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Cari Contro-Lettori,
«Io SO cosa vuole la Città» ci dice Giuseppe Raffaele, allenatore del Potenza Calcio, nell’intervista a pranzo che trovate all’interno del giornale.
E, guarda caso, questo lo si legge a diverse righe di distanza (ci riferiamo al “rettangolo” della pagina), da una iniziale domanda sul sentirsi o meno responsabile, al pari di un sindaco, dell’umore dei cittadini.
E’ ovvio che il mister si esprime a livello calcistico (viepiù che la città in sé gli garba moltissimo, così com’è), ma è altrettanto chiaro che se quegli scaltri dei Latini coniarono il motto “panem et circenses”, evidentemente erano consapevoli –seppur nell’accezione negativa insita nella frase- che i “divertimenti” sono valvole di sfogo importanti per una società. E qui a Potenza (e più in generale in Basilicata), mancando sovente il “panem” (e non è un’esagerazione, basta misurare in lunghezza le code alla Caritas, se non si vogliono leggere i loro strazianti rapporti), i “circenses”, gli svaghi, se non s’è capito ancora negli uffici, possono rappresentare un piccolo, certo, ma necessario tonico per buttare giù i copiosi bocconi amari. Basti guardare all’esplosione di gioia popolare, senza precedenti, che ha accolto la prima “escursione” (e siamo a pochi giorni dalla seconda) di Topolino in Lucania.
Pertanto, se gli allenatori di calcio –com’è giusto che sia- pur non possedendo la bacchetta magica, almeno conoscono bene le aspettative della loro comunità (gli eventuali successi importanti di una squadra possono infatti estendere i loro benefici a tutta la città), sorprende che nel capoluogo di regione questo “meccanismo” non si sia ancora capito. Sempre confidando, sia detto, che non lo si ignori artatamente.
Inutile fare conferenze stampa e/o annunci sulle casette di Babbo Natale, se poi qui viene Al Di Meola, uno dei più grandi jazzisti al mondo, originario proprio di Potenza, e nessuno (a parte i privati) pensa di dargli una schifosissima targa ricordo della Città.
E’ inutile farsi venire l’ernia a forza di sprizzare gioia istituzionale per la Cultura, se poi il Festival DI POTENZA (lo ribadiamo) si vede costretto a riparare nel più ospitale borgo di Sasso di Castalda.
E’ inutile sloganeggiare risultati (caratteristica di questo governo cittadino), se poi, udite udite, la sera di CAPODANNO, in Piazza Prefettura c’è solo il “concerto” del vento che fischia, irriguardoso, tra i vuoti scavati nella delusione dei cittadini, ancora una volta trafitti, in mezzo a quei pali degni di Vlad l’Impalatore (appunto: che è poi in parte, sia detto per inciso, “l’antenato” del Dracula letterario, uno che succhia sangue e vitalità, alla gente, come è ben noto).
C’è chi dice che i soldi non c’erano, chi dice che c’erano, chi dice che c’erano, ma sono arrivati tardi, e chi dice che si è voluto risparmiare. Quando –IN OGNI CASO- semplicemente bastava coinvolgere associazioni e gruppi locali, per dirne una, ben desiderosi di chance e visibilità, che si sarebbero sicuramente esibiti GRATIS.
Ma, evidentemente, alcuni amministratori dovrebbero andare a scuola da certi allenatori di calcio, per imparare a usare il cuore, e non i piedi. Quelli li usano già.


Walter De Stradis