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Cari Contro-Lettori,

per la nostra regione, quella passata è stata senza tema di sementite la settimana “delle opportunità”.

In primis, c’è stato l’annuncio, da parte dell’assessore Cupparo (che al momento in cui scriviamo non si sa ancora se è ex, uscente, rientrante o titubante) circa un “interessamento” di Amazon al dar vita a uno stabilimento in Basilicata. La notizia bomba (che secondo alcuni tanto bomba non è, visto che per il momento, secondo anche quanto si è letto sui giornali, si tratterebbe di poco più di un pourparler) ha scatenato comprensibili appetiti, soprattutto elettorali, visto che siamo a un passo dal voto in molti comuni della Basilicata. A tal proposito, c’è chi (e non solo lui) come l’ex sindaco di Satriano, autore di un libro di “ritratti lucani”, teme che troppe chiacchiere davanti al forno si tramutino in perdita di pane, e chi viepiù si interroga sui comportamenti istituzionali dell’assessore regionale citato, che prima dice di volersi dimettere, poi ri-parla da membro dell’esecutivo, e che soprattutto lascia il Consiglio in una situazione di stallo alla messicana (Si è dimesso a tutti gli effetti di legge? Anche da consigliere? E se si è dimesso, davvero, solo da assessore, come evidenzia Nino Grasso, che ci fa Bellettieri ancora formalmente in consiglio?).

Questo per quanto riguarda le opportunità future.

Per quanto attiene alle opportunità “passate”, in settimana è scoppiata anche un’altra bomba, “a grappolo” verrebbe da dire, visto che anche questa innesca tutta una serie di riflessioni. Allo stato dei fatti, l’assessorato allo Sport del Comune di Potenza si è visto bocciare una domanda di finanziamento per un progetto da 700 mila euro sulla riqualificazione del campo di Macchia Giocoli. Le critiche (più che comprensibili, al solo pensare a un mucchio di soldi che volano via con le alette come nei cartoni animati dei Looney Tunes) sono piovute addosso all’assessore Guma (chiamata comunque in causa anche per Potenza 2022) alla velocità della luce. L’esclusione, infatti, sarebbe dovuta al mancato invio di un importante documento, detto alla grossa. Il gruppo consiliare della Lega subito ha difeso, a testuggine in stile “300”, l’operato della Guma, sostenendo che l’errore l’ha fatto il Governo (il documento c’era) e che ricorso e/o richiesta di riesame sarà (e se le cose stanno davvero cosi, come cacchiarola li esaminano i progetti su a Roma?). Stessa cosa ha dichiarato su “La Nuova” l’interessata, la quale, tuttavia, riferendosi alle critiche dell’opposizione, avrebbe detto allo stesso quotidiano «Io avrò anche perso il bando per un errore, ma ci ho provato …chi lavora può sbagliare, e questa è la dimostrazione che va meglio chi non fa nulla» (testuale).

Mah. Viene in mente ancora Cupparo, che annuncia di dimettersi “per motivi familiari”, per fatti suoi, insomma, ma che poi nello stesso comunicato dice che «non ci sono più le condizioni».

In attesa di chiarimenti, che al momento di stampare non ci sono, viene quasi quasi il dubbio che la considerazione che si ha in certi ambienti dell’intelligenza del lettore e soprattutto dell’elettore sia a dir poco inconfessabile.

Walter De Stradis