Nella veste di presidente del Coordinamento Commissioni e Osservatori sul contrasto della criminalità organizzata ha incontrato il Ministro Gelmini, partecipato alla Plenaria della Conferenza dei presidenti ed è stato audito dalla Commissione bicamerale antimafiaCicala_e_Gelmini.jpg

 

 

 

“La sinergia tra Istituzioni è un elemento fondamentale per mettere in campo azioni efficaci per lo sviluppo di una cultura della legalità, elemento essenziale per la crescita dell’Italia”.

Partendo da questo assunto il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, nella veste di Presidente del Coordinamento delle Commissioni e Osservatori sul contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità è a Roma in questi giorni per partecipare ad una serie di incontri su temi decisivi che l'Italia affronta da nord a sud, per realizzare un confronto utile a mettere in campo le strategie più adatte contro i fenomeni malavitosi.

Lunedìscorso Cicala ha preso parte alla Assemblea plenaria della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome in vista dell’incontro con il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, per presentare le attività del Coordinamento delle Commissioni e Osservatori Regionali per il Contrasto alla Criminalità Organizzata e la Promozione della Legalità e “ribadire l’importanza della formazione a partire dalle scuole primarie sino alle università perché solo con una vera educazione alla legalità è possibile aumentare il senso civico”.

“La mafia – dice Cicala - ha paura del coraggio e del cambio di cultura soprattutto dei giovani di questo nostro Paese. Gli insegnamenti dei giudici Falcone e Borsellino, di chi come loro haperso la vita nella lotta alle mafie, di coloro che sono impegnati in prima linea ogni giorno nel contrasto alla criminalità, di chi non ha paura di denunciare perché crede nelle Istituzioni, sono la testimonianza importante dei valori di quella società sana che non si arrende dinanzi alla criminalità organizzata.

Dal primo giorno del mio mandato, l'attenzione verso il tema della legalità è stato molto alto, non solo coinvolgendo giovani e studenti in un percorso di prevenzione, ma scegliendo ogni giorno di agire con trasparenza ed onestà nel rispetto dei valori morali che le Istituzioni devono mantenere per agire per il bene dei cittadini e del territorio”.

“Come coordinamento – afferma il presidente Cicala – stiamo avviando una serie di iniziative legislative volte proprio al contrasto e alla promozione della legalità anche nella nostra regione, consapevoli di quanto importante sia attivarsi perché la criminalità, soprattutto in un momento storico come questo, non trovi terreno fertile ma uno scudo di difesa e protezione da parte delle Istituzioni tutte”.

Oggi il Presidente del Coordinamento delle Commissioni e Osservatori sul contrasto della criminalità organizzata e la promozione della legalità, Cicala ha illustrato alla Commissione bicamerale antimafia il lavoro fino ad oggi svolto a partire dalle due proposte di legge per il contrasto e la promozione della legalità.

La prima proposta “Interventi per la valorizzazione e il riutilizzo di beni ed aziende sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata” è il frutto di una fattiva collaborazione tra l’ufficio legislativo della Conferenza delle Assemblee Legislative e delle Province Autonome, il tavolo tecnico- politico del Coordinamento delle Commissioni e degli Osservatori regionali per il contrasto della criminalità e la promozione della legalità di concerto con l’ANBSC (Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) e l’Anci nazionale.

La seconda legge ha come obiettivo l’istituzione dell’“Osservatorio come organismo di supporto della Regione Basilicata in materia di contrasto e di prevenzione dei fenomeni mafiosi e di criminalità organizzata, nonché di promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”.

“Un chiaro segnale dell’intensa attività legislativa rivolta a fornire ai Consigli regionali gli strumenti utili per contrastare la criminalità organizzata e promuovere la legalità”.

