pranzoTUBITO

All’inaugurazione di Matera 2019, a un certo punto, ha preso e se n’è andato. Chi conosce il 58enne Gianfranco Tubito, dipendente Inps e sindaco di Salandra (Mt), sa che fa parte della “cifra” del Primo Cittadino non nascondere l’indignazione. Ma, a sentirlo parlare, il “mal - trattamento” riservato a lui e agli altri colleghi sindaci nella prestigiosa occasione è stato solo la più classica delle gocce che fanno traboccare il vaso. Vediamo perché.


Come giustifica la sua esistenza?
Ho una particolare propensione nel dedicarmi agli altri, fi n da bambino. È una vera e propria mission che, con il tempo, si è trasformata in un incarico pubblico. Oggi vivo con passione questa scelta ma, ahimè, non sempre con serenità. Ai miei amici dico sempre che, il giorno in cui pronuncerò la frase “ma chi me l’ha fatta fare”, sarà il preludio delle dimissioni.


Lei ha fatto cenno ad una “scarsa serenità”…perché?
Ma perché avverto profonde difficoltà nell’amministrare un piccolo comune, oltre che una profonda rabbia. Sì, rabbia. Sto notando, da tempo, una scarsa attenzione in riferimento alle problematiche dei piccoli comuni della Basilicata. Ultimamente noi sindaci siamo stati al convegno di Poste Italiane, ove –insieme a una serie di altri dati- è emerso che i piccoli comuni coprono il 54% del territorio nazionale, eppure siamo costantemente abbandonati, specialmente quando si parla di servizi essenziali. Noi contiamo tanto sul territorio. Ma siamo lasciati al nostro destino.


In cosa, principalmente, si sente abbandonato?
A differenza del Nord Italia, i comuni della Basilicata, ma in realtà di tutto il Sud, difettano specialmente nei collegamenti viari. Qui mancano le trasversali! E non riusciamo a metterci insieme per protestare. Il tutto a danno di un’identità regionale che, di fatto, non esiste. Fino a qualche anno fa se nominavi Matera ti rispondevano “E dove sta?”. Oggi, pensate, se mi trovo nel Lagonegrese, capita spesso che qualcuno mi chieda “Ma dove sta Salandra?”. Siamo all’assurdo: non ci conosciamo tra di noi!


Pazzesco.
Fin dal mio insediamento ho cercato di creare una rete con gli altri borghi lucani, tuttavia mi sono scontrato contro un muro di gomma e con una prigione di campanilismi. Ognuno se ne va per i fatti propri.


Per la serie: “Tutto bene madama la marchesa”
Già, ma dove lo trovano tutto questo “ottimismo”? Mah.


Entriamo nel merito dei “campanilismi”.
Tanto per fare un esempio pratico, Matera 2019 è una cosa positiva ed è tutto ok –questo perché non dobbiamo sempre lamentarci, và- ma se si poteva fare di più per il resto della regione, e non si è fatto, la colpa è proprio dei comuni viciniori e dell’entroterra, che non si sono attivati autonomamente! Io l’ho detto spesso: colleghi, non stiamo ad aspettare “la manna” o le indicazioni dall’alto. Ci si doveva mettere insieme settimanalmente, per creare dei pacchetti turisticoculturali, alternativi alla sola città di Matera, cosa che, mi dicono, si è invece verificata in Puglia. Per intenderci: il turista, se deve venire solo a Salandra, non ci viene! Ma se gli offri un determinato percorso, sì. E invece qui ognuno si cura il proprio orto. Non lo so: forse è perché si è sempre in campagna elettorale. Tutti dicono che dopo il primo mandato non si ricandideranno, e invece hanno sempre l’ansia da elettorato.


