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di Walter De Stradis

 

Simpatici baffoni alla Stalin (dietro la mascherina), motto “potentino” sempre pronto all'uso, il settantenne Rocco Ligrani è un presidente regionale di Federconsumatori sarcastico e assai ben focalizzato.

L’intervista ha avuto luogo mercoledì mattina, presso i locali in via del Gallitello.

D: Come giustifica la sua esistenza?

R: Sin da quando ero impiegato all’Ufficio Iva del Ministero delle Finanze (dopo aver fatto tanti altri lavori), le lamentele delle persone le ho sempre trasformate in una piattaforma rivendicativa. Ho svolto attività sindacale (Cgil) e sono stato presidente del Comitato Provinciale all’Inps (e fu la prima volta che si presentò il Bilancio Sociale!). Da impiegato riuscii a far istituire l’Ufficio delle Dogane, tempo dopo –ahimè- chiuso dalla solita sciatteria politica. In Federconsumatori sono dal 1998. E posso dire, senza tema di smentite, che in tutti questi anni ci siamo mossi moltissimo, anche se mi è rimasto un rammarico, quello di non aver visto nascere un Osservatorio regionale sulle contraffazioni. Non mi va giù. E proprio in questi giorni abbiamo visto ciò che è successo con le mascherine!

D: Uno dei temi caldi di questa Fase 2 è l’aumento dei prezzi dei beni di consumo, vero o presunto.

R: C’è da fare un discorso a monte: è la grande distribuzione a fare il prezzo, non il piccolo produttore di Metaponto. Di conseguenza, nei supermercati ci ritroviamo con certe cifre. E poi va detta un’altra cosa: hai voglia a fare la pubblicità “Compra Lucano”, ma siamo sicuri, innanzitutto, che quei prodotti SONO lucani? Ecco perché i NOSTRI prodotti devono riportare la certificazione della loro provenienza. Non si può più andare “a fiducia”, come nella famosa pubblicità degli anni Sessanta di Galbani…

D: I motivi del rincaro dei prezzi di questi giorni –se parliamo del proverbiale “caffè” ad esempio- sarebbero le nuove norme igienico-sanitarie, che hanno imposto costi imprevisti. Che poi vengono pagati dai clienti.

R: E’ un bluff. Sia chiaro, io sono per un aiuto -reale, concreto- ma ci dobbiamo dare tutti una calmata sui prezzi. Anche perché, me lo faccia dire, in molti lamentano perdite, ma se andassimo a spulciare tutte le dichiarazioni dei redditi degli ultimi due anni (quando il virus non c’era)… insomma, in Italia l’evasione fiscale è un problema, e non lo dico certo io. Quindi, diamoci innanzitutto una calmata, tutti insieme. Una rivalutazione dei prezzi e delle tariffe è ora che si faccia. Una volta c’era la Commissione provinciale dei prezzi che definiva il percorso di ogni singolo prodotto o servizio, poi abolita dalla “modernità” a favore del vigente “fai da te”: bene, una Commissione del genere (o un reale Osservatorio sui prezzi), andrebbe ripristinata. Ci vuole innanzitutto vigilanza.

D: Lei diceva che è a favore degli aiuti alle imprese…

R: …Anche a fondo perduto, a fronte però di una CERTIFICAZIONE del proprio volume di affari nel 2018. Faccio un esempio: se il signor Rocco Ligrani, per la sua attività di “chiacchierone”, nel 2018 ha dichiarato un reddito di 30mila euro, oggi non può dire che in due mesi di inattività ne ha persi altrettanti. Mi spiego?

D: Però c’è il problema delle aziende nate da poco, che reddito, per forza di cose, non ne hanno ancora prodotto, né tantomeno dichiarato. Anche quelle tagliate fuori dagli aiuti…

R: Certo che vanno aiutate anche queste, ma non sono solo certe aziende a ritrovarsi fuori da qualsiasi aiuto: ci sono soprattutto le persone. Pensi alle scuole paritarie, chiuse anch’esse, che non hanno avuto un euro di contributo: da Melfi abbiamo ricevuto lamentele di genitori, ritrovatisi a pagare una parte della retta, in cambio di un servizio che non hanno potuto ricevere. Chi pensa a queste cose? Lo Stato? La Regione? La Provincia? Il Comune? La Comunità Montana? Le categorie di “invisibili” sono diverse (pensiamo ai tassisti), ma mi lasci ringraziare pubblicamente una categoria di “visibili”: gli autotrasportatori. Visto che oggi tutti quelli che fanno il proprio dovere diventano “eroi”, ed è giusto, io voglio ricordare questa categoria. Ha presente le immagini degli assalti ai supermercati? Beh, se solo avessero voluto, gli autotrasportatori avrebbero potuto affamare l’Italia, avevano un grande potere contrattuale, ma sono stati corretti: hanno viaggiato e sofferto con motel chiusi, ristoranti chiusi, politici che non volevano farli passare e malavitosi che li costringevano a guidare anche per venti ore consecutive.

D: Sul nostro versante, sul sito della Regione Basilicata si legge che la giunta «sta lavorando su: contributo a fondo perduto ad autonomi e microimprese (commercio, artigianato, turismo ecc.); contributo a fondo perduto per le associazioni sportive lucane; contributo per gli affitti degli studenti universitari fuori sede. E poi misure per lo spettacolo e gli alberghi».

