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Cari Contro-Lettori,

com’è noto, nel celeberrimo romanzo “Frankenstein” di Mary Shelley, lo scienziato pazzo del racconto scopre il segreto di infondere la vita facendo un ragionamento al contrario, ovvero studiando i processi che portano prima al deterioramento dei tessuti, poi alla morte e infine alla decomposizione.

Saltando di palo in frasca, chi acquista abitualmente i quotidiani sa bene che un giornale “cartaceo” è una specie di essere vivente. Appena lo si acquista è luminoso, fresco e profumato (almeno per chi considera l’odore di stampa una piacevole flagranza), al tatto è liscio e rigido, sembra quasi respirare. Ma poi, basta tenerlo un po’ in mano o sotto il braccio, che il nostro giornale perde subito gran parte di quelle caratteristiche. Fateci caso: diventa ruvido, più opaco, completamente inodore. Insomma, in pochi minuti è diventato già vecchio. Sarà stato il contatto con l’aria aperta, con le dita… chi lo sa.

Ri-saltando di palo in frasca (ma mica tanto), arriviamo a questo governo regionale. A circa un anno di distanza, come un giornale uscito da qualche ora da un’edicola, sa già di vecchio pure lui. Lucido, rigido, e liscio-liscio sembrava all’inizio (almeno a chi li ha votati), ma poi, e non c’è voluto molto, sembra essersi a un tratto incartapecorito e opacizzato. Cosa sarà stato? Il contatto con l’aria (d’altura) certamente e con le dita (di qualcuno) pure, ma sicuramente anche qualche nomina un po’ così in punti nevralgici, qualche aumentino qua e là a qualche fidato, qualche tragicomica incertezza che neanche Paperissima Sprint, un pizzico di spocchia (ingiustificata) che tiene a (in)debita distanza cittadini e organizzazioni varie (leggi le parole di Alba Montagnuolo all’interno, ma anche quelle di Gambardella della Cisl sul Quotidiano di ieri), qualche costoso “sondaggio” che sa tanto di “excusatio non petita” (e magari volto maldestramente a zittire le polemiche sulla reattività della macchina regionale all’emergenza Covid); una certa chiusura nel voler discutere di trattative sul petrolio al di fuori delle stanze; un’incomprensibile ostinazione a voler difendere (almeno fino a un certo punto) chi e cosa appariva indifendibile in sanità (ben prima del virus).  

Agendo da novelli scienziati pazzi (ma la pazzia a volte può diventare virtù), forse ci sarebbe ancora il tempo per capire come infondere la vita a questo corso/corpo politico, partendo proprio dall’analisi di ciò che lo sta deteriorando. Signori, c’è la Fase 2 che bussa alla porta e il tempo di ciambottare con gli alambicchi è agli sgoccioli: occorre ricucire e dare una scossa (e scusate se copiamo ancora Frankenstein).

Walter De Stradis