Lei però si sente abbandonato dalle istituzioni.
Ma sì, vede, nei paesi, presi dai tanti –piccoli e grandi- problemi quotidiani, ci si dimentica finanche delle opportunità. Nei piccoli comuni, ad esempio, la carenza di fondi non consente nemmeno di far fronte alle più elementari necessità, come la sicurezza. O vogliamo parlare delle cifre ridicole che io posso avere nel mio bilancio, a proposito di viabilità rurale? Con seimila euro lo sa che ci faccio? Di più, tornando alla sicurezza: con la “quota cento” andranno in pensione buona parte dei nostri agenti di Polizia Locale, eppure non possiamo garantire un turnover, perché non ci sono i fondi necessari per bandire e dare seguito ad un concorso pubblico. Si profilano le unioni dei comuni? Sì, belle a dirsi, ma posso io avere un responsabile dell’area contabile che poi se ne sta ad Accettura perché le nostre strade fanno schifo?


Lo spopolamento dei comuni è un’altra piaga della Regione. Com’è l’andazzo a Salandra?
Siamo in discesa rapida. C’erano tre/quattro grosse imprese che mantenevano in piedi l’economia e che adesso sono in grossa difficoltà.


C’è chi propone di “adottare” gli extracomunitari e di insegnare loro i vecchi mestieri per impinguare i piccoli paesi.
Be’, a tal proposito mi viene in mente il caso di Grottole: migliaia di domande per un posto da contadino. Sto cercando di contattarli per caprie se è una cosa replicabile. Anche a Salandra abbiamo cercato di favorire in tutti i modi le forme di integrazione: abbiamo lo Sprar con dieci minorenni. Devo dire, mai un problema.


Parlando di viabilità precaria, una delle più gravi carenze quando si parla di sicurezza dei cittadini riguarda la mancanza dello spartitraffico sulla Basentana, da Tricarico in avanti…
Questa è una battaglia che dura da diverso tempo. Mentre noi parliamo, c’è il rischio che qualcuno possa morire su quella maledetta strada. L’ultima volta che l’ho detto a una riunione a Ferrandina, il giorno dopo è successo davvero. Personalmente non vado più neanche a protestare, sono stanco di arrabbiarmi a vuoto. In questa regione tutto è maledettamente lento, a causa della burocrazia: la tempistica della realizzazione di questo primo tratto, a cura dell’Anas, non credo la stiano rispettando. La prossima campagna elettorale bisogna giocarsela proprio sulla “sburocratizzazione”. Di solito penso che gli autovelox non sono la soluzione, ma solo uno strumento per fare cassa: tuttavia in quel tratto di strada sono l’unico deterrente al momento. Fra Polstrada e Anas li vogliono mettere tutti, ma ancora non è accaduto! Sto accelerando affinché vengano istallati.


A proposito di incazzature: cosa è accaduto all’inaugurazione di Matera 2019?
Direi che è andato tutto benissimo, ma ,fino al pomeriggio. Il programma prevedeva al mattino l’intervento del Presidente del Consiglio Conte alla Cava del Sole, al quale tutti i sindaci dei comuni lucani hanno assistito. C’era l’area riservata a noi sindaci e ad altri esponenti: era destinata a 600 persone, ma eravamo di più.


E come mai? C’era qualche “infiltrato”?

Eh, c’è stato qualche sindaco che è rimasto in piedi! Sa perché?Qui ci sono persone che “nascono” consiglieri regionali, cioè privilegiati, e muoiono privilegiati. Rimangono a vita consiglieri, assessori, dirigenti…


