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Cari Contro-Lettori,

nella città delle amene singolarità può accadere che, in una graduatoria provvisoria del 2019 (Ater) per l’assegnazione in locazione di locali in favore delle associazioni senza scopo di lucro, risulti prima, in lizza per un appartamento in Via Nitti, nientemeno che l’Associazione Nazionale MARINAI d’Italia (!!!), che inoltre appare ben piazzata (seconda e quarta) per altri due locali disponibili in altre zone di Potenza (da una rapida verifica, non sembrerebbe tuttavia che poi detta associazione abbia usufruito del diritto).

Tutto secondo le norme, per carità, ma certo è che il curioso fatto testimonia che hanno sempre avuto ragione quei poeti e sognatori che sostenevano che a Potenza, non sembra, ma il mare c’è eccome.

Perlomeno, in attesa di conoscere quanti effettivamente siano i vecchi e giovani lupi di mare del montanaro Capoluogo (il dato statistico sarebbe interessante), a tutti i cittadini (o comunque la maggior parte di essi) che vi risiedono, per intanto tocca navigare in un mare di questioni irrisolte.

Questa settimana ci hanno colpito molto le parole di Nicola Fiore, presidente del Teatro Minimo di Basilicata, che ha lamentato (ne leggerete a pagina 7) la ventennale assenza di una sede per la sua nota associazione di promozione sociale (premiata dal Presidente della Repubblica), in barba al fatto che il Comune di Potenza avrebbe a disposizione un discreto numero di locali vuoti, che –volendo (e volere è … “potere”)- si potrebbero assegnare (anche fittandoli) alle realtà che promuovono cultura (e non solo) SUL SERIO. Il Comune, dalla persona del sindaco in giù, a quanto pare, risponderebbe nicchiando o non risponderebbe proprio.

Se è così, è davvero grave. Gravissimo.

Lungi da noi, ovviamente, parteggiare per questa o per quella associazione (il discorso infatti è di carattere generale), ma certo è che se il Centro langue nel torpore (casette di Babbo Natale a parte), è evidente che un qualche motivo c’è, e se –per dirne una- il Festival (canoro) di Potenza, accreditato a livello nazionale, dopo vent’anni (pure lui) si è visto costretto a riparare (non senza polemiche) in quel di Sasso di Castalda (che pure è una splendida cornice), è ugualmente evidente che qualche motivo c’è. Sia inoltre detto per inciso: non è certo, ma viene da chiederselo allora, il motivo per cui chi è invece beneficiato delle -pur legittime- attenzioni delle istituzioni lucane, per prima cosa corre a farsi il selfie o la foto col politico di turno.

Tornando al Comune, nel presentare il calendario natalizio, hanno speso ad abundantiam parole quali “coinvolgimento”, “associazionismo”, “volontariato”, “occasione di riflessione”, “attenzione alle proprie origini”, “promozione di percorsi culturali e sociali” “intera comunità cittadina”, “incontrarsi”, “vivere insieme”, “sguardo verso un futuro diverso”, “ricco di speranza”.

Senza essere blasfemi, ma di fronte a tali dichiarazioni il Cantico delle Creature impallidisce.

E allora, che il Natale sia davvero un momento di riflessione (e perché no, anche di qualche “mea culpa”) sul modo corretto di promuovere la cultura (e l’indotto che ne deriva) tutto l’anno.

Per non far sì che i buoni auspici di Natale poi si riducano a promesse …di marinai.

Walter De Stradis