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Il Sindaco di Potenza Mario Guarente ha consegnato un encomio al vicebrigadiere Roberto Falcone in servizio per la Sezione Radiomobile Compagnia Carabinieri di Potenza “il quale, avendo intuito la gravità della situazione in atto, è intervenuto tempestivamente e con grande senso del dovere, salvando la vita a una donna colpita da infarto lo scorso 11 luglio” recita il testo della pergamena consegnata al militare. Nella Sala dell’Arco, sede della cerimonia di conferimento, presenti, il Sindaco del capoluogo lucano, il carabiniere insignito dell’onorificenza, il tenente colonnello Maurizio Laurito, il capitano Alberto Calabria, alcuni consiglieri comunali e i parenti di Falcone. Il Sindaco nel ringraziare il vicebrigadiere per il nobile gesto compiuto ha evidenziato come “l’operare quotidiano dell’Arma sia fatto di tanti straordinari gesti che per gli uomini in divisa rappresentano quasi l’ordinario, ma per noi cittadini sono un baluardo di sicurezza e ci consentono di vivere serenamente la nostra quotidianità. Sono costantemente in contatto con gli uomini dei carabinieri che non fanno mancare la loro presenza e il loro sostegno ai cittadini di Potenza e al loro Sindaco, fin dal mio insediamento”. Per l’ufficiale Laurito, presente in sostituzione del comandante del Comando provinciale, il colonnello Nicola Albanese , “il riconoscimento odierno conferma la vicinanza delle Istituzioni all’Arma e viceversa. Abbiamo necessità di mantenere viva e attiva questa sinergia affinché tutti possiamo collaborare fattivamente al raggiungimento del bene comune”. Commosse le parole di riconoscenza espresse da Roberto Falcone che ha ringraziato il Sindaco, la città di Potenza e tutti i colleghi che gli hanno manifestato vicinanza, complimentandosi per il brillante intervento effettuato”.

 

 

 

 

incidente_3.jpgI Vigili del fuoco del Comando di Potenza, con il personale in servizio presso il distaccamento di Villa D'Agri, alle ore 13.50 circa, sono intervenuti per incidente stradale sulla SS 598 a pochi Km dall'uscita di Villa D'Agri.

I VV.F. arrivati sul posto hanno trovato due automobili ed un camion coinvolti. Per estrarre il conducente dell'Alfa Romeo è stato necessario l'utilizzo del divaricatore, subito dopo le operazioni di recupero il ferito è stato affidato alle prime cure del personale sanitario intervenuto.

Illesi i due uomini che guidavano rispettivamente il mezzo pesante e l'altra autovettura (Kia).

I Vigili del fuoco sono intervenuti con una autopompa ed un fuoristrada per un totale di cinque unità.

Sul posto anche Polizia e 118.

 

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Nella mattinata di mercoledì, a Melfi, a partire dalle 09.30, presso la Villa Comunale “A. Sibilla”, nel 31° anniversario della sua scomparsa, si è svolta una solenne commemorazione in onore del Brigadiere dei Carabinieri Antonio Cezza, che, proprio nella città federiciana, perse tragicamente la vita nell’adempimento del proprio dovere.

Il Brigadiere Antonio Cezza, nato a Cursi (LE) il 15 febbraio 1964, addetto all’Aliquota Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Melfi, morì dopo essere intervenuto, il 17 luglio 1990, nello stesso luogo dell’odierno evento, in cui era stata segnalata una violenta rissa ed aver, per primo, affrontato un malvivente armato di fucile che, alla sua vista, esplose diversi colpi attingendolo al volto.

Le sue condizioni apparvero subito molto gravi e nonostante gli immediati soccorsi ed i disperati tentatavi di salvargli la vita, cinque giorni dopo, nell’Ospedale di Potenza, si spense a soli ventisei anni.

Per il suo atto eroico, gli fu conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare alla Memoria, con la seguente motivazione:

Sottufficiale addetto al Nucleo Operativo e Radiomobile di Compagnia, in data 17 Luglio 1990, appreso che in giardini pubblici era in atto una grave rissa, sebbene libero da servizio e in abiti civili, interveniva prontamente e insieme ad altri militari. Intercettato noto pregiudicato, armato di fucile e in atteggiamento minaccioso, lo affrontava con grande sprezzo del pericolo, precedendo i commilitoni. Veniva ferito mortalmente dalla ravvicinata azione di fuoco da parte del malvivente a cui aveva intimato la resa. Fulgido esempio di elette virtù militari, altissimo senso del dovere e di generoso altruismo fino al supremo sacrificio.”

