PALESElucia

 

Rubrica "VOLTI E VOCI DELLA CITTA", a cura di Antonio Nicastro: il capoluogo visto dai "personaggi" di Potenza (storici esercenti, operatori della cultura e del sociale, cittadini in vista)

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La crisi del commercio a Potenza sembra inarrestabile, ogni anno decine di serrande si abbassano defi nitivamente; in controtendenza sono però alcune attività, per esempio i negozi di prodotti alimentari di qualità, macellerie, rivendite di prodotti caseari e panetterie, che fanno della qualità la loro arma vincente.

Nel campo della produzione e vendita di prodotti alimentari non ci sono solo nuove aperture, esistono attività commerciali che hanno iniziato a operare nel secolo scorso e che oggi, grazie alla perseveranza di imprenditori che all’epoca dell’inizio dell’attività erano molto giovani che hanno saputo adeguarsi ai tempi, riescono a “stare sul mercato”. Uno di questi imprenditori è Lucia Palese, una sessantenne che ha accumulato tanti anni di attività nel campo dei prodotti da forno, la signora Lucia è una delle tre sorelle dell’omonimo forno i cui prodotti sono molto apprezzati non solo dai potentini. Abbiamo incontrato Lucia Palese nel forno con annesso punto vendita di via della Chimica, nell’area industriale della città, a due passi dalla riva sinistra del Basento.


Signora Lucia quando è nato il “Forno delle Sorelle Palese”?
Nel 1984, in contrada Dragonara, io e mia sorella Antonietta decidemmo di costituire una società mettendo a frutto l’esperienza maturata in famiglia.


Ci faccia capire perché avete deciso di intraprendere questa attività.
La nostra famiglia -padre potentino e mamma di origine aviglianese- ha sempre vissuto in campagna, abitavamo in una masseria in contrada Giarrossa, dove si svolgevano le tipiche attività di una masseria; con il tempo, anche per far fronte al sempre più stringente bisogno di incrementare le entrate per sopperire ai bisogni derivanti dalla malattia


di nostro padre e consentire di sopportare le spese per il matrimonio dei fratelli, cominciammo a preparare i biscotti
e altri prodotti per i matrimoni, come all’epoca si usava, poi man mano che le richieste aumentavano decidemmo di aprire il nostro forno in contrada Dragonara.


Successivamente avete deciso di trasferirvi.

Ringraziando Dio, i nostri prodotti, soprattutto il pane e i biscotti tradizionali delle nostre parti, hanno incontrato il favore di una clientela che cresceva di continuo per cui gli spazi a disposizione si sono rivelati insuffi cienti e decidemmo di trasferirci in un più capiente fabbricato nella Zona Industriale e, successivamente, aprendo un punto vendita in via Parigi. La lavorazione è rimasta rigorosamente artigianale, il forno, per esempio, continua a essere sempre alimentato con la legna.


Anche se al timone di comando rimane la signora Lucia, l’azienda resta di tipo famigliare grazie all’apporto dei figli.
Certamente ma è salvaguardata la tradizione anche se la produzione si è allargata.


Come è la situazione logistica nella zona ove svolge la sua attività?
Quando ci trasferimmo in via della Chimica, una strada gestita dal Consorzio ASI, erano poche le attività commerciali presenti, con gli anni sono stati costruiti nuovi fabbricati e tante altre aziende si sono insediate, venne realizzato il Parco Fluviale che attira tante persone dedite alle passeggiate ma i servizi sono sempre stati molto limitati, non esiste un marciapiedi e la illuminazione ancora oggi è assai carente, la strada è piena di buche.


Come giudica l’azione del Comune di Potenza in relazione all’esercizio della sua attività (tasse varie – IMU – Tari).
Premesso che circa il 60% delle entrate se lo mangiano tasse e tributi vari, relativamente ai tributi comunali paghiamo l’IMU salatissima, ma la cosa più grave è la TARI, ci fanno pagare circa 10.000 euro all’anno per la produzione di pochi rifi uti e per ottenere un servizio discutibile. Al contrario degli altri imprenditori della città, noi paghiamo delle tasse supplementari per il solo fatto che esercitiamo l’attività nell’area di competenza del Consorzio Sviluppo Industriale senza, peraltro, ottenere alcun tipo di servizio, da qualche anno paghiamo la TASI al Comune, una tassa per ottenere servizi, ma contemporaneamente paghiamo al Consorzio ASI gli oneri consortili per l’erogazione di servizi, né il Comune né l’ASI ci danno servizi adeguati, anzi ci sentiamo completamente trascurati. Una vera beffa.


Cosa lamenta in particolare, cosa chiede alle Istituzioni?
Via della Chimica e le strade adiacenti sono diventate invivibili, decine di ragazze al calar delle tenebre si prostituiscono, il traffico è sempre più caotico e pericoloso, mancano, oltre ai marciapiedi, i parcheggi, la pavimentazione stradale andrebbe rifatta, ci sono tante buche e quando piove si formano dei laghi. Da quasi cinque anni conviviamo con il cantiere lungo il fiume Basento che doveva riqualificare il camminamento, ma i lavori da quasi un anno si sono di nuovo fermati senza che se conoscono i motivi. Sarebbe auspicabile una presenza massiccia delle forze dell’ordine per far cessare la prostituzione, si provveda a sistemare le strade e che la illuminazione pubblica sia potenziata. Si spera che i lavori per completare il Parco Fluviale riprendano e si concludano in breve tempo.