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Cari Contro-Lettori

l’affare si complica.

«Sul Pnrr in questi mesi abbiamo assistito a un dibattito in cui pareva che i comuni potessero creare ritardi. Ma i comuni non sono in ritardo e stanno facendo la loro parte per il paese». A dirlo all’Ansa è il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, a margine della presentazione del programma ‘Motore Italia Transizione Energetica’ di Intesa Sanpaolo.  «I Comuni spenderanno 40 miliardi –aggiunge- che sono solo il 19% della cifra complessiva prevista dal Pnrr. C’è un altro 81% di cui non parla nessuno». Inoltre, secondo Decaro, «più del 56% delle risorse assegnate le abbiamo già avviate alle procedure di gara che tra un po’ si trasformeranno in opere pubbliche».

Le affermazioni di Decaro –a riprova che la faccenda è piuttosto ingarbugliata- sembrerebbero non collimare del tutto con uno studio della Svimez (su circa 600 comuni italiani), di cui ci dà conto a pagina 4 l’economista D’Agostino. «… emergono dati molto preoccupanti: più della metà ritengono le procedure del piano troppo complesse, pesano le carenze di organico degli enti locali, il ricorso a consulenze esterne da parte dei comuni è tutto da valutare, in rapporto ai desiderata dei comuni, il 40% delle amministrazioni ha una conoscenza parziale delle gare del Pnrr, nel Mezzogiorno per completare una opera sono necessari mediamente 3 anni contro un anno e mezzo richiesto nel Nord Ovest, i comuni più penalizzati sono quelli più piccoli, una circostanza che rende molto problematico il lavoro da fare in Basilicata, dove la larga maggioranza degli enti locali è notoriamente di piccole dimensioni; tra il 2008 ed il 2019, il personale amministrativo (per non parlare dei tecnici di programmazione in molti casi inesistenti) è calato del 20,9 % nel Centro nord e del 33, 5% nel Sud, a causa del blocco del turn over, in questo processo il personale sotto i 40 anni si è ridotto dal 22,5 al 10, 2 nel Centro Nord e dall’8, 2 al 4, 8 al Sud , il Mezzogiorno contava nel 2019 soltanto 21, 2% laureati in servizio a fronte del 28, 9 del resto del Paese».

Tutto ciò pare ottenere una conferma dalle parole di un operatore “sul campo”, ovvero un sindaco, in questo caso quello del Comune di Marsico Nuovo, in provincia di Potenza, che di gestione di fondi e procedure ne sa qualcosa (vedasi alla voce “royalties petrolifere”). A proposito delle tematiche toccate da D’Agostino, Massimo Macchia ha infatti affermato laconicamente «E’ follia. Gli adempimenti sono troppi, impensabili. Domani io mica posso assumere venti persone (…) Pochi anni fa avevamo 43 dipendenti, oggi ne abbiamo 13. E’ devastante. (…) In tutto il sistema dei bandi e delle gare, in generale, arrivano istanze, in tempi talmente stretti, e il più delle volte richiedono un livello di progettazione già elevato (quello di fattibilità). Altrimenti non ti finanziano! E io-sindaco con quali soldi faccio un bando definitivo? Prenda il bando della metanizzazione fatto dalla Regione: abbiamo un tecnico che ci lavora giorno e notte (perché il finanziamento non possiamo certo farcelo scappare). Ma noi abbiamo la fortuna delle royalties, e possiamo farlo, ma gli altri, che royalties non ne hanno?».

Prendete e leggetene tutti (“Intervista a pranzo” a pagina 7). Il dibattito è aperto.

Walter De Stradis