La cerimonia, a cui hanno partecipato il papà Giovanni ed il fratello Giuseppe del militare, ha avuto luogo alla presenza del Tenente Colonnello Maurizio Laurito, in rappresentanza del Comandante Provinciale Carabinieri di Potenza, Generale di Divisione (r) Luigi Finelli, Ispettore Regionale dell’Associazione Nazionale Carabinieri e Colonnello (r) Mario Tusa, Presidente della locale Sezione ANC, intitolata proprio al Brigadiere Cezza.

L’evento ha vissuto due momenti significativi, allorquando è stata deposta una corona di fiori presso la “Stele” eretta nella Villa Comunale, ad imperitura memoria dell’eroico Carabiniere, a cui è seguita la celebrazione della Santa Messa in suo suffragio presso la parrocchia del “Sacro Cuore”, officiata da Mons. Ciro Guerra.

L’Arma dei Carabinieri ha reso omaggio alla memoria del suo giovane militare, con la sentita partecipazione di una numerosa rappresentanza di personale della Compagnia Carabinieri di Melfi e dei colleghi in congedo della Sezione dell’ANC, ai quali si sono uniti gli appartenenti delle altre analoghe Associazioninonché i responsabili della Polizia di Stato, Polizia Locale, oltre ad Autorità comunali.

La manifestazione è culminata con un sentito intervento del Ten. Col. Laurito, il quale ha ricordato l’estremo sacrificio compiuto dal Brigadiere Cezza, figura eroica che incarna i valori etici e morali cui si ispira, nella quotidianità, l’operato del Carabiniere.

La cerimonia commemorativa è stata impreziosita da una nutrita partecipazione di cittadini, riuniti in commosso raccoglimento.

 

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POTENZA- Emessi dal Questore di Potenza Antonino Pietro Romeo sette provvedimenti di divieto di accesso ai locali pubblici ai sensi dell'art. 13 bis D.L. 14/2017 (D.A.C.Ur.) a tutti i pubblici esercizi e di intrattenimento situati in viale Dante, via Verdi ed in parte di via Vaccaro per la durata di dodici mesi per quattro dei sette soggetti coinvolti e per sei mesi per gli altri tre partecipi -  di cui due ragazze.

Quattro ragazzi tra i venti ed i trent’anni, due giovani ragazze che li accompagnavano nonché un parente di oltre 60 anni di due dei giovani coinvolti, si sono resi responsabili, nel marzo scorso, di una rissa nei pressi di un locale bistrot enoteca, sito in viale Dante, distante poche centinaia di metri dalla Questura.

Grazie al pronto intervento della Squadra Volante dell'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, i sette venivano identificati nell’immediatezza dei fatti, prima che questi potessero degenerare oltre; ciononostante, visto l’orario pomeridiano di un giorno feriale e la presenza di molti esercizi commerciali normalmente frequentati a quell’ora dalla cittadinanza, il rischio che potessero essere coinvolte persone estranee ai fatti era molto concreto, tanto che veniva allertata la locale Sala Operativa, poiché la situazione determinatasi aveva creato notevole allarme.

I soggetti coinvolti venivano tutti deferiti all’Autorità Giudiziaria per il reato di rissa, che viste anche le chiare risultanze investigative, indirizzava a tutti l’avviso di conclusione indagini.

Sulla scorta della ricostruzione operata dall’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, la Divisione Anticrimine istruiva i predetti provvedimenti che venivano poi notificati agli interessati.

I soggetti colpiti dalla misura, per un periodo che va da un minimo di SEI MESI ad un massimo di DODICI MESI, non potranno accederené stazionare nelle immediate vicinanze di tutti i pubblici esercizi (es. bar, ristoranti, pub, etc.) e di intrattenimento presenti in Viale Dante, nella prospiciente via Verdi, nonché in un tratto di via Vaccaro, in quanto luoghi interessati dai fatti sopra descritti.

