhi i cittadini materani?

r: Sarei miope e ingiusto se le dicessi che governare una città è facile -specie a distanza di un solo anno dall’insediamento- risolvendo tutti quei problemi che negli ultimi decenni hanno incancrenito Matera. Bisognerebbe dunque aspettare più tempo per dare giudizi, ma se dovessi dare un valore allo stato attuale, sarebbe negativo. E’ stato sbagliato l’approccio, sono mancate le condizioni. Ma noi ce ne accorgemmo sin da subito che c’era stato questo cortocircuito coi cittadini. Bennardi e i suoi, sui palchi, si erano schierati per la trasparenza e contro i privilegi della “casta”, e contro il nepotismo al potere; tuttavia lo stesso sindaco eletto, sin dalle primissime battute, ha posizionato esclusivamente suoi fiduciari nel suo staff e negli organi di vertice amministrativo e politico. In alcuni casi determinate nomine sono state anche “filtrate” da bandi pubblici. Mi spiego: certe scelte possono certamente essere affidate alla discrezionalità, ma allora ritengo scorretto e ingiusto ricoprirle con un mantello di trasparenza e di partecipazione aperta a tutti, che sono ben altra cosa. Questi concetti implicano parità di condizioni a tutti gli interessati a un bando, ma questo in determinate circostanze a mio avviso non è avvenuto. Ma tutte queste distonie le ho già, e più volte, segnalate in alcune sedute di consiglio comunale molto accese, di cui vi invito a guardare i video. Per rispondere alla sua domanda: questa amministrazione no, non può scendere giù nel corso e guardare i cittadini dritti negli occhi. Perché i cittadini sono delusi. E il test della piazza non fallisce mai.

d: Il primo cittadino non sarà certamente d’accordo con lei, in quanto rivendica trasparenza e chiarezza, e tuttavia c’è anche chi ritiene che, se le cose davvero non vanno bene in città, dipende anche da voi, che avete “sbagliato” il vostro candidato sindaco.

r: Non sono d’accordo, anzi ringrazio tutti quelli che hanno messo a disposizione loro stessi e le loro capacità per il centrodestra, il candidato sindaco in primis. Il fatto è che si sono verificante determinate circostanze che hanno dato spazio a ragionamenti populistici, sposati da chi oggi governa la città. Bennardi in campagna elettorale ha promesso di risolvere il problema della sanità, ben consapevole che è materia della Regione Basilicata. Più populismo di questo!?

d: A voi dell’opposizione non piace neanche il fatto che il sindaco abbia trattenuto per sé la delega al turismo, come fosse una qualche moneta spendibile (cioè una delega che egli può sempre affidare a qualcuno, se messo alle strette) nell’evenienza di un’ulteriore crisi di giunta. Tra l’altro, dite voi, senza realmente affrontare la questione turismo, nel merito.

r: Ma guardi che la crisi, seppur apparentemente rientrata, oggi è ancora più acuta: il 30% degli assessori, ovvero gli azionisti pubblici di questa giunta, appartiene al passato, cioè alle precedenti amministrazioni. E’quindi un grosso problema per Bennardi, che non potrà più –come ha fatto fino a ieri- scaricare tutte le responsabilità su chi ha governato prima di lui. Quel passato oggi siede alla sua destra, e Nicola Casino sarà sempre lì a ricordarglielo.

d: L’alibi di gettare la croce su chi c’è stato prima pare però anche un’abitudine del suo centrodestra, attualmente al governo della Regione.

r: Guardi che è l’alternanza politica che salva i popoli dalle dittature e posso dire che dopo trent’anni di governo di centrosinistra, forse era giunto il momento di cambiare. E’ così è stato. Addossare però tutte le responsabilità –o tutti gli elogi- non è cosa agevole, occorre analizzare i problemi alla radice. Oggi posso dire che Bardi ha contraddistinto ogni sua azione con grande serietà, trasparenza e con grandi doti politiche. Non sarebbe facile per nessuno governare una regione dopo trent’anni di centrosinistra.

d: Credo sia il primo, fra tutti i nostri intervistati, che riconosce al Generale anche “grandi doti politiche” (oltre alla serietà, il rigore etc.).

r: La politica ha un suo galateo e i anche sondaggi ci dicono che i populisti, gli urlatori di piazza, hanno vita corta. Bardi e Forza Italia tutta non hanno mai urlato, ma hanno altresì espresso i valori della moderazione, del cattolicesimo, della cristianità, che a mio avviso sono serviti a portare un po’ di pace in questa regione.

d: Ho capito che le piace “lo stile Bardi”, ma…

r: E’ una persona seria, che ha un approccio alla vita pubblica di derivazione militare.

d: Ma secondo gli oppositori è proprio questo il suo limite: è abituato forse a dare ordini, quando anche lei ha riconosciuto che un politico deve dialogare e condividere.

