editoriale1702

Cari Contro-Lettori,

se la politica è tutta un film, allora è bene ricordare che la storia del cinema –parallelamente alla realtà- è piena di episodi in cui il proverbiale “passo più lungo della gamba” (di legno, come vedremo), si è rivelato piuttosto infausto. E’ celebre il caso di “Occhio- Pinocchio”, il kolossal voluto a tutti i costi nel 1994 da Francesco Nuti (reduce da alcune commedie italiche di discreto successo): fu girato in America e, dopo una produzione di un anno e mezzo, arrivò a costare addirittura 30 miliardi di lire. Il Pinocchio di Nuti, alla fin fine, si rivelò un immane disastro al botteghino, dando inizio a una crisi artistica dalla quale l’attore e regista toscano non si riprese mai più. E’ proprio il caso di dire, dunque, che le bugie hanno le gambe corte, ma spesso ce l’hanno anche le ambizioni sfrenate. Ma c’è di più. A volte, ritenere di essere “immortali” dal punto di vista dell’immagine pubblica, equivale altresì a darsi una pesante zappa sui piedi: basti ricordare il clamoroso flop che caratterizzò l’uscita di “Highlander II”, pretestuoso e dispendioso seguito del celebre film fantastico (sottotitolato in italiano “L’ultimo immortale”) con Christopher Lambert e Sean Connery. Anche in questo caso, propositi spropositati, non adeguatamente accompagnati dalle giuste idee e dall’opportuno talento, segnarono una clamorosa ed epocale debacle di pubblico e critica, nonché la fine anticipata della carriera del divo Lambert (ridottosi in men che non si dica dal grande schermo alle paparazzate estive con la Parietti). Perché parliamo sempre di cinema come metafora della politica? Perché la Basilicata – seppur distante migliaia di chilometri da Hollywood- brulica anch’essa di attori ambiziosi che a tutti i costi anelano a ruoli da protagonista (e spesso, ahinoi, ci riescono), e che per questo scopo saltano allegramente da una “casa di produzione” all’altra, cambiando “regista” con una disinvoltura disarmante. Nel “film” di questa campagna elettorale ci sono alcuni casi che entreranno nella storia (da qui la vignetta di King Buffi no). Una storia, ahinoi, in cui gli elettori hanno da tempo deciso di relegarsi al ruolo di comparse. Buio in sala. Quando si riaccenderanno le luci?

 

Walter De Stradis