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di Antonella Sabia

 

Mercoledì, nella stessa giornata in cui si è avuto un lieve aumento dei contagi in Regione, stando ai numeri diramati dalla task force regionale, è cominciata la fase di vaccino per la popolazione lucana ultra ottantenne, a partire dal Comune di Forenza (PZ).

Con il dott. Ernesto Esposito, Direttore del Dipartimento Politiche della Persona e Sanità, abbiamo fatto una panoramica sul tema vaccini, popolazione fragile e sui risultati raggiunti a distanza di un anno dall’inizio della pandemia.

D: La somministrazione dei vaccini procederà in un comune per volta o contemporaneamente?

R: Tutto dipende dalla disponibilità delle dosi che abbiamo, che oggi non sono presenti in maniera massiccia come si può pensare. Ci vengono fornite regolarmente, ma tenga presente che una quota (circa il 30%) deve essere stoccata per effettuare il richiamo.

D: È già stata stilata una lista di questi comuni?

R: Abbiamo iniziato con Forenza, domani (giovedì scorso, ndr) procederemo con Oliveto Lucano, poi ci sarà Cirigliano per quanto riguarda l’ASM. Proseguiremo dando la priorità ai Comuni che hanno una maggiore densità (in percentuale) di cittadini ultraottantenni per singolo distretto.

D: A proposito della prima fase dedicata al personale sanitario e ospiti di RSA, a che punto siamo come copertura vaccinale?

Tra la città di Potenza e la provincia, mancano all’appello circa 29 case di riposo. Purtroppo il blocco dei vaccini ha rallentato il processo. Si consideri comunque che siamo intorno all’83% delle dosi somministrate, tendendo conto del 20% di dosi stoccate, quando il Ministero ci raccomandava di stoccarne almeno il 30%. Ci siamo spinti già un po’ oltre.

D: È prevista qualche consegna nel breve periodo?

R: Oggi (mercoledì scorso, ndr) è prevista una consegna di Moderna, circa 1200 dosi. Ieri (martedì scorso – ndr) ne sono arrivate circa 3000 di Pfizer, e un’altra consegna massiccia è prevista la settimana prossima. Più in là, inizieranno anche le consegne da parte di AstraZeneca.

D: Ci sarà una differenziazione in base alle fasce d’età?

R: La popolazione ultra 55enne, tutto il personale sanitario e sociosanitario, verrà vaccinato con Pfizer o Moderna. Mentre tutta la popolazione al di sotto dei 55 anni, che non appartiene a categorie a rischio, pazienti fragili con almeno una comorbilità, verrà vaccinata con AstraZeneca.

D: A proposito delle categorie più fragili, in cui sono coinvolte tante altre patologie e fasce d’età anche giovanili, quando sarà il loro turno?

R: Subito dopo gli ultra ottantenni, si procederà con tutti i pazienti più fragili, di tutte le età. Queste sono le disposizioni del Ministero, su indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico.

D: Qualche settimana fa intervistammo il presidente ANCI Basilicata, Salvatore Adduce, proprio sul piano vaccinale, sul coinvolgimento delle amministrazioni locali. Come sono i rapporti tra i Sindaci lucani e il Dipartimento Salute?

R: C’è la massima collaborazione. Siamo l’unica regione in Italia che ha istituito un punto vaccinale in ogni Comune, mentre in quasi tutte le altre regioni sono stati istituiti pochi punti vaccinali dando l’onere al cittadino di recarsi direttamente nel più vicino. Questo è stato molto apprezzato dai sindaci, all’inizio ci hanno fatto presente che c’erano delle difficoltà relativamente alla raccolta dei dati, ma attraverso una serie di incontri in video conferenza è stato spiegato come fare. Tutto questo servirà a evitare che un cittadino, magari di una certa età, debba fare chilometri, trovare qualcuno che l’accompagni, creando non pochi disagi, quindi credo che quello che stiamo facendo sia una cosa fondamentale.

D: Tornando ai ritardi sulle consegne dei vaccini, secondo lei si corre il rischio che possano diventare meno efficaci rispetto alle nuove varianti?

R: La letteratura scientifica internazionale ci dice che i vaccini Pfizer e Moderna sono efficaci anche sulle varianti fin qui studiate. L’unica eccezione è AstraZeneca che pare non sia efficace sulla variante sudafricana.

D: La Basilicata è stata più volte presa come esempio virtuoso per la gestione e il contenimento della pandemia, in questi giorni anche un reportage dalla Francia titolava “Miracolo Basilicata”. Cosa si sente di dire rispetto al lavoro fatto in quest’anno?

R: Penso che le scelte strategiche fatte dalla regione Basilicata sono state azzeccate, ed effettuate in tempi non sospetti, infatti già a luglio avevamo un piano contro la seconda ondata ed eventualmente la terza che stiamo vivendo adesso. Ci siamo basati su quelle che sono le nostre risorse, fondamentalmente siamo una regione che non ha una rete ospedaliera radicata come alcune regioni settentrionali. La nostra sfida si è basata proprio sulla esperienza della prima ondata che ha visto il collasso delle strutture ospedaliere del Nord Italia, ci siamo posti il problema di dover tutelare le strutture ospedaliere lucane e cercare di fare arrivare il numero minore di malati possibile in ospedale. Abbiamo tenuto un atteggiamento di ricerca del virus, non siamo rimasti lì ad attendere di ricostruire la rete dei contatti di un positivo, ma abbiamo fatto una serie di screening a tappeto sulla popolazione bersaglio, su tutte le cose di riposo, sul personale sanitario, anche nelle scuole. E questo se ben si ricorda, nei primi giorni di novembre ci ha portato ad avere un RT molto alto, che però di contrappunto non si è tramutato in un aumento notevole dei ricoveri ospedalieri, che invece sono rimasti sempre al di sotto dei livelli di soglia. Nel momento di maggiore crisi, siamo arrivati ad occupare il 40% dei posti di terapia intensiva. L’unica criticità forse l’abbiamo avuta nei reparti di malattie infettive, nell’area sub-intensiva, però nel momento che sono stati attivati gli ospedali di Venosa e di Stigliano, il livello critico si è ridotto notevolmente. Abbiamo fatto un’operazione di tracciamento notevole: secondo le indicazioni europee su una popolazione come quella della Basilicata erano previsti 1250 tamponi al giorno, ci sono stati dei momenti in cui ne abbiamo fatti anche 2500, ben oltre la media riconosciuta a livello europeo. Questa secondo noi è stata la strategia vincente.

D: Non sono comunque mancate critiche e attacchi al vostro operato, è stato fatto anche qualche errore?

R: Sicuramente tutto è perfettibile, si poteva migliorare di tutto e di più, però alla fine se qualcuno d’Oltralpe ci ha visto addirittura come modello, probabilmente qualcosa siamo riusciti a farlo. Le critiche ci sono, ci saranno ed è anche giusto che sia così, ognuno la vede in modo diverso.