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Cari Contro-Lettori,

con tutto il da fare (sì, vabè) a cui si è prestato (sì, vabè) il Generale Bardi affinché la sua Regione potesse vantare il portamento istituzionale e l’autorevolezza di una Regione “carismatica” (sì, vabè), l’ultima “finezza” semiologica dell’ex assessore alla sanità, Leone, l’ha definitivamente marchiata come Regione “gargarismatica”. E sarà dura scrollarsi di dosso quella che sembra l’etichetta definitiva per una maggioranza che finora –e soprattutto in tempi recenti- ha proiettato un’immagine che più simbolica e riassuntiva non si può del cattivo uso -in termini di rispetto, contegno, serietà e garbo istituzionale- che sovente si fa del mandato dei cittadini sancito dalle urne.   L’ormai famigerata (a livello nazionale) battutaccia (a essere generosi) sui “gargarismi”, di cui è stata vittima la malcapitata Donatella Merra (che sul piano politico si può giudicare quanto si vuole, o meno, ma che di suo –va detto- è una figura molto compita), incarna il dazio di un decrepito, ma sempre ahinoi arzillo “habitus mentale” –per usare le parole dell’assessore ai trasporti- che le (sparute) donne di governo nella politica lucana sono costrette a subire. Si diceva però che è solo l’ultima, in ordine ti tempo, delle magre figure (a fronte di emolumenti piuttosto cicciosi) che questa maggioranza politica regionale ha collezionato nel corso di questa legislatura (dimissioni fantasma, litigi, baruffe per le postazioni, voti “irridenti”, insulti reciproci in Consiglio e via discorrendo). E c’è poi un’altra donna, leghista anche lei, che è rimasta “offesa” –seppur in un senso più prettamente amministrativo- per un ulteriore “scherzo” sconcio della politica lucana: Dina Sileo. In una lettera inviata al Generale Napolucano (nella quale, tra l’altro, evidenziava –guarda un po’- “le ormai consuete cadute di stile che connotano l’azione amministrativa”), la consigliera regionale ha restituito al mittente (sempre Bardi) la delega alla Cultura: ridicoli i soldi destinati al settore. Elementare, Watson. E questa, come si diceva, è un’altra offesa per tutti i Lucani. E allora ecco la proposta (visto che, ultimamente, se ne leggono di ogni): vogliamo er Monnezza assessore (se non proprio Presidente). Ci sarebbero diversi vantaggi: innanzitutto, le battute volgari e stupide, già che ci siamo, sarebbero perlomeno indirizzate –una volta tanto- a tutti, senza distinzione di credo, razza o sesso (e questo sarebbe da lezione in primis per quelli col famoso “habitus mentale”, che si troverebbero catapultati dall’altra parte della parolaccia); in secundis, nomen omen, quantomeno uno così ne capirebbe di rifiuti, e magari anche di trasporti (vista la sua vicinanza, sia detto con simpatia, al mondo dei camion). In ultimo, sarebbe un ulteriore, splendido “gancio”, col cinema. Si dirà: Tomas Milian è morto da tempo. E’ vero: ma ultimamente è uscito un discreto web-film, intitolato “Delitto a Porta Portese”, in cui un bravo Andrea Misuraca interpreta il famoso personaggio romanesco e manesco (sia detto per i cinefili puntigliosi: che egli sia ispettore o ladruncolo fa lo stesso, non sottilizziamo). Solo satira? Può essere. Ma ormai qui siamo abituati a tutto. Aspettiamoci di tutto. Walter De Stradis