pranzoLAROCCA

“Radici Comunità e Futuro”: è il nome (programmat ico ) della lista civica con la quale è diventato sindaco di Brindisi di Montagna, dopo dieci anni come vice di Nicola Allegretti. Gerardo Larocca, quarantacinque anni, di professione assicuratore, ha pertanto le idee molto chiare sul da farsi: il suo è un comune al centro di interessi e di appetiti “pericolosi”.


Come giustifica la sua esistenza?
Nel «perché mi sono candidato» ho scritto questa frase: «sono dell’opinione che la mia vita appartenga alla comunità, e che per me è un privilegio fare per essa tutto ciò che mi è possibile».


In primis, direi che fra le priorità della sua comunità c’è la questione ambientale: il petrolio. A che punto è la faccenda del permesso di ricerca su Masseria Larocca?
Le faccio un brevissimo riassunto delle attività processuali esaurite e in corso. 1) Consiglio di Stato - Abbiamo impugnato (ma hanno rigettato) la sentenza TAR che ha dichiarato l’illegittimità del diniego di intesa da parte della Regione Basilicata; 2) Cassazione - Abbiamo impugnato quest’ultima sentenza del Consiglio di Stato e siamo in attesa della fissazione d’udienza; 3) Corte costituzionale - La Regione Basilicata (...col nostro aiuto) ha impugnato la stessa sentenza anche dinanzi alla Corte Costituzionale; 4) TAR Basilicata - Alla luce della Deliberazione del Consiglio dei Ministri, con cui è stato deciso di non superare quel diniego regionale, abbiamo diffidato prima e agito in giudizio poi per ottenere la chiusura del procedimento in senso negativo; 5) TAR Lazio - Stiamo resistendo al ricorso proposto dalla Rockhopper avverso la deliberazione del Consiglio dei ministri. Tutto l’iter riguardante la “Masseria Larocca” è stato realizzato in accordo con la Regione Basilicata e, nella fattispecie, con l’ex assessore Pietrantuono che ci ha destinato un capitolo del bilancio di circa trentamila euro, dunque abbiamo potuto giovarci di un sostegno economico particolarmente importante. Oggi, in virtù dell’ultimo ricorso costituzionale, abbiamo aggiunto a questi trentamila euro iniziali gli altri duemilacinquecento euro che mancavano per coprire le spese dell’avvocato Colasanti, il nostro legale.


Il rischio che si paventa è quello di nuove estrazioni, a ridosso del capoluogo, praticamente.
Le compagnie già sanno per certo che il petrolio lì c’è, quindi ciò fa supporre che intendono procedere direttamente con le estrazioni. C’è tutta la volontà da parte di questa amministrazione di proseguire lungo la strada tracciata dalla precedente, affinché questa perforazione non avvenga. Noi lotteremo con tutte le forze nelle aule giudiziarie e nelle sedi competenti, grazie al sostegno e alla presenza di tutti i cittadini e dei comitati. Chiederemo, così come abbiamo fatto con il primo cittadino uscente, anche una mano alla nuova amministrazione comunale della città di Potenza che geograficamente ci è più vicina –noi siamo alla sua periferia-, un sostegno diretto in questa lotta contro le estrazioni petrolifere.


Parlando di difesa dell’ambiente, a Brindisi di Montagna rimane in piedi l’indagine relativa all’inquinamento della “Fonte Casone”. Com’è la situazione al momento?
Come dice lei c’è un’indagine della Magistratura in corso. Noi facemmo delle piccole rilevazioni ed emettemmo un’ordinanza per impedire ai cittadini di consumare l’acqua, anche se poi dall’esito di quelle stesse analisi non uscì fuori un tasso di inquinamento delle acque oltre la soglia consentita. Ripeto: si sta indagando.


Brindisi è circondata da un grande parco eolico, altro settore foriero di grosse polemiche.
Noi abbiamo un parco eolico attivo dal 2005, quello di Monte Cute, anche se dobbiamo ancora rinegoziare i termini delle royalties con la società che lo gestisce. Per quanto riguarda il cosiddetto mini-eolico, noi non siamo stati attaccati selvaggiamente così come è avvenuto nei territori limitrofi, e di questo ne sono particolarmente felice, anche perché deturpano l’ambiente e rovinano il turismo.


