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di Walter De Stradis

 

 

L’avvocato rionerese Antonio Zottarelli, fresco cinquantenne (febbraio scorso), è il Presidente dell’Ardsu (Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) della Basilicata. Poco prima dell’intervista, finito di parcheggiare, grazie al colpo d’occhio di un amico, ha ritrovato un paio di occhiali a cui teneva molto, e che da tempo si erano persi in qualche dispettoso anfratto della sua auto. «Quello con Controsenso -afferma- evidentemente è un incontro fortunato».  

d: Presidente, dall’Ardsu ci sono passati in molti, brevemente però tracciamone lo stesso un identikit.

r: L’Ardsu è un ente sub-regionale, e dunque sostanzialmente è la Regione a contribuire a realizzare gli obiettivi che l’Azienda si propone, annualmente, in favore degli studenti. Siamo ben presenti sul territorio lucano già dal 1997, e la “mission” è precisa: favorire l’accesso alle università nel territorio lucano.

d: “Le” università?

r: Sì, oltre all'Unibas, c’è il Conservatorio, così come strutture convenzionate come la Cattolica (con molti corsi in materia di formazione sanitaria)… insomma, gli istituti di rilevanza nazionale presenti sul territorio. Lo scopo è quello di rimuovere gli ostacoli socio-economici che possono incontrare i ragazzi nell’accesso e nell’esercizio del diritto allo studio universitario. Ne consegue, che per quanto riguarda i contributi economici (borse di studio), non ci rivolgiamo alla totalità degli studenti, ma ci basiamo –tramite bandi- su due requisiti fondamentali: il merito e il reddito; si presta insomma particolare attenzione alle famiglie economicamente più svantaggiate. E’ l’incarnazione di un dettato Costituzionale.

d: Dare a tutti le stesse possibilità di ottenere il grado di studio più elevato.

r: Oltre ai contributi economici ci sono gli altri servizi, di eguale importanza, relativi al vitto e all’alloggio. Sempre attraverso un bando, ogni anno vengono assegnati gli alloggi universitari: l’Ardsu in totale dispone di settanta posti alloggio.

d: Che sarebbero posti letto. Su Potenza e Matera…?

r: No, al momento solo su Potenza. Però posso anticiparle che dal prossimo anno accademico (2023-2024) i posti alloggio saranno superiori a cento, il tutto grazie ai fondi del Pnrr, e dunque all’intervento della Regione e al prezioso lavoro del nostro personale; anzi, mi sia consentito fare un plauso allo loro abnegazione; in particolare ringrazio il direttore generale, la dottoressa Rosanna Gruosso, una vera “battagliera delle istituzioni”. Tornando alla situazione di Matera, da quando sono in carica (novembre 2019), c’è l’impegno a “reperire” i posti alloggio: al momento non ci sono, non certo per volontà della Regione (sempre attiva su questo fronte), bensì per la propensione degli operatori locali del settore, più interessati al turismo che ai nostri bandi (negli anni ne sono stati pubblicati già tre).

d: Domanda: a Matera non ci sono edifici di proprietà della Regione, o di qualche altro ente pubblico, destinabili allo scopo?

r: In effetti sì. Grazie all’impegno profuso dal governatore, di concerto con l’assessore alle infrastrutture, la Regione si è resa stazione appaltante di un importante progetto di recupero di una parte dell’ex ospedale Sant’Anna, da destinare appunto a residenza universitaria. Ovviamente ci vorranno dei tempi tecnici, ma ritengo che già entro fine mese ripartirà l’appalto pubblico per il completamento della prevista struttura. Pertanto, in un prossimo futuro, ci saranno gli alloggi anche a Matera.

d: Dicevamo poi del servizio mensa.

r: Sì, è ben presente sia a Potenza sia a Matera. Mediamente ne usufruiscono circa mille studenti al giorno.

d: A prezzi agevolati.

r: Sì, ma ovviamente si tiene molto conto della fascia di reddito. Grazie ai trasferimenti annuali della Regione (che ci consentono di fare azioni mirate a vantaggio del corpo degli studenti), da maggio/giugno 2022 garantiamo un ulteriore servizio, addirittura il catering, per gli studenti del Conservatorio di Potenza. La loro sede è molto distante dalla mensa di Macchia Romana, ragion per cui –dando seguito a una precisa richiesta della rappresentanza studentesca- garantiamo il pasto, “a domicilio”, presso il Conservatorio stesso. Particolare non di secondo piano è che i pasti di cui usufruiscono gli studenti si rifanno molto, per quanto possibile, alla tradizione lucana.

d: Da come parla, mi pare di capire che la sinergia con il presidente Bardi e il governo regionale è totale, o magari, invece, ha comunque qualcosa da chiedere alla Regione?

r: La Regione è sempre stata molto attenta alle esigenze degli studenti. L’Ardsu vive di finanza derivata (i trasferimenti dall’ente regionale), e posso dire che la Regione Basilicata, tramite l’Ardsu, riesce a erogare il 100% delle borse di studio, e cioè a TUTTI gli studenti che si collocano in posizione idonea in graduatoria.

d: Non ci sono ritardi o…?

r: Qualche ritardo ci può pure essere, ma il dato statistico importante è questo:la Regione Basilicata è una delle poche, in Italia, a potersi appuntare il merito di pagare TUTTE le borse di studio, a coloro che ne hanno merito.