R: La campagna elettorale, come sa, da noi non si chiude mai, quindi bisognerà vedere quante di queste cose rimarranno soltanto chiacchiere e promesse. Intanto, la Regione Basilicata sta dimostrando una grande inefficienza.

D: Su cosa in particolare?

R: Eh, beh, sull’ospedale da campo regalatoci dal Quatar. In Veneto già funziona, mentre qui stiamo ancora a fare la piantina (e per giunta, con le solite lamentele sul taglio degli alberi: evidentemente per alcuni è giusto salvare quattro piante, ma se poi muoiono quattro ottantenni è nell’ordine della cose, no?).

D: Ma quante “stelle” diamo al generale per la sua risposta all’emergenza Covid?

R: C’è da dire che questa cosa ha trovato impreparati TUTTI. Non mi sembra ci sia stata grande differenza con le altre regioni. All’inizio, devo dire, Bardi ha ragionato proprio da militare, individuando nel virus un nemico da non far entrare. Tuttavia, nella prima ordinanza, ha commesso un errore, prevedendo l’obbligo di “autodenuncia” solo per gli studenti che venivano dal Nord, e non anche per altre categorie di persone. A parte questo, la nostra struttura sanitaria è endemicamente debole, perché ogni qual volta in un territorio si prospetta una qualche riorganizzazione o chiusura, apriti cielo, c’è l’insurrezione popolare.

D: La Regione ha annunciato anche una delibera del Dipartimento Sanità che consentirà ad alcuni laboratori privati di poter processare i tamponi per la positività al Covid. In questo modo, tutti i privati cittadini e le aziende che lo riterranno necessario -dietro prescrizione del medico- potranno effettuare i test e farli processare. Pagandoli di tasca propria (mediamente un tampone costa 80 euro).

R: No, no, no. Certe cose spettano alla Sanità pubblica. Perché a Potenza (e ovunque) non si fanno i tamponi, quartiere per quartiere? Almeno uno a famiglia? Perché un cittadino dovrebbe pagare 80 euro per un tampone? E perché le mascherine le deve comprare? In altre regioni, i governatori hanno fatto l’accordo con Poste Italiane e hanno spedito le mascherine per posta!

D: Se potesse prendere Bardi sottobraccio, cosa gli direbbe?

R: Di ascoltare poco i “malconsiglieri”, e molto di più le parti sociali. C’è un continuo intervento delle organizzazioni sindacali, che dicono cose non certo campate in aria. Guardi, io apprezzo persino chi fa finta di non darti retta (per non darti soddisfazione), ma poi, nel pratico, ti segue e prende nota. E pensare, per inciso, che qui da noi c’è invece chi ha la faccia tosta di annunciare querele! La verità è che le regioni sono diventate centro di spese inutili, e non di programmazione: i veri referenti dei cittadini sono i sindaci ed è a loro che vanno date deleghe, competenze e risorse. Pensi che quando il consiglio regionale salta a un certo punto per mancanza di numero legale, quelli il gettone lo prendono per intero lo stesso …

D: E cosa ne pensa di questo ente Regione “napoletanizzato” secondo le polemiche?

R: Che, se si ritiene che non ci sia nessuno che “merita”, evidentemente in Basilicata siamo una regione di stupidi! (ride). Tuttavia, mi faccia dire che le responsabilità spesso sono anche dei dirigenti. Se uno di loro, ad esempio, su una materia fa ricorso dieci volte e perde UNDICI, qualcosa significherà! In ogni caso, Bardi si ritrova a fare il governatore -praticamente per caso- in una regione in cui non ha quasi mai vissuto, essendo stato invece in Campania, e quindi… c’era da aspettarselo. Diciamo così. Per usare un detto popolare: “una mano lava l’altra e tutte e due lavan’ u criatur…”

D: Un ultimo consiglio ai consumatori lucani in questo momento particolare?

R: Di avere fiducia, ma di alzare anche la voce. Come consumatori, una volta per tutte, bisogna fare gruppo. E invece c’è molta diffidenza anche nei confronti delle organizzazioni come la nostra, ma io vivo esclusivamente della mia pensione, e cerco di restituire agli altri ciò che il Padreterno mi ha dato, facendomi uscire da un cancro (e lo scriva, grazie). Devo dire grazie anche a Bubbico, all’epoca governatore, che ebbe l’idea dello screening. Ciò dimostra che è la prevenzione la chiave di tutto, non la candelina di Trump. Perciò ribadisco: magari si potessero fare i tamponi –gratis- a tutti! Un solo foglio Excel basta per riportare i dati di tutti i Lucani! Meno di un cd-rom! Il mio ultimissimo consiglio però è: il virus ancora c’è, mi raccomando la mascherina, SEMPRE! Altro che sanzione pecuniaria: a chi non la indossa, io lo manderei a fare le pulizie al reparto malattie infettive dell’ospedale, per fargli vedere cosa significa! Quindi, anche la mascherina deve essere per tutti e gratis. …E quanto sarebbe bello vedere in mezzo la strada i consiglieri e gli assessori che le consegnano alla gente!