Sulla questione petrolio in generale, lei pensa che qualcuno nella politica si sia arricchito o che abbia perseguito principalmente i suoi interessi?
Non sono nelle condizioni di rispondere con certezza a questa domanda, ma sicuramente la classe politica avrebbe dovuto difendere con maggior vigore la sicurezza ambientale. Ci sarebbe dovuta essere una maggiore attività di sorveglianza, oltre che di controllo. Non so se ciò corrisponda ad una forza preponderante delle compagnie, o ad un’eccessiva debolezza della classe politica, forse un po’ di entrambe le cose unite ad una scarsa conoscenza delle problematiche scaturenti dalle estrazioni eccessive.


Mi par di capire che la sua amministrazione sarà in totale continuità con quella del suo predecessore, Allegretti.
Sono stato vice sindaco per dieci anni e, insieme a Nicola Allegretti, ho condiviso tanti processi e linee programmatiche che dobbiamo continuare a portare avanti, come la neo-acquisizione del Monastero della Grancia. Si tratta di un monastero del XV secolo ove, un tempo, i frati Certosini insediarono un’azienda dedita alla produzione di vino, ortaggi, prodotti caseari e grano. Grazie ad una convenzione con 18 comuni, con l’Alsia e con l’Associazione Mediterranea Produzione Biologica cercheremo di avviare a breve una serie di laboratori polifunzionali che andranno ad arricchire il mulino già presente e che, tutt’ora, produce un’ottima farina lavorata a pietra con metodo tradizionale. Insomma, cerchiamo di dare un futuro a questa terra.


Nella sua relazione programmatica, il Governatore Bardi ha parlato anche di “turismo di avventura”, facendo riferimento ai grandi attrattori della Basilicata, come Castelmezzano o Sasso di Castalda. Secondo lei Brindisi si può inserire in questo filone, oppure è necessario insistere sulla Grancia e sul tentativo costante di preservare le tradizioni popolari e la storia dei Briganti?
Credo che dobbiamo insistere su un rafforzamento ulteriore della Grancia. In dieci anni siamo riusciti a recuperare il parco che, dalla scorsa stagione, è stato ceduto in gestione a privati. I gestori, tuttavia, sono comunque sottoposti a una nostra costante attività di monitoraggio. Di recente, inoltre, abbiamo ultimato i lavori al Castello, tanto è vero che siamo in procinto di dare il via ad una serie di eventi e iniziative, anzi il 23 giugno partirà una stagione di mostre d’arte, a partire da uno dei più grandi artisti contemporanei: Cesare Berlingieri. Le mostre d’arte beneficiano del patrocinio della Fondazione Matera 2019, dunque offriamo a tutti i turisti che accorrono in Basilicata la possibilità di visitare anche il nostro paese. Stiamo lavorando, però, anche al cosiddetto turismo dell’avventura citato da Bardi, investendo particolarmente nel settore dei sentieri naturali, anche perché disponiamo di un grande patrimonio naturalistico: i cosiddetti “Pozzi di Craparizza”, ossia delle incanalature naturali meravigliose, tra l’altro molto simili alle cascate di San Fele. Con la misura 75 abbiamo già beneficiato di una prima tranche di finanziamenti, tracciando un primo percorso in direzione dei pozzi. A Brindisi abbiamo anche un’area PIP e, con un bando aperto per tre lotti, devo dire che nel corso degli ultimi mesi si sono avvicinate diverse aziende desiderose di intraprendere percorso di investimenti sul territorio, e ciò ci fa ben sperare.


Quando partirà la Grancia?
A luglio.


A distanza di un anno, come giudica la gestione del parco da parte dei privati?
Sono riusciti a mantenere inalterati gli stessi numeri, con dodici spettacoli e circa quindicimila presenze, pur essendo partiti con un leggero ritardo. In sostanza è andata bene, ma devono iniziare a programmare per tempo e ad entrare in determinati settori di commercializzazione.


Quando intervistai il suo predecessore, disse proprio che si rendeva necessaria “Una Grancia tutto l’anno”.
Nel progetto presentato tempo fa, gli attuali gestori si sono impegnati a dare vita a una serie di eventi che vedono protagonista il parco durante tutto l’anno, e non solo d’estate. Ad esempio, nei mesi di marzo e aprile dovranno essere coinvolte le scolaresche, in autunno e nel periodo natalizio si mira a una presenza più ampia dei cittadini e, soprattutto, entro i primi due anni gli attuali gestori si sono impegnati a sistemare e a mantenere aperto il ristorante per tutto l’anno. Rimane in piedi, inoltre, il progetto della “Brindoteca”, vale a dire una libreria permanente al Castello fatta di vini e libri della Basilicata. Al momento abbiamo ordinato la mobilia e contiamo di inaugurarla a breve. Turismo di qualità, agricoltura e difesa dell’ambiente dalle eccessive estrazioni sono i nostri cavalli di battaglia.


