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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA LETTERA APERTA DEGLI AVV. LORENZO E LACAPRA
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Gentili Colleghe
Preg.mi Colleghi
Con umiltà, entusiasmo e voglia di fare abbiamo chiesto ed orgogliosamente ottenuto la Vostra fiducia ed il Vostro sostegno, accordatoci con l'elezione nel Comitato pari opportunità per il quadriennio 2023-27.
La nostra motivazione, in continuità con l'ottimo lavoro svolto da parte di chi ci ha preceduto, risiedeva nel mettere in campo in maniera concreta e fattiva ogni possibile ed opportuna iniziativa al fine di eliminare gli ostacoli che, di fatto, limitano la parità e l'uguaglianza sostanziale nello svolgimento della professione forense, specie a discapito della giovane avvocatura.
Di promuovere le politiche di pari opportunità nell'accesso alla professione e prevenire, contrastare e rimuovere i tanti comportamenti discriminatori.
Nei limiti delle nostre possibilità, avremmo voluto dare il nostro contributo nell’importante Assise rappresentativa.
Ci sarebbe piaciuto elaborare proposte idonee a favorire effettive condizioni di pari opportunità per tutti gli avvocati, in particolare modo per quelli giovani e per i praticanti, sia nell'accesso che nella crescita dell'attività professionale, operando purtroppo, spesso in condizioni di disparità.
Sarebbe stato utile promuove iniziative e confronti tra gli avvocati, gli operatori del diritto, le Istituzioni e gli Enti sulle pari opportunità, cercando di contribuire alla rimozione degli effettivi ostacoli, di ogni tipo, nella partecipazione alla professione forense, elaborare proposte, valorizzare le differenze di genere, senza alcuna discriminazione e valorizzando il diritto antidiscriminatorio anche attraverso la formazione professionale ed il rispetto delle regole deontologiche.
Avremmo voluto promuovere la crescita professionale di avvocati e praticanti operanti in situazioni soggettive od oggettive di disparità, supportando la loro rappresentanza negli organi istituzionali e associativi.
Purtroppo tutto questo non appare possibile.
Logiche incomprensibili, vecchie liturgie e bizantinismi dai quali rifugiamo con forza e stendiamo a comprenderne il senso ci inducono, non senza amarezza, a riflessioni e scelte radicali, ma purtroppo necessarie.
Il risultato elettorale da noi raggiunto, nello specifico primo e seconda degli eletti, unico criterio oggettivo e utile a determinare la governance dell'’Organismo è stato mortificato in spregio alla stessa volontà elettorale, manifestata in modo chiaro da tanti Colleghi e Colleghe che hanno votato conferendo un inequivoco mandato.
Ebbene il risultato elettorale ne esce svilito e irrimediabilmente mortificato, non essendoci altri criteri oggettivi di scelta, e dirimenti, nella composizione degli organismi in seno al Comitato.
Ogni altro criterio proposto dagli altri membri, di carattere soggettivo, con logiche di personalismi, se non addirittura ponendo veti con argomentazioni dai connotati marcatamente discriminatori: il non poter ricoprire la carica per l'apparenza al genere (maschile) o la recente iscrizione all'albo, da cui derive una apodittica inesperienza, appare non solo inopportuna, ma addirittura stridente ed in contrasto con le finalità dell’Organismo, cioè di garantire le medesime opportunità e non adagi a stereotipi o rendite di privilegio e di posizione consolidate.
In pratica ogni criterio proposto era volto a penalizzare le nostre persone.
Come noto l'unico criterio asettico ed oggettivo in una competizione elettorale è quello del rispetto della volontà dell'elettore e dell'attribuzione di significato alla consultazione stessa, in quanto le regole formali per concorrere nelle Istituzioni e negli Enti non possono prescindere dal criterio democratico del voto.
Il tentativo di sovvertire il risultato elettorale è risultato a dir poco mortificante, attesa l'inopportunità di ricoprire la carica di presidente per il membro cooptato e non eletto, non solo per buon senso, ma anche per prassi consolidata dello stesso Comitato, così come rivendicazioni di chi, nelle urne, ha conseguito un risultato elettorale pari a meno della metà di quello conseguito dai primi due, le cui preferenze conseguite sono pari a quasi l’80% dei votanti (L. Lorenzo 173; R. Lacapra 122; L. Rosa 54; F. Gallo 54)
Per questo, con rammarico ed amarezza, constata l'impossibilità di poter coltivare ambiziosi obbiettivi utili alle stesse finalità del Comitato, irrealizzabili perché già in partenza svilite e mortificate, credendo fermamente nei valori espressi, non ci resta che rassegnare, non senza profonda amarezza, le dimissioni.
Non siamo alla ricerca di cariche o di visibilità, infatti il mandato richiede oneri, disciplina ed onore, ma non è accettabile un precostituito veto sul nostro nome senza la proposta di qualsivoglia altro criterio oggettivo di scelta, sfociando poi in un vero e proprio ostracismo.
Sarebbe opportuno, a questo punto, attesa la mancanza di serenità e i criteri discriminatori proposti, che ogni singolo componente del Comitato, eletto e cooptato, compia lo stesso gesto, favorendo così, con nuovi protagonisti, scevri da pregiudizi, l'effettivo funzionamento dell'Organismo.
Allo stesso modo sentiamo forte il bisogno di ringraziare ancora una volta tutte le Colleghe e i Colleghi per la fiducia accordataci, al contempo garantendo sempre e comunque il nostro impegno in ogni contesto e ambito nel quale saremo chiamati.
Con rinnovata Stima
Luca Lorenzo, Rosa Lacapra