Lei pure è rimasto in piedi?
Solo un po’, perché poi il posto me l’ha trovato …Aurelio Pace (risate). Nel pomeriggio, invece, siamo stati dirottati nell’area di San Pietro Caveoso, una location straordinaria, anche se un po’ ghettizzata rispetto allo svolgersi dell’evento e della festa. Mi sarei aspettato un minimo di zona riservata a noi sindaci, che avremmo fatto coreografi a e avremmo potuto rappresentare degnamente il territorio. E invece – “si sposti di qua e si sposti di là”- siamo stati man mano allontanati dal palco. Siamo stati più volte spintonati e allontanati dalle forze dell’ordine e dai servizi di sicurezza, una cosa sacrosanta in generale, per carità, ma certo non carina nei nostri riguardi. Al terzo spostamento, ho detto ai colleghi «Andiamocene da qui. Andiamo sopra in città a seguire sullo schermo gigante». Qualcuno non ha voluto, poiché lo riteneva uno “sgarbo istituzionale”. Una ventina di noi sindaci, tuttavia, ha preferito andarsene: nel pomeriggio con me c’era mia moglie – ‘l’unica volta che la portavo a vedere qualcosa d’importante- e pertanto ho preferito ritornare in città, tra la gente, a vedere la sfilata e i ragazzi della nostra banda. Salendo, tuttavia, ho incontrato altri sindaci “ribelli”, che però non riuscivano ad allontanarsi dall’area e che si sono aggregati a me per trovare una via d’uscita. So inoltre che ad altri primi cittadini era stato vietato addirittura l’ingresso. Incontrare il Presidente della Repubblica sarebbe stato un modo carino per rappresentare alla sua attenzione –con la nostra presenza- le necessità o esigenze degli ottomila sindaci della nazione. Tutti i miei colleghi si sono lamentati del trattamento, sul gruppo Whatsapp dell’Anci, eppure solo io e il sindaco di Castelluccio abbiamo avuto il coraggio di dire la nostra pubblicamente.


Come mai?
Boh. (Ride) C’è anche chi ha minimizzato. Pensi un po’.


E Pittella? Lo ha incontrato?
Ci siamo salutati, ma l’ho visto particolarmente dimesso. Ho molta stima di lui, e non ho difficoltà a dirlo, perché –pur non essendo io del Pd- con me è stato sempre molto disponibile.

 

…fa bene a ricandidarsi?
A mio giudizio assolutamente no. Secondo me, ed è un’idea personale, lui adesso è un capro espiatorio, essendo stato dall’inizio fuori dagli schemi: il Pd non ha mai digerito quella sua affermazione alle primarie. Massimo rispetto per la magistratura, per carità, ma nei suoi confronti vedo una sorta di accanimento.


Lei è divenuto sindaco con “Salandra Democratica”. Se il suo centro-sinistra vuole vincere le elezioni regionali, cosa deve fare?
Il sistema delle primarie non ha più senso. Lacorazza si candida da solo? Non correre tutti insieme è un errore. Bisogna trovare una figura carismatica capace di rappresentare tutte le forze, anche con dieci liste collegate fra loro, solo così il centrosinistra può giocare la partita contro i 5 Stelle. I grillini hanno il merito di avere le idee chiare, poi sta ai cittadini votarli oppure no. Quando, invece, la gente vede dall’altro lato una frammentazione totale è chiaro che reagisce di conseguenza. La gente è stanca di amicizie, familismi e parentele.


E il centro-destra come lo vede?
Non saprei, ma li vedo altrettanto in balia delle onde, specialmente per quanto riguarda la scelta del candidato.


La canzone che la rappresenta?
“Il ragazzo della Via Gluck” di Celentano.


Il film?
“Basilicata Coast to Coast” di Rocco Papaleo. Lo scriva a caratteri cubitali: Io sono LUCANO e mi girano le palle. Specie quando avverto un campanilismo tra i vari paesi o fra Matera e Potenza. Dobbiamo imparare a ragionare come una grande famiglia. Ad esempio, io sono favorevole alla proposta di Nicola Benedetto di rinegoziare con le compagnie le royalties del petrolio, e poi di estendere questa maggiorazione anche ai comuni non interessati direttamente dalle estrazioni.


Il libro?
Beh, è un mio limite. Io sono piuttosto un grande lettore di fumetti. “Topolino” ha segnato la mia vita, ero uno dei pochi abbonati del mio paese e attendevo con ansia il venerdì, giorno in cui veniva distribuito in edicola. Divoravo ogni numero in mezz’ora.


Fra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?
“E’ stata una brava persona”.