basilicata_suspense.jpg

 

 

Cari Contro-Lettori,

 

 

 

dice l’assessore regionale alla salute e politiche sociali Fanelli: «In Basilicata diminuisce l’indice di povertà relativa, che presenta un dato migliore delle altre regioni del Sud, ma la situazione è comunque preoccupante come osservano gli stessi animatori della Caritas, considerato che alla crisi sociale generata negli ultimi due anni dalla pandemia si aggiungono oggi le incertezze determinate dalla guerra in Ucraina, con l’aumento incontrollato del costo dell’energia e dei beni di prima necessità. Tutti fattori che incidono e incideranno soprattutto sulle famiglie più povere». Chiaramente il comunicato-velina pubblicato sul portale della Regione prosegue come potete immaginare («il governo regionale è impegnato a costruire etc. etc.…»). Il buon Fanelli, però, si limita (e mica è fesso) a riferire che la “povertà relativa” è in diminuzione, ma nulla dice esplicitamente sull’aspetto più grave, ovvero la povertà “assoluta”. Scarsezza di dati a disposizione? Può essere. Rainews.it scende nel dettaglio e, riferendosi al Sud in generale, riferisce che su tutto il territorio è però la povertà assoluta la condizione più preoccupante. 5,6 milioni di individui non riescono ad acquistare beni e servizi considerati essenziali per un vita dignitosa. Nessuna variazione rispetto al 2020, anno della pandemia, quando il dato ha toccato il suo massimo storico. Nel 2021 la spesa delle famiglie meno abbienti è rimasta contenuta e l’inflazione ha cominciato a pesare sui redditi dei consumatori. Nel 2021, si legge nel rapporto Istat vero e proprio, le famiglie “sicuramente” povere sono pari al 5,2%, (4,5% nel 2020), con valori più elevati nel Mezzogiorno (10,0%). Le soglie di povertà assoluta rappresentano i valori rispetto ai quali si confronta la spesa per consumi di una famiglia al fine di classificarla assolutamente povera o non povera. Ad esempio, per un adulto (di 18-59 anni) che vive solo, la soglia di povertà è pari a 852,83 euro mensili se risiede in comune centro area metropolitana del Nord, a 766,70 euro se vive in un piccolo comune settentrionale, a 576,63 euro se risiede in un piccolo comune del Mezzogiorno. Insomma, basta farsi due conti (già a partire dalla proprie tasche, magari) per immaginare –e si sottolinea immaginare- quale possa essere la reale situazione della povertà in Basilicata, ovvero al netto dei proclami. A proposito, Bardi e i suoi si godono il “magic moment” rappresentato dalla già famosa “molecola del gas” che in bolletta sarà gratis e che ha detta loro sembra quasi che salverà la situazione economica dei Lucani.

E mentre c’è: 1) chi rivendica –in attesa di vederci più chiaro- che la maggioranza abbia perlomeno aderito alle proprie posizioni (Pittella, Cifarelli e Polese); 2) chi pone dei dubbi e quesiti sulla reale “portata” della notizia “bomba” (per i 5S, Bardi “non è stato chiarissimo” e inoltre “se pensa di risolvere il problema dello spopolamento con un misero sconto in bolletta, farebbe meglio a cambiare strategia; 3) chi (la Cgil) lamenta di non essere stata invitata (come al solito) al tavolo delle trattative con le Compagnie; 4) chi, come Legambiente, pensa che la questione “molecola” sia in realtà «un disincentivo verso soluzioni più strutturali di lotta alla povertà energetica e alle bollette esorbitanti»; 5) e chi (vari ed eventuali, tra cui anche il nostro opinionista Petrone) sospetta/teme che tutta l’operazione si tramuterà nel gas di una bufala (ovvero in una scorreggia nello spazio, come diceva Bossi a proposito di Miglio);

TUTTI attendono che Bardi relazioni in consiglio regionale per rispondere a tutte le domande e/o perplessità.Sperando, ovviamente, che quel giorno non sia a Marechiaro (a mangiare la mozzarella di bufala).  

Pertanto, pur parlando di “molecole”, non siamo in un film di fantascienza. Ma di suspense (come al solito).

Walter De Stradis