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di Walter De Stradis

 

A guardare il dinamico Pasquale Tucciariello, educatore, insegnante, giornalista e anche politico di stanza a Rionero in Vulture, ben si comprende perché sovente si senta dire: «I Settanta di oggi sono i nuovi Cinquanta». Tanto più che il Nostro, presidente del Centro Studi Leone XIII, da qualche tempo è anche il coordinatore regionale della Federazione Popolare dei DC. Che non è cosa da poco, visto che detta Federazione si propone di unire sotto un’unica egida tutti coloro che si definiscono “della Democrazia Cristiana”.

d: Come giustifica la sua esistenza?

r: Camminando con Cristo al mio fianco. Il nostro obiettivo comune dovrebbe essere proprio quello di dare un senso alla nostra esistenza. Sono del parere che una famiglia sia composta da padre, madre e figli. Sono cose “tradizionali”? Proprio così, e vanno riempite di contenuti, giorno dopo giorno.

d: Lei dice di “parlare ai giovani”: mi spiegava a microfoni spenti che uno degli scopi dei Centri Studi Leone XIII (presenti a Rionero, Matera, Roma e fra poco Trieste- ndr) è proprio quello di dire ai giovani di FARE politica.

r: Paolo VI diceva che la politica è la più alta forma di Carità umana. Fede e Speranza non bastano, ci vuole la Carità, per entrare a contatto con la gente. Di qui la Politica, che significa aiutare chi ha bisogno, ma anche chi non ha bisogno.

d: Pertanto, il messaggio rivolto ai giovani di “fare politica” non significa necessariamente CANDIDARSI. Cosa che invece sembra essere il “trend” attuale, specie degli improvvisati…

r: Devono fare scuola politica. Per questo i giovani che vengono da noi fanno formazione, orientamento (io sono un orientatore specializzato dell’Unibas). E dare forma alla mente non significa indottrinamento, ma costruire insieme i saperi e dare delle risposte.

d: Come coordinatore regionale della Federazione dei Dc ha avuto un incontro con Vito Bardi. Mi consenta la battuta: è già abbastanza fortunato, perché pare che nemmeno tutti i sindaci, per dirne una, abbiano avuto questa possibilità. Dal resoconto che lei stesso ha scritto, si evince che lei ha fatto notare al Governatore il voto che gli avete dato alle ultime elezioni, al quale però non sarebbe seguito un adeguato “coinvolgimento”. Tradotto: volevate anche voi Dc una qualche “postazione”?

r: Assolutamente no. Io parlavo solo di “programma”. A Bardi ho presentato la nostra agenda politica: Monticchio, il Crob, Stellantis, la superstrada, la ferrovia, la trans-collinare di Matera, il centro di geodesia spaziale…

d: Che impressione ha avuto del Presidente?

r: Ottima, ottima. Per me è una persona perbene e seria. E gli abbiamo assicurato che non vogliamo postazioni.

d: Ma gli avete rinnovato il sostegno.

r: Gli ho fatto presente che, specie in riferimento all’agenda di cui sopra, noi vogliamo cambiamenti significativi nella politica regionale.

d: Perché finora…

r: … non li abbiamo visti. Prenda la forestazione: non le sarà sfuggito che ogni anno vengono spesi circa 50 milioni di euro per circa 4.800 operai forestali (senza contare il Consorzio di Bonifica, che ha cento dipendenti, che sono stati cinque mesi senza stipendio).

d: Lei dice: la Basilicata a questo punto dovrebbe essere un “giardino”, tipo Svizzera.

r: Anche di più. 50 milioni di euro, 4.800 operai distribuiti sul territorio regionale… ne consegue che dovrebbero esserci fiori e pulizia dappertutto.

d: E dov’è che il meccanismo s’è inceppato?

r: Il controllo, la direzione… sembra che si diano soldi alle persone per farle vivacchiare, ma non è così che si fanno le cose…

d: Sa che i forestali si arrabbieranno a leggere le sue parole?

r: E cosa mi interessa? Lei lavora, c’è un editore che la paga, a cui interessa che lei svolga bene il suo lavoro e porti a casa il risultato; a scuola era la stessa cosa, c’era un piano di lavoro, un programma, il preside controllava…

d: E quindi lei cosa farebbe?

r: Innanzitutto formerei gli operai, formerei delle maestranze motivate. Non a caso io ho già parlato di una necessaria “forte motivazione al lavoro”.

d: Se fossero assunti in pianta stabile potrebbe essere questa una “forte motivazione al lavoro”?

r: Certamente sì.

d: C’è chi teme però il contrario.

r: Ma no, questa precarietà danneggia. Oggi si lavora, domani non si sa… ci pagano, non ci pagano…

d: Ma secondo lei la Regione i soldi ce li ha per stabilizzarli tutti?

r: I cinquanta milioni ci sono, e li spendono da decenni. E la Basilicata è sporca. Guardi le strade per venire a Monticchio. Non è possibile avere a disposizione 4.800 persone e poi riscontrare questi risultati.

d: Se non erro nella vostra agenda c’è anche il ripristino della funivia di Monticchio.

r: Bardi è rimasto sorpreso della richiesta, ma anche possibilista.

d: Se la ricordava, lui, la funivia?

r: Non saprei, sono passati più di quarant’anni (la funivia non c’è più dal 1979). Ma forse sì, perché lui ha settant’anni ed è uomo della zona: il papà era il presidente del Tribunale e i Bardi sono una famiglia molto stimata da queste parti. Anche da me.

d: Quindi a Bardi è piaciuta l’idea.

