- Walter De Stradis
- Sabato, 16 Febbraio 2019 09:07
Cari Contro-Lettori,
questa turbolenta settimana si è aperta lunedì scorso con la visita a Potenza del premier Giuseppe Conte. E così, i giornalisti (notoriamente assai simpatici a grillini e soci) sono stati “ingabbiati” al freddo, manco fossero belve feroci, in una griglia metallica in quel di Piazza Prefettura, impossibilitati a muoversi, mentre –nelle circa due ore di attesa- i sindaci lucani raccolti nello Stabile giocavano a tressette (anche se in tutta la regione si gioca a rubamazzo e a fregacumbagn), si facevano selfie vicendevoli, discutevano dell’esito elettorale in Abruzzo e alcuni di loro –ci raccontano provavano a svignarsela per protesta. Ma erano ingabbiati anche loro. E mentre per poco non succedeva quanto accaduto giorni prima a Matera (all’inaugurazione della Capitale della Cultura alcuni Primi Cittadini avevano abbandonato per la scarsa considerazione ricevuta), il Premier arrivava e … lasciava ai sindaci un indirizzo email (nemmanco una PEC) affinché gli venissero inviate proposte per lo sviluppo. Lui? Non ne aveva, a parte qualche “vedemo che se po’ fa”, in un gergo politico-romanoide che sembra aver imparato presto. Qualche selfino coi cittadini (capirai, i Potentini: più che commentare “ma quanto è figo” alcuni di loro non hanno saputo/potuto fare), e via, più veloce della luce. Nei giorni successivi, mentre persino la solitamente pacioccona FFF Franconi gli scriveva una lettera incazzosa (mica facile avere a che fare col Governo, sa?), le voci su candidati (a destra come a manca, nel senso che il centrosinistra, diviso com’è, “manca” davvero) si alternavano. A parte la solita telenovela colombiana su Marcelito (da qualche mese protagonista di un estenuante “Anche i ricchi piangono”) che allegramente pare inpiparsene dei richiami all’unità dell’accorato Zingaretti (il cuore è uno zingaro, si sa), e l’ilarità generale suscitata dalla “sparata” del candidato certo pentastellato Mattia (circa i 60mila posti di lavoro), a tenere banco è parso soprattutto il centrodestra. Il sottomarino del generale Bardi, che si era detto pronto a “marciare” (sulla Basilicata), è stato silurato in diretta tv dal fuoco amico del Cavaliere (a cui la Guardia di Finanza, diciamocelo, non è mai piaciuta). Eppure il piatto da offrire ai lucani sembrava pronto, ma –evidentemente mancava un po’ di Pepe. Mentre andiamo in stampa, pertanto, sembrano salire le quotazioni del Buon Dottore, ex sergente di ferro del San Carlo, che scalpita nei box. Staremo a vedere. Loro, come noi, sono in lista d’attesa.
Walter De Stradis