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Cari Contro-Lettori,

se dovessimo individuare un minimo comune denominatore a servizi presenti sul numero di questa settimana, potremmo dire che si tratta senz’altro della solitudine. E’ un male, un veleno, questo, che affligge l’uomo moderno in generale, e l’uomo potentino in particolare.

Tanto per cominciare, infatti, per il re salentino della pizzica (e big internazionale della world music) Antonio Castrignanò (che abbiamo intervistato ad Accettura), la “tarantola” dei tempi nostri (che non “morde” più soltanto le contadine) è appunto quel senso di abbandono tipico « della società moderna, che allontana l’individuo da se stesso; laddove invece il Tarantismo, per sua natura, era portato a “inglobare” l’individuo che stava soffrendo, a riportarlo alla “normalità” attraverso una ritualità, e ad accoglierlo nuovamente nella comunità. Questo è un insegnamento che il Tarantismo ci ha lasciato e di cui tutt’oggi si avverte l’esigenza, ovvero la socialità, lo stare insieme, rafforzare lo spirito dell’individuo».

All’atto pratico, e per stringere l’obiettivo sul capoluogo di regione, ciò si traduce anche nelle parole del viceparroco del “problematico” quartiere di Bucaletto, a detta del quale «La situazione povertà c’è, ma vi è anche il problema delle dipendenze. La solitudine è il problema più grande che poi sfocia anche nella dipendenza, più spesso legata all’alcool. (…) Le persone che realmente hanno bisogno dell’aiuto alimentare fortunatamente sono poche. Abbiamo 15 famiglie che aiutiamo. Ma il vero problema è la solitudine, perché qua si è soli e si sentono abbandonati. Bisognerebbe fare un po’ di rigenerazione urbana e sociale. Una delle cose che aiuterebbe il rione sarebbe quella di renderlo più attrattivo per le famiglie lucane come zona abitabile anche tramite l’intervento delle istituzioni. (…) La commistione tra cattiva politica e scarsa apertura mentale comporta ulteriore isolamento. (…)Ormai il quartiere è vuoto, ma questo impone che la politica si muova. Noi, il nostro, come supporto e sostegno, lo facciamo. A Bucaletto la chiesa è l’unica istituzione che promuove cultura, educazione e studio». E scusate se è poco. Sarà paradossale dirlo, ma coloro che a Potenza ritengono di essere stati lasciati soli, sono in buona compagnia. Si leggano anche le parole della prof.ssa Romano, dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada: ««…dal 2002 ad oggi l’associazione ha ricevuto fondi per un totale di 3.800 euro, veramente pochi in 21 anni di attività dell’associazione (…)Raramente le istituzioni supportano e collaborano con l’associazione per fermare le stragi stradali, per non parlare dei fondi che di diritto dovrebbero essere stanziati per attività e servizi svolti dai volontari gratuitamente, che oltre al tempo messo a disposizione, sostengono economicamente l’associazione».

Che dire, sarebbe interessare sapere cosa pensano di tutto questo su al Comune. A parte i soliti rimbrotti, ovviamente.

Meditate, gente, meditate.

Walter De Stradis