r: A quanto pare molto. Solo che in Regione c’è poi bisogno di qualcuno che si metta a lavorare sulla cosa, perché ho l’impressione che manchi proprio chi materialmente possa occuparsi dei problemi.

d: Forse non è ritenuto un problema primario.

r: Ma no, è che non siamo abituati al lavoro.

d: Ma materialmente, cosa comporterebbe il ripristino del servizio?

r: Basta prendere carta e penna: se si mettono insieme tre bracci della funivia (Monticchio-Monte Vulture; Melfi-Monte Vulture; Rionero/Atella-Monte Vulture), significherebbe, per dirne una, portare ogni anno 50mila persone in più da queste parti. Calcoli un biglietto di dieci euro a persona, aggiunga gli zeri, e si renderà conto che i 30/40 milioni necessari all’opera verrebbero ammortizzati in pochissimo tempo.

d: Con Bardi avete parlato anche del parco del Vulture…

r: Sì, ho detto al Presidente che bisogna nominare il presidente (sorride) e smetterla con questa manfrina. I sindaci si sono comportati male, anzi, malissimo, ma adesso la Regione deve darsi una mossa (oggi, mercoledì, c’è un incontro apposito in commissione). E’ tempo di nominare almeno uno dei due tecnici che sono stati identificati, entrambi persone di valore.

d: Parliamo anche del Crob: è chiaro che voi siete contro ogni tipo di delocalizzazione o depotenziamento, ma lei è stato anche critico con l’attuale dirigenza. La sua posizione è quella di un cambio di passo, perché?

r: TUTTI gli ospedali devono cambiare passo. Il Crob, visto che me lo chiede, deve cambiare la governance, che deve essere molto più rispedente alle necessità di un istituto di ricerca: che sia veramente tale e che soprattutto abbia medici che non se ne scappano. I medici di valore vanno trattenuti.

d: Più in generale: come ha retto il “Sistema Basilicata” (politico e sanitario) allo tsunami del Covid?

r: Oggi la Basilicata è la prima per rapporto vaccini-popolazione.

d: Quindi tutto ok.

r: Adesso, ma prima no. Bardi ha corretto il tiro. Guardi, se una critica va fatta, è all’assessore alla sanità, non a tutto il sistema.

d: Quale sarebbe questa critica?

r: Io non lo ritengo in grado di fare l’assessore alla sanità. E’ un ottimo medico, ma è un pessimo assessore. Lo sanno anche le pietre, dico un’ovvietà.

d: Sarà ovvio per lei. Qual è l’errore più grosso che gli imputa?

r: Non aver capito per tempo che le persone avevano bisogno di essere avvicinate e assistite, subito. I tamponi dovevano essere fatti subito.

d: Ma non era magari anche un problema nazionale, di carenza di tamponi?

r: Un politico deve guardare lontano, non fermarsi all’oggi. Deve intuire ciò che accadrà di lì a breve.

d: Quindi lei vedrebbe bene un rimpasto in giunta?

r: Certo, sì. Non solo per la sanità. Devono mettersi in testa che la Basilicata deve e può farcela. C’è molto lavoro da fare, anche perché in cassa arrivano tantissimi soldi.

d: E adesso ne arriveranno ancora di più.

r: 196 miliardi e mezzo non sono pochi. Bisogna cambiare passo, cambiare la governance, negli ospedali, al consorzio di bonifica…

d: Sta facendo quasi un discorso da “rottamatore”.

r: La Basilicata ha bisogno di andare avanti.

d: E sulla faccenda di tutti quei “campani” chiamati da Bardi, come si pone?

r: Questo è stato un errore suo. Può anche non essere un problema se ci sono i risultati, ma è comunque una sconfitta per noi lucani. Non ci sono dirigenti adeguati in Basilicata? Io credo che ci siano, e se anche non ci sono, si formano.

d: Mi dice una cosa buona della Basilicata?

r: Innanzitutto Bardi. Sono innamorato di Bardi? Della sua serietà. E di Presidenti ne ho conosciuti tanti…non mi faccia fare nomi...

d: Però diceva che finora i risultati…

r: …forse non dipendono tanto da lui…

d: …ma se avesse potuto parlargli confidenzialmente, piuttosto che ufficialmente, cosa gli avrebbe detto?

r: «Caro Presidente, cosa pensa di aver realizzato in questi due anni? Se me lo scrive in tre o quattro punti, ne prendo coscienza. Ritiene davvero di aver apportato un cambiamento significativo nella società lucana? Vorrei sapere quale».

d: Però ha fiducia lo stesso.

r: Sì, perché è una persona seria.

d: Allora cosa dovrebbe fare?

r: Chiamare a rapporto i suoi assessori, o la sua maggioranza, e dire: «Sentite, o ci diamo una mossa, o me ne vado. O ve ne andate a casa voi. Il mio è un cognome rispettato in Basilicata e io non posso fare brutte figure col mio popolo».

d: Come vede il futuro, da qui a dieci anni, della Basilicata?

r: Sono fiducioso. Il mio mentore Enzo Cervellino, grande cattolico e democristiano, diceva: «La politica viaggia sulle gambe degli uomini». Ergo, mettiamo gli uomini giusti. Altrimenti rimarremo così come siamo, anzi peggio.

d: Il film che la rappresenta?

r: Il film che feci io, scritto e prodotto nel 1991, “Quinto Orazio”.

d: Il libro (non mi dica uno dei suoi)?

r: Trovo che i libri di Giuseppe Lupo siano grande letteratura.

d: La canzone?

r: Mi piacciono i Pooh.

d: Fra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?

r: L’epigrafe di Kant: «Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me».