Le ultime elezioni regionali e quelle comunali hanno segnato una vera e propria sonora bocciatura del centrosinistra e, in particolar modo, del Partito Democratico. Secondo lei in cosa si è sbagliato principalmente?
La politica oggi è troppo legata alle persone e non più ai valori tradizionali che, a loro volta, si sono persi anche nell’elettorato. La vecchia classe dirigente dei partiti di sinistra dovrà fare mea culpa e rimettere al centro il territorio e i suoi valori di riferimento.


Chi oggi è voluto tornare in Basilicata, magari dopo esperienze professionali al Nord, si ritrova un governo locale a trazione leghista…
Non credo che i nostri governanti sentano fino in fondo quell’ideologia, anche perché non è certo possibile essere “fulminati” da una sorta di strano “senso di appartenenza” a quell’idea, a trenta/quaranta anni d’età. Credo che sia stata piuttosto una forma di opportunismo, o semplicemente un sentire vicino a sé alcune delle problematiche sponsorizzate dalla Lega, che in alcuni casi sono comunque apprezzabili, tipo la questione tutela del cittadino.


A Brindisi ci sono dei migranti in paese?
Al momento non ce ne sono.


Lei li ospiterebbe?
Per me ospitare equivale a favorire una piena integrazione, cosa che fino ad ora non c’è stata. L’ospitalità è innata in ognuno di noi, ma la capacità di creare una forma di integrazione sociale non è certo cosa da poco. Per me qui in Basilicata non c’è stata realmente. Le persone non si parcheggiano certo negli alberghi.


Brindisi di Montagna è uno dei paesi dei Briganti. Secondo lei i lucani hanno conservato un po’ della loro verve rivoluzionaria, o il sangue dei briganti di un tempo si è diluito del tutto nelle vene dei cittadini di oggi?
L’altro giorno ci pensavo, anzi ho detto ad un amico che forse il quadro storico del brigantaggio rappresenta l’unico episodio reale di ribellione da parte dei lucani. In seguito ci siamo limitati semplicemente alla ricerca di un padrone, passando da uno all’altro. Non abbiamo mai detto “Mo’ comandiamo noi!”.


Lei lavora a Potenza. Si aspettava questo risultato alle elezioni? Si sente di fare un pronostico sul ballottaggio?
Tutti si aspettavano la vittoria di Guarente al primo turno, anche se forse questa percezione è sfumata gradualmente nella settimana prima del voto. Ora vedo un cinquanta e cinquanta, anche perché non sarà semplice per entrambi.


Una cosa che le piace di Guarente, e una invece del professor Tramutoli?
Personalmente non li conosco, ma li ho ascoltati. Hanno dei profili totalmente diversi. La giovane età di Guarente può essere sia un punto di forza sia un elemento di debolezza. Per quanto riguarda Tramutoli, pur non essendo un professionista della politica, cerca di portare avanti dei valori che ormai temo si siano persi e in aggiunta, lo fa senza giovarsi di partiti forti alle spalle. Il che è una debolezza. La battaglia si giocherà sulla persona

.
Se potesse prendere sotto braccio Bardi, cosa gli direbbe?
Di fare delle scelte. In Basilicata buona parte dei risultati sono state intrapresi “per caduta”, come nel caso di Matera 2019. E questa scelta ora va accompagnata, perché il 2019 passa e la Basilicata deve dimostrare CON I FATTI che crede nel turismo. Io sostengo, quindi, che certe scelte dei Comuni –specie quelle relative al turismo e allo sviluppo dei territori- vadano sostenute con dei fondi. Ma alla Regione bisogna avere il coraggio di dire “questi progetti sì e questi no”, “questi sono validi e questi no”, altrimenti si continua con la storia delle sagre che tutti fanno, ma che non ci portano da nessuna parte: insomma, la solita politica fatta di contentini per tutti. “Un poco per uno non fa male a nessuno”, è una filosofia che non funziona.


Il film che la rappresenta?
“Basilicata coast to coast”, non tanto per il film in sé per sé, ma per ciò che rappresenta. Io amo la mia terra.


Il libro?
Il suo! (risate, ndr). No, sono serio, mi riferisco al suo libro su Antonio Infantino: d’altronde lo abbiamo presentato nel nostro Castello!


La canzone?
“Brigante se more” dei Musicanova.


Tra cent’anni, cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?
«Ho dato tutto il possibile per il mio territorio e per la mia gente».