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Cari Contro-Lettori,

potrebbe essere stata un’indiscrezione sulla notizia che stiamo per darvi, a convincere il Presidente della Regione, Vito Bardi, a dotarsi in extremis di un Consigliere esperto di comunicazione, atto a diffondere un’immagine positiva della Basilicata, in Italia e all’Estero, come dice il decreto (mentre invece i soliti malpensanti decretano che si tratterebbe di preparare la sua campagna elettorale, alle politiche o alle prossime regionali che siano).

Per farla breve, qualche “007” –ehm- alla Regione (ahi ahi), potrebbe avergli fatto vedere in anteprima la locandina dell’ultimo numero del “Vernacoliere”, spingendo il venerando Generale a prendere la succitata e fatale decisione da 40 mila euroncini annui.

Ma procediamo per gradi: cos’è, innanzitutto, “Il Vernacoliere”? Beh, gli amanti della satira e dell’umorismo spinto (nonché del politicamente scorretto) lo sanno sicuramente: trattasi di uno storico giornale satirico/umoristico (appunto) toscano. Nata nel lontano 1982, la testata (cartacea) si autodefinisce proprio come “un mensile di satira, umorismo e mancanza di rispetto in vernacolo livornese e in italiano”. E’ conosciuta in tutta Italia e vanta numerosi estimatori anche in Basilicata.

Orbene, quello che il presunto “007” regionale (daglie!) potrebbe aver scoperto, infatti, è ciò che ormai si è palesato in tutta la regione Toscana, attraverso la locandina del numero di Luglio del “Vernacoliere”, sulla quale campeggia un titolo che “annuncia” una nuova cura per i sintomi del Covid, ovvero (tenetevi forte) “I GARGARISMI con gli sciacqui di topa» (il riferimento, se non si fosse capito, è ai genitali femminili, così come notoriamente definiti da quelle parti).

Pesantina. Non c’è che dire, i toscanacci (come al solito) non ci vanno leggeri, ma … non vi ricorda proprio niente?

Impossibile non pensare, dài, alla battutaccia del nostrano ex assessore regionale alla sanità (poi consigliere “ribelle”, ma oggi rientrato nei ranghi insieme a Fdi) Rocco Leone. Il Nostro, come ricorderete, si era vantato con un collega di aver suggerito come cura, alla malcapitata e raffreddata assessora Merra, dei “GARGARISMI di pisello” (il riferimento, in questo caso, era al sesso maschile), il tutto a favor di microfono, e in Aula, per giunta. Si era alzato (giustamente) un polverone, e il poveretto –si fa per dire- si era pure ritrovato inseguito dalle telecamere di una qualche trasmissione nazionale.

Per concludere: quelli del “Vernacoliere” hanno “copiato” Leone? Oppure si sono soltanto “ispirati” alla sua prosa? Magari, nel più blando dei casi, qualcuno di loro avrà visto e sentito la vicenda (ripetiamo, finita su giornali e tv nazionali) e gli sarà rimasta impressa, per poi tornargli spontaneamente e inconsapevolmente utile (succede spessissimo) nello scrivere il titolo di cui sopra (o magari non è accaduto nulla di tutto questo, ma certo la coincidenza sarebbe clamorosa).

Insomma, Consigliere esperto in Comunicazione o meno, la nostra politica sa sempre come farsi “riconoscere”. Anzi, addirittura fa scuola a livello nazionale: complimentoni.

(Ps, a scanso di equivoci: qualche furbacchione potrebbe dire che se la battuta “leoniana” è finita su un noto giornale di satira, allora non era poi così grave: eh no, non ci provate, una cosa è la locandina di un foglio comico, ben altra è la sala di un Consiglio regionale e la dignità di chi -in questo caso una donna- ci lavora).

Walter De Stradis