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di Antonella Sabia

 

Alzi la mano chi in questi giorni non è stato improvvisamente assalito dalla nostalgia. È maggio, il mese di San Gerardo, e ante covid, in questi giorni avrebbero preso il via diverse iniziative alla riscoperta delle tradizioni e della cultura potentina. Giorni di festa che culminavano nella Storica Parata dei Turchi tra le vie della città, diventate da anni teatro di una rievocazione storica che attira gente da tutta la provincia. Ovviamente a causa della pandemia ancora in corso, per il secondo anno Potenza dovrà rinunciare alla sua festa ma si svolgeranno una serie di “eventi talmente ben strutturati, spettacolari, e con un impatto così notevole, che non vanno considerati alternativi alla Parata, ma come una madre da cui generare eventi, che produrranno altri eventi per tutto l'anno”, stando alle parole dell'assessore D'Ottavio, durante una conferenza che si è tenuta negli scorsi giorni.

A dare un contributo sostanziale alla festa di San Gerardo, c'è l'associazione dei Portatori del Santo, che oltre a prendere parte alla Parata, portando a spalla il tempietto del Santo Patrono, organizzava il famoso Pranzo dei Portatori e, nei tre giorni antecedenti la festa, momenti di aggregazione sotto il nome della tradizione potentina, dalla musica, all'enogastronomia. Che aria si respira in queste settimane? Lo abbiamo chiesto a Gennaro Favale, presidente dell'associazione.

D: Cosa c'è in programma per questa seconda festa patronale ai tempi del Covid?

R: Siamo ancora in attesa di avere delle autorizzazioni per qualche iniziativa, ma sicuramente porteremo il tempietto in un luogo centrale della città, presumibilmente in via Pretoria, per consentire a tutti i potentini perlomeno di fare una preghiera a San Gerardo. Sarà uno spazio di grandi dimensioni per consentire anche il rispetto di tutte le regole e norme anti covid. Stiamo condividendo le idee con le altre associazioni e l'amministrazione, soprattutto per evitare che si possano creare assembramenti, tutto questo necessita di un coordinamento tra polizia municipale e prefetto.

D: Ci saranno altre iniziative targate “Portatori del Santo”?

R: Con le dovute correzioni, l’iniziativa de “I Portatori a scuola” non si è mai fermata. Abbiamo continuato a raccontare ai nostri bambini la storia legata alla Parata dei Turchi, e continuiamo a mettere in scena il teatro dei burattini nelle scuole che danno la loro disponibilità. Saremo all’Istituto Canossiane con il teatrino nella prossima settimana, mentre in altre scuole del capoluogo siamo entrati in modalità digitale. Abbiamo organizzato inoltre il contest dei disegni legati alla Parata, al quale possono partecipare non solo le scuole e gli alunni ma qualsiasi cittadino.

D: Cosa manca di più della festa?

R: Tutto, ovviamente. Durante la festa di San Gerardo si ritrova la città dopo che si è attraversato il periodo invernale, è il momento di guardare oltre, il momento della convivialità, atteso e necessario per i potentini, al di là degli aspetti storici e religiosi. Non viverlo per due anni consecutivi pesa a tutti, senza distinzione di età, di classe sociale, è un momento in cui vivere la “potentinità” in maniera spontanea, allegra e gioiosa, sempre nel rispetto delle tradizioni. Ovviamente tutto questo non può essere sostituito in nessun modo, e da alcuna forma mediatica o digitale.

D: Come si riaccenderà Potenza dopo il Covid?

R: È difficile da prevedere, la voglia di ritrovarsi è tanta, di recuperare tutto il tempo perduto e quelle situazioni che non abbiamo potuto vivere in questi anni. È altrettanto vero che le preoccupazioni ci sono, c’è una ritrosia nel ritrovarsi nei luoghi comuni, oggi appare una cosa talmente vecchia, sembra siano passati cinquant’anni dall’ultima volta che in piazza, si ballava e ci si abbracciava. Sarà sicuramente particolare, ma bello, non vediamo l’ora...speriamo il prossimo anno.

D: Stiamo vivendo una pandemia, bisogna rispettare le regole, ma le amministrazioni comunali e regionali avrebbero potuto fare di più?

R: Per quanto riguarda le amministrazioni non so che cosa si poteva o si può fare. Le nostre iniziative coinvolgono in primo luogo i cittadini in certe modalità e certe forme, quindi stare insieme, ballare, divertirsi e vivere momenti di convivialità, che non sono replicabili in altro modo e oggi sarebbe impossibile fare. Sono dell’idea che non si può trovare una via di mezzo, perciò fino a quando non si potrà tornare tutti, senza distinzione, con le nostre modalità e nel rispetto della nostra storia, non si fa e amen. Non si può pensare di organizzare una festa a distanza, o di organizzarla per poche persone, lo stesso vale per i concerti, lo stadio. Gli eventi online sono dei palliativi, non si può replicare una festa popolare. Esporre i simboli è un modo semplicemente per non far passare inosservato un periodo così importante per la nostra città.

D: Lo scorso editoriale di Controsenso parlava di San Gerardo “rottamato” da San Gennaro, che dice a proposito?

R: La provocazione è sicuramente molto simpatica, io sono una persona che non si tiene niente dentro, a prescindere che sia destra-sinistra, sopra-sotto, non guardo in faccia a nessuno. Durante il periodo di San Gerardo però mi “auto congelo” per evitare che una festa che coinvolge tutti, possa essere utilizzata per fini politici.

D: Quale miracolo spera che San Gerardo possa fare per la città?

R: Eh beh, sicuramente di far ritornare la vita come era prima. È la cosa più importante, ritrovare la felicità e la voglia di stare insieme senza il timore di condividere dei momenti, se ci pensiamo è la cosa più bella della vita... e se possibile, pure la serie B del Potenza!