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Cari Contro-Lettori,

 

nella regione del Bardopardo è oggi più che mai vero che tutto cambia, purché non cambi mai niente.

Sabato scorso ci siamo recati al bivio di Calle, fra Grassano e Tricarico –provincia di Matera- per incontrare le autrici di un nuovo libro su Michele Mulieri, già fra i protagonisti di “Contadini del Sud” di Rocco Scotellaro. La sua è la storia di un uomo che negli anni 50 del ventesimo secolo ingaggiò una singolar tenzone con la pubblica amministrazione e la politica, affinchè gli fosse concesso di istallare –con tutti i crismi- una pompa di benzina (e relativi servizi) in quella che, di lì a poco, lui stesso –piuttosto indispettito- autoproclamò “Repubblica autonoma dei Piani Sottani”. Questa versione lucana di “Davide contro Golia”, quella di un lucano che non ne voleva sapere di essere un pupazzo di stracci (un “muppet”) manovrato dai potenti, è tutto sommato a lieto fine (il bar e la stazione di Mulieri sono ancora lì), ma dicevamo però essere emblematica dello stato delle cose che, per molti versi, ristagna nei fatti della nostra regione. Tanto per cominciare, il bivio di Calle –se si guardano le immagini di alcuni documentari con Mulieri degli anni Settanta- in cinquant’anni è rimasto del tutto identico. E questo può anche avere un valore poetico e nostalgico. Ciò che invece sembra ammantato di una significato metaforico, esistenziale o satirico (decidete voi) è che la stazione di servizio per la quale il Presidente dei Piani Sottani si era dato tanto da fare (anche nell’interesse degli abitanti del posto) si chiamava (e si chiama) “RISTORO dell’Anno Santo”. A distanza di sette decenni, la battaglia di Mulieri per evitare ai propri figli il beffardo destino dell’emigrazione e per poter dare concretezza ai suoi progetti di impresa, simbolicamente sembra oggi essersi estesa a tutti i gestori di bar, ristoranti e molte altre attività, ai quali –ahiloro e ahinoi- non resta che sperare nell’arrivo dell’agognato “RISTORO”. Certo, c’è anche chi -in una regione che paga ancora una volto lo scotto della sua “piccolezza” nei confronti dei tanti “Golia” (il marchio di “zona rossa” inflittoci è chiaramente derivativo anche della nostra scarsa densità territoriale)- afferma che è sempre meglio ricevere un pur piccolo “ristoro”, piuttosto che tenere un negozio aperto in un posto in cui la gente non può uscire di casa. Contraddizioni del Sistema? Ma lì, dal loggione, di questo “Muppet Show” genrerale, le “stelle che stanno a guardare” che dicono? Beh, sono in “bambola” anche loro.

In tanto noi cittadini siamo tutti di pezza. A pezzi. E con le pezze al culo.

Walter De Stradis