di Antonella Sabia

 

 

 

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Solamente un mese fa si è svolta una due-giorni di nuoto “stellare” per la città di Potenza, il Primo HalloSwiMeeting, che ha visto la presenza nel capoluogo lucano di campioni azzurri del calibro di Gregorio Paltrinieri, Benedetta Pilato e il nostro Domenico Acerenza. Con Roberto Urgesi, Presidente Federazione Italiana Nuoto (FIN) Basilicata, anche presidente della società Basilicata Nuoto 2000, squadra di pallanuoto potentina militante in Serie B, partendo da questo grande evento abbiamo fatto una panoramica sulla situazione dell’impiantistica e le difficoltà delle società di nuoto lucane.

d: Quali sono state le maggiori difficoltà di portare a Potenza, nella piscina di Montereale, questi grandi atleti, solitamente abituati ad altre platee e impianti sportivi?

r: Devo essere subito dissacratore, nel senso che è stato più semplice di quello che si possa immaginare. Lo slancio ce lo siamo dati in maniera vicendevole noi della FIN e il Comune di Potenza in occasione del Gran Gala del Nuoto di settembre. , ero fortemente intenzionato a organizzare un grande evento per dare riscontro alle cose buone che stiamo facendo, per la maggiore fuori dal territorio cittadino. Penso alle manifestazioni a carattere nazionale che organizziamo a Scanzano dove c’è l’unica piscina olimpionica della regione, che è scoperta e all’aperto, ma soprattutto è all’interno di un villaggio turistico, pertanto, nei mesi estivi diventa impossibile utilizzarla. È nata quindi come una sfida, fare qualcosa di importante a Potenza, e grazie anche all’importante supporto che l’assessore Blasi e il sindaco del Comune di Potenza, Mario Guarente, siamo riusciti in pochissimo tempo ad organizzare questa due-giorni, a dimostrazione che il mio impegno di portare in alto la Basilicata, sempre e ovunque, come presidente regionale, ruolo che ricoprono ormai da 10 anni, sta dando i suoi frutti. Infatti, oggi, quando mi siedo ai tavoli romani, la Basilicata non è più considerata come fanalino di coda, ma tutti riconoscono le nostre capacità, e questo meeting ha dimostrato ove ce ne fosse bisogno, che anche nella nostra città si possono buone cose.

d: Abbiamo sognato in grande, ma rimane il fatto che il tutto si è svolto all’interno di una piccola struttura, con capacità limitata e vasche da 25 m. Al di là dei meriti organizzativi, quali sono le difficoltà oggettive che si incontrano?

r: Il nuoto vive due fasi diverse nella sua stagione, da ottobre a marzo si gareggia in vasca corta che è universalmente riconosciuta (il 4 dicembre, infatti, partono i Campionati del Mondo), da marzo in poi, nella stagione che conta, si gareggia solo in vasca olimpionica e questo diventa un problema molto serio per noi. Questi grandi atleti hanno apprezzato la nostra organizzazione e la bellezza della nostra piscina, perché era stata attrezzata in una maniera assolutamente degna, ma chiaramente ci siamo dovuti fermare ad un numero massimo di iscritti, 200 atleti, mentre a Scanzano possiamo ospitarne fino a 1000. Siamo convinti, e non da ora, che lo sport può essere un grande attrattore di turismo, noi sportivi quando organizziamo questi grandi eventi (e in Basilicata c’è più di qualcuno che li sa organizzare), ci occupiamo di vero e proprio marketing turistico-sportivo, se così vogliamo chiamarlo, perché la gente che viene da noi, conosce la nostra terra e poi sceglie di ritornarci in un secondo momento. Quest’anno dovremmo riprendere il Trofeo delle Regioni (una sorta di Campionato Nazionale Esordienti), sempre a Scanzano, una manifestazione alla quale partecipano i 10 migliori atleti esordienti d’Italia, cioè tra i 12-14 anni.