Quest’ulteriore provvedimento di prevenzione ‘atipica’ (cd. DASPO Willy) adottato dal Questore di Potenza dimostra ancora una volta la sensibilità e l’elevata soglia di attenzione che l’Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza Questorile sta ponendo, affinché la ripresa post-pandemica avvenga nel pieno rispetto del vivere civile, a tutela della cittadinanza di questo capoluogo e, più in generale, dell’intera Provincia; nonché nell’interesse dei tanti pubblici locali presenti che necessitano di salvaguardia e garanzie, affinché la loro immagine non sia in alcun modo associata a fenomeni violenti, che potrebbero pregiudicare, di conseguenza, anche la ripresa economica, scoraggiando le tante persone perbene, di ogni età, che intendono trascorrere delle giornate serene, senza dover temere di poter essere, involontariamente, coinvolte in ‘scorribande’ adottate da pochi soggetti violenti.

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Il presidente del Consiglio e presidente del Coordinamento Commissioni e Osservatori sul Contrasto della Criminalità organizzata: “Si tratta di due proposte di legge, nate in seno al Coordinamento per il contrasto alla criminalità organizzata da me presieduto”

Sono state protocollate dal presidente del Consiglio regionale della Basilicata e presidente del Coordinamento Commissioni e Osservatori sul Contrasto della Criminalità organizzata e promozione della legalità, in seno alle Assemblee legislative e delle province autonome, Carmine Cicala, due proposte di legge per il contrasto e la promozione della legalità.

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L’Associazione della Stampa e l’Ordine dei Giornalisti della Basilicata in una nota «esprimono solidarietà ai colleghi Roberto Marino e Leo Amato del Quotidiano del Sud insieme a una immutata fiducia nell’operato della Magistratura, in merito all’Ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catanzaro, che ha disposto l’imputazione coatta per i colleghi giornalisti in relazione alle cronache della vicenda giudiziaria apertasi, anni fa, sulla morte di una donna avvenuta nel 2013 all’ospedale San Carlo di Potenza.

Il diritto di cronaca e di critica è un pilastro della democrazia. Non si fonda certo sul principio della infallibilità di giornali e giornalisti ai quali, qualora ritenuto necessario, si ha diritto di chiedere replica ed eventuali rettifiche. Ma non può neppure essere conculcato con lo strumento delle querele e dei veti. Né ci pare auspicabile la riproposizione di azioni giudiziarie a distanza di anni dai fatti accaduti.

L’Associazione della Stampa e l’Ordine dei Giornalisti della Basilicata, nel riaffermare il valore primario della libertà di stampa, che va sempre bilanciato con il rispetto della dignità delle persone, sono al fianco dei colleghi giornalisti diventati bersaglio di azioni giudiziarie per aver svolto il proprio lavoro dando conto di possibili condizionamenti nell’ambito della vicenda in oggetto.

Il diritto di cronaca e di critica può essere svolto avendo come unico faro guida i principi affermati dalla Costituzione e il diritto di ogni cittadino a essere informato sui fatti di pubblico interesse».

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA SEGUENTE RICHIESTA DI RETTIFICA

 

 

 

In riferimento agli articoli pubblicati dalla Sua testata nelle date dell'11/7/2015 ("Giustizia e dintorni: arrivederci in autunno" di Ivan Russo), 23/3/2016  ("Caso San Carlo e dintorni. Troppe parentele in tribunale?" di Generoso Galina), 2/4/2016 ("Giustizia Chiacchierata. Il San Carlo, il Tribunale e ...le <Voci di Dentro>" di Ivan Russo), 7/5/2016 ("Il Giudice e la <controregistrazione>: la polemica non trova <serenità>" di Generoso Galina), 25/6/2016 ("Il caso San Carlo e la <controregistrazione> La verità non può più aspettare" di Ivan Russo), 9/7/2016 ("Il Giudice e il <caso San Carlo>: <Una situazione di stallo inaccettabile>" di Alessandro Singetta), 16/7/2016 ("<Che pasticcio al tribunale di Potenza!>" di Walter De Stradis), 30/7/2016 ("Tribunale di Potenza: aspettando Godot oppure settembre?" di Ivan Russo), 24/9/2016 ("Non abbandonate il caso Romaniello" di Maurizio Spera) e 16/3/2019, dal titolo "La replica dell'avvocato Singetta: <La mia un'opinione garantista, volta ad invocare chiarezza>" (pag. 6 dell'edizione cartacea, tuttora presente sul sito web di codesta testata), accogliendo la richiesta presente nei menzionati scritti di non abbandonare la vicenda e di attendere provvedimenti giudiziari, la sottoscritta Gerardina Romaniello, magistrato in servizio presso il Tribunale di Salerno, ad integrazione delle precedenti,  chiede che venga disposta la rettifica nei seguenti  termini.