d: altre regioni non riescono a pagarle tutte?

r: No, perché evidentemente non hanno fondi. Per il resto, è chiaro che si può fare sempre di più e meglio. Ma anche questo è nei programmi.

d: Ritiene di avere un numero di dipendenti adeguato?

r: Oggi sì. L’Ardsu, nata nel 1997, ha sempre avuto una atavica carenza di personale, avvalendosi perlopiù di impiegati comandati dalla Regione o di precari (Co.co.co. etc.). Oggi invece, grazie ai citati trasferimenti regionali, l’Ardsu ha una capacità finanziaria che ha consentito di stabilizzare il personale nel dicembre 2020, sulla scorta della legge Madia. E’ un obiettivo di non poco conto.

d: Quanti sono i dipendenti?

r: Quattro.

d: E riuscite a fare tutto?

r: Sì, e per questo debbo ringraziarli, perché riescono ad assolvere, quotidianamente, a tutti i bisogni degli studenti.

d: Le è di Rionero, ma lavora qui a Potenza. E’ dunque a conoscenza della polemica sullo “svuotamento” del nostro centro storico, causato anche dal dislocamento di molti uffici pubblici; sa dunque che molti additano anche l’assenza dell’Università nella parte vecchia della città. Anche una sua decisione è stata oggetto di polemiche in questo senso: quella di aver spostato la storica e centrale sede dell’Ardsu di Corso Umberto, nel più periferico rione Francioso (nei pressi dell’Università). Viepiù, molti opinionisti ritengono che proprio gli studenti fuorisede possano rivelarsi una “soluzione” contro la desertificazione del Centro.  

r: Sì, nei prossimi mesi realizzeremo il trasferimento della nostra sede. Guardi, la nostra “mission” è garantire i servizi a tutti gli studenti, e garantire i contributi economici agli studenti più meritevoli ed economicamente più svantaggiati. Ne consegue che destinatari dei servizi dell’Ardsu sono solo e soltanto gli studenti stessi. Lo scopo è dunque quello di concepire un'istituzione il più possibile “di prossimità”, e quindi ha maggiore senso individuarla laddove gli studenti si recano giornalmente. Lei obietterà che a Macchia Romana, invece, una vera e propria sede Ardsu non c’è: ma posso dirle che è comunque presente un nostro front-office, gestito da una persona preparatissima, Antonio Luongo, che attende a tutte le istanze sottopostegli dal corpo studentesco. E mi lasci dire che l’Ardsu ha comunque puntato a valorizzare il centro storico di Potenza: una delle nostre residenze universitarie è infatti ubicata lì nei pressi, in via Via della Pineta; attualmente ospita venti studenti, ma -come accennavo- grazie ai fondi Pnrr, dal prossimo anno accademico saranno in totale sessantuno.

d: Ma lei che tipo di studente universitario è stato? In sede, fuorisede, pendolare?

r: Ho studiato giurisprudenza a Foggia (sede distaccata di Bari) e ho fatto il pendolare. Tutte le mattine mi alzavo alle sette e tornavo a casa la sera tardi. Non è un caso se, a seconda delle fasce in cui rientrano gli studenti (in sede, pendolari e fuorisede), il nostro contributo delle borse di studio varia di conseguenza.

d: capita di incontrare gli studenti, anche informalmente? Quali sono le richieste più frequenti?

r: Io presiedo anche il Comitato paritetico di amministrazione Ardsu, che include una rappresentanza studentesca (oltre che dell’Università stessa). E vorrei ringraziare Aurelia Sole, già magnifica Rettrice, sempre attenta alle esigenze dei ragazzi, nonchè la prorettrice Paola D'Antonio, particolarmente attenta alle esigenze degli studenti disabili.    

d: Ma non le è capitato di recepire istanze dagli studenti – al di là dei servizi Ardsu- magari –chessò- a proposito dei collegamenti in e con la Basilicata...?

r: Certamente alcuni servizi vanno implementati, in primis quello del trasporto, ma ci sono delle azioni messe in campo, che la Regione credo metterà in atto nel minore tempo possibile. Ma io insisto nel dire che, per quanto riguarda l’Ardsu, i servizi sul territorio ci sono e ci sono tutti, e possono ben incentivare un giovane di fuori a iscriversi presso le nostre università.

d: Nello specifico del vostro lavoro, la Facoltà di medicina ha comportato qualche cambiamento?

r: Marginalmente, in quanto gli iscritti (una sessantina) sono a numero chiuso, e non influiscono molto sulla nostra azione complessiva.

d: C’è una domanda che non le ho fatto? Altrimenti passo a quelle conclusive…

r: Faccia pure quelle conclusive (sorride).

d: C’è un libro, una canzone o un film che la rappresenta?

r: Mi piacciono molto i libri “legal thriller”, tipo quelli di Ken Follett. Per quanto riguarda i film, mi piacciono quelli con Totò o i fratelli De Filippo.

d: Mettiamo che fra cent’anni scoprano una targa a suo nome alla sede Ardsu, cosa le piacerebbe ci fosse scritto?

r: Il presidente Zottarelli ha cercato, per quanto di sua competenza, di contribuire in modo significativo a raggiungere gli obiettivi posti dall’Ardsu a favore degli studenti».