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Cari Contro-Lettori,

con questo caldo opprimente, viviamo tutti in una sorta di tempo sospeso, anzi, verrebbe dire in “tempi supplementari”, quando cioè ci si sente ben oltre il fischio finale, ma bisogna lo stesso continuare a tirare la carretta, stanchi e sudati.

Questa metafora estiva è solo parzialmente calcistica (domani gioca l’Italia in finale e speriamo almeno di prenderci questa soddisfazione), se pensiamo anche alla questione Acquedotto Lucano e a come Bardi sembra averla spuntata, dopo un estenuante “tuca tuca”, alla lotteria dei rigori.  

Ma poi di problemi me ne restano mille, canta la rediviva Orietta Berti (almeno lei -ci si consenta la battuta- sembra scongelata di fresco) in coppia con quel Fedez che da qualche tempo in qua ha deciso di fare l’opinion leader politico, ma non, ahinoi, di smettere di cantare (ci si ri-consenta la battuta), e infatti in Basilicata è così.  

«Riscontro segnalazioni ricevute in merito alla sospensione dei servizi di assistenza domiciliare a disabili e minori. La sospensione dell’erogazione dei predetti servizi dipenderebbe dalla riduzione delle somme assegnate ai Comuni dalla Regione».

Lo sostiene il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Vincenzo Giuliano per il quale «è necessario, pur nella delicatezza e difficoltà del momento, fare tutto il possibile per continuare a fornire assistenza e supporto, domiciliare e non solo, alle persone con disabilità e alle loro famiglie».

«La sospensione dei servizi in favore dei minori con disabilità ad alta necessità di sostegno socio assistenziale – dice - compromette il percorso di sostegno ed inclusione avviato e aggrava le difficoltà delle famiglie che vengono private di strumenti di sostegno per contenere le gravi problematiche dei minori bisognosi». “Alla luce di tutto ciò – conclude - chiedo che si ricerchino soluzioni in grado di garantire la prosecuzione dei servizi di assistenza domiciliare ai disabili e minori attraverso l’individuazione dei fondi di bilancio necessari».

Senza contare l’intensa testimonianza concessaci (ne leggete a pagina 6) da Michele Quagliano, presidente neo eletto del comitato regionale della Croce Rossa Italiana, che ci racconta di avere ancora la pelle d’oca se pensa al lockdown,«quando in tanti ci chiamavano per avere mascherine e gel, e anche quando non riuscivamo a soddisfare le loro esigenze ci dicevano “Grazie perché almeno ci avete risposto al telefono”, poiché qualcuno chiamava solamente per avere conforto».

E qui torna in balla un vecchio discorso, in questa Terra c’è una Politica, o una classe dirigente se preferite, che “comunica” di continuo successi, ma che non comunica col cittadino e i suoi bisogni.

Menomale che ci sono Chiesa & company, va.

E forza azzurri.

Walter De Stradis