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Sono davvero in pochi a credere che si possa partire da un contesto periferico quale Potenza e raggiungere risultati inaspettati, come l’ingresso in una delle più prestigiose case editrici nazionali del fumetto: Sergio Bonelli Editore (quella di Tex e Dylan Dog, per rintednerci).

È quanto accaduto a Rosario Raho, straordinario disegnatore potentino che, da diversi anni ormai, anima le avventure di alcuni fra i più celebri personaggi “bonelliani”, fra cui il “detective dell’Impossibile” Martin Mistère. A pochi giorni dall’uscita (il 27 settembre, per la collana “Generazioni”) di una nuova storia del futuristico Nathan Never da lui disegnata, lo abbiamo incontrato negli spazi della fumetteria Comicstore di Potenza del vignettista Giulio Laurenzi.


I disegnatori di fumetti a volte vengono visti dagli appassionati alla stregua di celebrità del cinema, ma dietro ogni tavola c’è molto, molto lavoro. Com’è la sua giornata al tavolo da disegno? E poi, la domanda di rito: è stato facile “partire” da Potenza?
Al giorno d’oggi, con internet a pieno regime, non si registra una grande difficoltà logistica in questo tipo di lavoro. Le mie tavole originali non escono mai dal mio studio, poiché buona parte del lavoro si sostanzia nella scannerizzazione e l’invio telematico all’editore, quindi direi che è irrilevante la base di partenza. I miei primi passi? Be’, sicuramente c’è stato un investimento iniziale, sia economico sia di tempo, poiché ho dovuto spostarmi molto tra le varie fi ere per incontrare di persona gli editori, tanto più che mi portavo dietro qualche tavola per auto-promuovermi.


In che percentuale contano il talento (ovvero l’estro personale), la “tecnica”, il metodo e le regole?
Il talento conta per l’80%, sebbene al giorno d’oggi la produzione di fumetti sia molto diffusa, tuttavia per questa stessa ragione molti editori cercano di differenziarsi dagli altri scegliendo la qualità e non la quantità. L’impegno e la serietà completano ancora di più il profilo di un bravo disegnatore, anche perché il rispetto dei tempi di produzione non è mai in discussione.


Cos’è che non deve fare un aspirante disegnatore professionista nell’approcciarsi al lavoro?
Non essere presuntuoso o presentarsi alle case editrici con spocchia, poiché di talenti in giro ce ne sono tanti.


Lei è un affermato disegnatore dello staff Bonelli (il più longevo e importante editore italiano): esiste uno “standard” grafico di questa casa editrice così importante a cui conformarsi?
Gli editori che vantano una lunga tradizione nel fumetto custodiscono gelosamente i loro valori e i loro principi, quindi in genere ai disegnatori si richiede un certo tipo di prodotto, anche se per ogni regola c’è sempre un’eccezione.


L’ultima storia da lei disegnata è una vicenda “alternativa” dell’eroe del futuro Nathan Never: ci spiega cos’è lo stile “steam-punk” che la caratterizza e cosa comporta da un punto di vista grafico?
In questa mini serie di Nathan Never scritta da Antonio Serra ogni albo è realizzato con stili particolari e differenti l’uno dall’altro: Manga, Sin City alla Frank Miller e tanti altri. Il mio è lo steam-punk che prevede una griglia molto particolare, con curve e balloon che escono fuori dalle vignette. Lo steampunk non è propriamente un genere, lo definirei più uno stile che comporta tanta fatica, ad esempio nel caso specifico di questa storia l’ambientazione era ottocentesca, seppure con attrezzature futuristiche, ma sempre in chiave old school.


In questo caso -se non sbaglio per la prima volta ha disegnato e colorato anche la copertina. Per ideare il look di questa versione di Nathan a cosa si è ispirato? Ha avuto istruzioni precise dallo sceneggiatore?
No, quando Antonio Serra mi ha chiesto di disegnare e colorare la copertina ho realizzato diverse bozze, tuttavia ne ha scelta solamente una, poiché a suo giudizio le altre, seppur bellissime, erano troppo “normali” mentre lui cercava qualcosa di più particolare. Tra l’altro Antonio Serra ha scelto la bozza di copertina che io avevo realizzato per ultima, quella ispirata ad Alfons Mucha, uno dei massimi esponenti dell’Art Nouveau, con decorazioni e fregi caratteristici dell’epoca.


Oggi anche il fumetto cartaceo oggi deve confrontarsi con le storie pubblicate esclusivamente sulla rete: pensa sia quello il naturale destino della letteratura disegnata o bisogna insistere sulle storie “cartacee”?
Io spero che non sia un’evoluzione naturale, poiché da lettore non riesco a rinunciare al cartaceo, dato che ha tutta un’altra vita, e d’altronde i lettori più appassionati lo dimostrano acquistando due copie di ogni lavoro: una per conservarla, l’altra per leggerla. In altri casi ancora si fanno delle copertine “variant” per un singolo lavoro, e vi assicuro che gli appassionati se le portano tutte a casa.


È giusto che -come nel caso della Marvel- che i personaggi dei fumetti cambino a seconda della loro rappresentazione al cinema? È un segno di debolezza del fumetto?
Personalmente sto vedendo tutti i film della Marvel e li apprezzo molto. Nella cinematografi a c’è bisogno di pensare al grande pubblico e canonizzare le varie storie rendendole più appetibili nell’ottica di tutti i tipi di target: bambini, adulti e curiosi. Può accadere, dunque, che i personaggi originali del fumetto risultino un po’ più impoveriti, ma è assolutamente comprensibile.


Ha mai pensato di scrivere anche i testi delle storie che disegna? Quale genere preferirebbe?
In verità con le mie primissime opere ho scritto anche le storie, ricordo che realizzai la personalizzazione dei miti greci curando ogni aspetto del lavoro. In questo caso il compito è doppiamente facilitato, poiché in altri casi non sempre si ha voglia di disegnare ciò che gli autori ti chiedono!


Lei è notoriamente un appassionato di supereroi, in particolare di Batman (che spesso e volentieri disegna a fiere e altri avvenimenti), ma un vero supereroe “italiano” di successo ancora non è stato inventato (i tentativi sono stati molti). Come mai? È un concetto che poco ci si addice?
Be’, qui andiamo sul filosofico… In America c’è una forte identificazione nazionale con il sogno a stelle e strisce, cosa che qui manca del tutto. Vi immaginate un Capitan Italia? Io un super eroe nostrano lo vedo poco credibile.


In uno dei suoi ultimi lavori lei ha inserito, tra gli altri personaggi, anche le fattezze del disegnatore potentino Giulio Laurenzi. Dobbiamo aspettarci qualche altra sorpresa?
In quest’ultimo numero non ci sarà nessun esponente potentino, all’epoca mi sono prestato dopo aver ricevuto non poche pressioni dall’interessato. (ride, ndr). L’albo di Nathan Never disegnato da Raho sarà presentato al “Comicstore” di Potenza, in una data che sarà ufficializzata a breve.