La Procura della repubblica di Catanzaro, a seguito di ordinanza del G.I.P., ha esercitato l'azione penale nei confronti di Roberto Marino e Leo Amato del Quotidiano del Sud, in relazione ai reati di calunnia e di ricettazione, commessi in danno della scrivente e del dr. Fausto Saponara.

Quanto alla calunnia, secondo l'imputazione, i due, in concorso tra loro, con esposto verbalizzato presso la Procura della Repubblica di Potenza in data 17.3.2016, incolpavano falsamente la scrivente e il dr. Saponara, dei reati di diffamazione, calunnia e abuso d'ufficio ai danni di Iuele Giuseppe, nonché ai danni di organi aziendali ed istituzionali, con articoli dal contenuto diffamatorio e calunnioso.

Nello specifico, attraverso il predetto esposto e gli oltre cinquanta articoli diffamatori, incolpavano falsamente la scrivente e il dr. Saponara di un complotto fasullo, nonostante le misure cautelari applicate per la vicenda dell'exitus e nonostante le segnalazioni ad organi istituzionali; descrivevano falsamente la scrivente come subdola promotrice della carriera del marito, e le addebitavano ingiustamente, quale giudice del Tribunale di Potenza e di Iuele Giuseppe in particolare, di svolgere le sue funzioni con il vizio di un grave pregiudizio ai danni dell'imputato Iuele.

A titolo di prova, contestualmente all'esposto, depositavano copia di CD rom, che asserivano falsamente essere pervenuto pochi giorni prima, in forma anonima, presso la redazione di Potenza del Quotidiano del Sud; tale CD rom, in realtà, era stato da loro stessi confezionato in data 15/3/2016 apponendovi la registrazione, clandestinamente effettuata dalla giornalista Cavallo (con il concorso morale e materiale di Iuele Giuseppe), della conversazione dalla stessa avuta, nella data del 16/7/2014, con la scrivente ed il suo coniuge; tale registrazione, soprattutto, era stata dagli stessi imputati Amato e Marino manipolata e alterata, tagliandone preordinatamente le parti iniziale e finale, dalle quali emergeva la presenza e la voce di Iuele, ed il contributo di questi, in concorso con la giornalista Cavallo, nella captazione abusiva del colloquio tra Cavallo, la scrivente e il dr. Saponara e nella istigazione maliziosa da parte della giornalista Cavallo, diretta ad ottenere da parte della scrivente l'espressione di un giudizio personale su Iuele Giuseppe.

Quanto alla ricettazione, secondo l'imputazione, Marino e Amato, in concorso, ricevevano da Cavallo Giusi e Iuele Giuseppe il file audio registrato dalla predetta giornalista in data 16/7/2014, provento del delitto di cui agli artt. 167, 5 e 23 del D.lgs. 196/2003, in quanto contenente la registrazione, clandestinamente effettuata dalla predetta Cavallo (con il  concorso di Iuele Giuseppe), della conversazione dalla stessa avuta, in data 16.7.2014.

Tale condotta era posta in essere al fine di trarne profitto, ed in particolare:

- al fine di conseguire il delitto di cui calunnia e quello di diffamazione a mezzo stampa, ed incrementare così le vendite del Quotidiano del Sud – Edizione della Basilicata, mediante una campagna stampa scandalistica e violenta;

- al fine di trarne vantaggio nella causa civile presso il Tribunale di Potenza, che vedeva convenuti Amato e la sua testata per una richiesta di risarcimento danni avanzata contro di loro dal dr. Saponara, in ragione di una precedente campagna di stampa diffamatoria dallo stessa subita ad opera della medesima testata giornalistica: in tale procedimento, infatti, depositavano una trascrizione anonima, parziale ed infedele del file audio in esame, già utilizzato per la pubblicazione di ulteriori articoli lesivi dell'immagine del medico.

