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Cari Contro-Lettori,

che dite, c’è di che preoccuparsi (o almeno, di che riflettere), se uno che è stato due volte ministro in Venezuela (terra del petrolio “extrapesante”), uno che dava del “tu” a Fidel Castro, uno che ebbe colloqui privati con George Bush sull’Air Force One (l’aereo presidenziale), uno che a volte si confrontava anche con FBI, CIA (e pure qualche generalissimo sudamericano o africano), in materia di commercio e non solo, uno che ha lavorato per l’Onu e che adesso è presidente onorario del Gruppo Lucano di Protezione Civile… dicevo, c’è da preoccuparsi, se uno così, vi mette in guardia? «Nella partita di calcio compagnie-cittadini, i Lucani stanno perdendo dieci a zero. I Lucani dal petrolio stanno ricevendo assai poco. Ci vorrebbe una conoscenza più approfondita, da parte del governo regionale, di cosa fare nei confronti delle compagnie. Qui, invece, si verifi ca l’esatto contrario, nel senso che è l’ente Regione a recepire le direttive dalle compagnie stesse. E stop. Le royalties, che qui tengono in piedi le spese correnti regionali e non vengono impiegate per lo sviluppo, sono comunque ridicole. In Bolivia, cinquant’anni fa, e cioè quando hanno iniziato a sviluppare le politiche estrattive, c’erano delle royalties al 50%, e non certo al 7%: e glielo dissi a De Filippo!». E anche se Reinaldo Figueredo, personaggio straordinario che da una quindicina d’anni vive in Val D’Agri, è venezuelano e non argentino (questo per i puristi del caso), la lunga intervista a pranzo che ci ha concesso ha il suono e la fl agranza di un triste e famoso tango: “Adiòs Muchachos”. L’ex politico, economista di livello mondiale, alla domanda sul futuro della nostra regione è infatti perentorio come il più marziale dei “tangueri”, ma anche piuttosto deluso per aver avuto a che fare con molti “tangheri” lucani: «Fra dieci anni questa terra è fuori, morta. Bisogna trattenere i giovani, motivandoli con maggiori opportunità. I giovani lucani si dividono in due categorie: quelli che vanno via e quelli che si affidano al politico di turno, chiedendogli un lavoro, anche se poi aspettano per anni nella piazza del paese in attesa che ciò accada realmente». Ma questo è niente: andate a pagina 9 e leggerete il resto. Buon Tango a tutti.

 

Walter De Stradis