d: Tornando all’aspetto federale, le vostre società affiliate cosa lamentano e quali problematiche riscontrano più frequentemente?

r: Chiaramente le società che spingono verso l’agonismo, lamentano la mancanza cronica di un impianto importante, che poi è questa benedetta piscina olimpionica, che inevitabilmente serve. Negli ultimi 12 mesi, poi, specialmente i gestori delle piscine sono fortemente preoccupati del caro bollette.

d: Ma in Basilicata quante piscine ci sono tra pubbliche e private?

r: Sulla carta sono circa una ventina, ma al momento attive sono meno della metà, alcune chiuse altre che hanno difficoltà ad aprire appunto per problematiche legate alla gestione, e non sanno fino a quando potranno reggere.

d: Nel caso specifico della piscina comunale di Potenza, come si conciliano diverse società che ne fruiscono?

Sono nove le società affiliate che purtroppo hanno accesso a degli spazi esigui, inoltre ci sono alcune società che vorrebbero costituirsi e affiliarsi alla FIN, ma poi tendono verso gli Enti di Promozione Sportiva.

d: Come sono i rapporti con l’amministrazione?

r: Abbiamo intavolato un discorso già da tempo, la nostra richiesta è quella di rivedere un po’ l’attuale gestione della piscina, intanto perché quest’anno la piscina è stata riaperta solamente a fine settembre, dopo aver provveduto a fare dei lavori, ma in generale ogni anno è così. All’assessore Blasi abbiamo proposto diverse soluzioni, tra cui una gestione pubblico-privata della piscina, in particolare relativamente alla suddivisione delle fasce orarie, che garantiscono l’accesso alla piscina anche a persone che non si vogliono legare a nessuna società e pagano semplicemente il biglietto d’ingresso.

d: Come risponde a questo l’amministrazione?

r: Stiamo ragionando, il dialogo è stato intavolato da tempo, non è una cosa facile e sicuramente non sarà di facile risoluzione, ma mi auguro che si possa arrivare quanto prima, per consentire alla Federazione di avere degli spazi adeguati a proporre sia l’attività di base che attività di vertice.

d: Riapriamo il capitolo piscina olimpionica: è un sogno possibile e realizzabile?

r: Questa storia ormai la conoscono anche fuori dai nostri confini regionali, e spesso mi viene chiesto a che punto stiamo sulla questione. Adesso questa amministrazione ha iniziato a mettere un punto su un pezzo di carta, significa aver messo a punto un progetto di fattibilità per la piscina olimpionica, individuato su un’area nei pressi di via Appia. È un punto di partenza, non si può dormire sugli allori perché adesso ci sono altri passi fondamentali da fare: il finanziamento e il progetto esecutivo, entrambi estremamente importanti. Noi saremo sempre dietro a spingere affinché la sensibilità che hanno dimostrato con queste prime mosse, possa portare un valore aggiunto a tutta la nostra città per poi diventare concretezza. Personalmente, con la mia squadra di pallanuoto, la Basilicata nuoto 2000, sono vent’anni che sto peregrinando tra le piscine fuori regione. Giochiamo le nostre partite in casa a Napoli, quindi a 170 km da Potenza, proprio perché non abbiamo un impianto degno.

d: Giocare un campionato di vertice a 200 km da casa, si traduce anche nella perdita di atleti?

r: Certo, assolutamente, la Pallanuoto ha la necessità di avere almeno una piscina da 30 m, e infatti, oggi la squadra è composta per la maggiore da atleti di Napoli perché per ovvie ragioni, molto spesso legate alla scuola, molti ragazzi di Potenza non si possono permettere il lusso di andare 3-4 giorni a settimana a Napoli. Ed è vero, abbiamo perso tanti atleti negli anni oltre ad aver perso poi di riflesso tanto marketing in termini di sponsor. Aggiungerei infine, che perdiamo anche in termini di tifoseria, all’inizio organizzavo degli autobus ma poi col tempo diventa pesante anche dover viaggiare.