La presente rettifica si impone a tutela della propria immagine di magistrato, al servizio esclusivo dello Stato, atteso che codesta testata non ha verificato la veridicità in sé della notizia della consegna del cd-rom all'AG, sotto il profilo della completezza, non rivelando la verbalizzazione di un vero e proprio esposto da parte di Marino e, soprattutto, di Amato, gravato da pregressa azione risarcitoria e, dunque, portatore di un interesse personale alla diffusione di notizie calunniose e diffamatorie, onde trarne un ingiusto vantaggio processuale, ed ha invece riportato – in adesione fideistica agli intenti dei protagonisti del piano mediatico in danno di un magistrato - frasi asseritamente testuali della scrivente, deliberatamente avulse dal contesto, dolosamente interpretate in modo ingannevole, capzioso ed ostile, al fine principale di provocare l'intervento del C.S.M..

Proprio il notorio impegno professionale ed il senso dello Stato dimostrati dalla scrivente nell'esercizio delle sue funzioni di GIP e Presidente del Tribunale del riesame di Potenza avrebbero imposto - prima di riportare frasi asseritamente della scrivente, manipolate negli intenti per fuorviare organi istituzionali e danneggiare ingiustamente un magistrato -  di verificare preliminarmente la genuinità della registrazione (risultata, invece, alterata con il taglio delle parti iniziali e finali, ove erano evincibili la preordinazione della captazione abusiva in funzione della presenza della scrivente al colloquio e il resoconto della Cavallo all'imputato Iuele), nonché l'attendibilità di tesi del tutto bizzarre, quali la consegna del cd-rom ad opera di un anonimo o quella del trafugamento della registrazione dagli archivi.

 

Gerardina Romaniello, magistrato

 

 

 

 

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"Il sottosegretario all'Editoria e vicepresidente dei senatori di Forza Italia Giuseppe MOLES dopo aver ricevuto l'ennesima lettera anonima contenente esplicite intimidazioni e minacce di morte, ha sporto denuncia presso le Autorità competenti; non è la prima volta che si verifica un accadimento di questo genere, in questo caso ancor più preoccupante perché imputato anche alla funzione di governo che sta svolgendo". Lo comunica il portavoce del Sottosegretario all'Editoria Giuseppe Moles.

 

 

"La mia solidarietà all'amico Giuseppe Moles, vittima di ripetute lettere anonime con intimidazioni e minacce di morte. Un uomo delle Istituzioni da sempre al servizio del Paese, che serve con disciplina e onore all'interno del Governo e che merita il massimo sostegno e la massima tutela da parte di tutti". Lo afferma in una nota il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.

 

 

 

 

 

 

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Nei giorni scorsi sono stati emessi per la prima volta in provincia di Potenza, 3 provvedimenti di divieto di accesso ai locali pubblici da parte del  Questore di Potenza. Destinatari del provvedimento, tre cittadini domiciliati nel comune di Lavello (PZ) che, in pieno centro e in orario serale, hanno dato vita ad una rissa incuranti delle persone e delle famiglie in giro a quell’ora, dato il clima primaverile e la giornata festiva. Questi provvedimenti, unici nel loro genere in tutta la Provincia, - si legge in una nota della Questura del capoluogo lucano - inseriscono la Polizia di Stato di Potenza, con la Divisione Anticrimine che ha compiuto l’istruttoria, tra le prime d’Italia ad aver utilizzato questo strumento di prevenzione, che nel 2020 ha subito importanti modifiche che ne hanno ampliato la fattiva utilizzabilità in contesti di grave violenza urbana, simili a quelli verificatisi nel caso di specie. I soggetti colpiti da questi provvedimenti non potranno per un periodo che va da uno a due anni, a seconda delle rispettive condotte e gradi di pericolosità soggettiva, accedere ai locali pubblici (es. bar, ristoranti, pub, etc.) né portarsi e stazionare nelle immediate vicinanze di una delle vie più centrali del comune di Lavello.

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