r: Da ADDETTO ai lavori le posso dire che la condivisione c’è, e che Bardi pondera e dialoga tanto, ma è chiaro che non tutto quello che fa si viene a sapere, e che c’è sempre un’opposizione pronta col fucile spianato. Il fatto è che certe sue scelte non piacciono a chi magari è stato divelto, anzi scardinato, dalla propria “postazione”: non mi sembra che Bardi abbia coinvolto –anche nelle scelte assessorili- persone che in passato erano nel centrosinistra. Non dimentichiamo che nel 2019 le elezioni regionali si sono svolte dopo un’indagine su questioni bruttissime, che ha segnato le vite politiche di tanti personaggi della nostra regione (sono un garantista e bisogna certo attendere le sentenze, il mio è dunque solo un giudizio politico) e che prima ancora nel 2013 si era andati al voto a causa di Rimborsopoli. Come dicevo, in quanto garantista credo anche che queste persone (così come hanno già fatto alcuni di loro), nelle sedi opportune riusciranno a dimostrare la loro innocenza, e la loro estraneità ai fatti. Però è anche vero che il centrosinistra aveva costruito un certo sistema NELL’ARCO DI TRENT’ANNI, le cui fondamenta non vanno cercate solo in chi ha governato negli ultimi anni, ma soprattutto in persone che probabilmente non esercitano più la politica da anni, e alcuni di loro magari sono addirittura scomparsi.

d: Lei sarà d’accordo, però, che quello del passato storico è anche un “alibi” che prima o poi deve fare il su corso.

r: Come no. So bene che come centrodestra saremo chiamati sui palchi a dare risposte sul nostro operato, ma sono convinto che parleremo compiutamente di azioni di governo. Dal canto mio battaglierò sempre per la legalità e la trasparenza. Chi sbaglia deve chinare il capo, chiedere scusa e andare a casa. Ma finora in Basilicata così non è stato.

d: A proposito di legalità: i soldi del Pnrr possono suscitare appetiti pericolosi, specie in una città lanciatissima come Matera?

r: Certo. Bisognerà attivare immediatamente l’antifurto delle nostre coscienze. Il Pnrr convoglia il 40% del suo capitale risorse al Mezzogiorno, e quindi tutte le nostre idee POSSONO diventare progetti. Il Sud questa volta viene visto come un traino, non come un peso. Il nostro dovere grande è però quello di porre attenzione e di denunciare –anche col confronto politico- ciò che non sta andando per il verso giusto. Inoltre sarebbe un furto alla comunità far tornare indietro queste risorse. Fra un anno non vorrei ritrovarmi qui con lei a parlare di “opportunità mancate”.

d: Ma le attuali “opportunità mancate” di Matera quali sono?

r: La Fondazione Matera Basilicata 2019 a oggi, di fatto, è un contenitore vuoto. L’agognato sviluppo figlio delle attività culturali non c’è stato, e si continua a improvvisare. Ma ce ne accorgemmo sin da subito. C’è stata una dispersione di risorse in eventi secondari, in bande, scorribande e feste di quartiere. Eppure le periferie di Matera rimangono “periferie sociali” (in ambito trasporti, servizi minimi, farmacie). Purtroppo la dispersione delle risorse è un fatto storico, a cui ahimè siamo abituati. Pensi che il nuovo calendario degli eventi natalizi ignora totalmente le periferie!!!

d: Se potesse prendere il sindaco sottobraccio cosa gli direbbe?

r: Gli suggerirei immediatamente di sganciarsi dai ricatti dei partiti, specie di quelli del “passato”, interessati esclusivamente alle poltrone della giunta. Gli consiglierei dunque di occuparsi meno di politica e più dei problemi della città, condividendo molto, ma molto di più.

d: E al governatore Bardi?

r: Gli consegnerei di non fermarsi in questa sua azione di coraggio.

d: Cosa ne pensa delle polemiche sui “napoletani” da lui nominati?

r: I passati governi, con male-pratiche e mala-gestio politiche, ci hanno portato alla rovina, e quindi ben vengano anche i milanesi, i toscani, i friulani -laddove muniti delle giuste competenze- affinché si possa avviare il cambiamento che i lucani hanno chiesto nelle urne.

d: Il libro che la rappresenta?

r: “Con i piedi nel fango” di Gianrico Carofiglio.

d: Il film?

r: Siccome non sono campanilista, ma addirittura fazioso, consiglio a tutti l’ultimo 007 girato a Matera.

d: La canzone?

r: Adoro Claudio Baglioni, ma a me e alla mia ragazza piace molto “Albachiara” di Vasco Rossi.

d: Fra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?

r: Una citazione (da Dante – ndr): «Camminò con una lanterna in mano, ma per illuminare il cammino di chi lo seguì».