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Ottobre è rosa, anche quest’anno il mese è dedicato alla prevenzione del tumore al seno. Il 23 e il 25 ottobre il San Carlo di Potenza apre le porte per controlli gratuiti, organizzando, una giornata di prevenzione e promozione della salute. Abbiamo quindi voluto dedicare questa pagina divulgativa alle donne, approfondendo due temi di interesse comune: Chirurgia oncologica ginecologica con la dr. ssa Maria Teresa Orlando, Procreazione Medicalmente Assistita con la dr. ssa Assunta Iuliano.

Dr. ssa Maria Teresa Orlando, dirigente medico UOC Ostetricia e Ginecologia

In tema di prevenzione, a che età consiglia di iniziare a fare i primi screening? Quali tipi sono a disposizione della popolazione femminile?

La prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori   rientrano nei Livelli Essenziali di Assistenza, cioè tra le prestazioni essenziali che devono essere garantite a tutti i cittadini nel nostro Paese. Anticipare la diagnosi di un tumore permette di intervenire tempestivamente con maggiori probabilità di guarigione e migliorare la qualità della vita delle persone. I programmi di screening si rivolgono a tutti i cittadini residenti in Basilicata e appartenenti alle fasce di età previste per ciascuno screening.

In particolare, i programmi di screening oncologico femminile sono rivolti alla diagnosi precoce dei tumori della mammella, del colon retto e della cervice uterina:

screening per la diagnosi precoce dei tumori della mammella: le donne di età compresa fra 45 e 74 anni vengono invitate ad eseguire gratuitamente una mammografia ogni due anni.

screening per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori del colon-retto: donne (e uomini) di età compresa fra i 50 ed i 74 anni vengono invitati ad eseguire un test per la ricerca del sangue occulto nelle feci ogni due anni.

screening per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori del collo dell’utero: le donne di età compresa fra i 25 ed i 34 anni vengono invitate ad eseguire un Pap test ogni tre anni, le donne fra i 35 e i 65 anni vengono invitate ad eseguire un test HPV ogni cinque anni.

Fondamentale è la prevenzione attraverso la vaccinazione anti HPV erogata gratuitamente a tutte le ragazze e ragazzi nel corso del 12° anno di età. Nell’ambito di questi programmi la Regione invierà una comunicazione ad ogni donna compresa nella fascia di età dello screening, con relativa prenotazione e numero verde per eventuali comunicazioni. Collegandosi ai siti online della Regione Basilicata è altresì possibile ricavare tutte le informazioni necessarie per accedere ai programmi di prevenzione e screening.

È possibile riconoscere i sintomi, attraverso dei campanelli d’allarme?

La comparsa di perdite ematiche atipiche in età menopausale, perdite ematiche tra una mestruazione e la successiva, perdite ematiche a seguito di rapporti sessuali possono essere un campanello d’allarme di anomalie del corpo dell’utero e/o del collo dell’utero. Eseguire una visita ginecologica di controllo con ecografia ginecologica può facilitare il percorso diagnostico. L’autopalpazione di nodularità mammarie, retrazioni del capezzolo, secrezioni mammarie atipiche possono essere un campanello di allarme per la patologia mammaria. Eseguire una visita senologica favorirà la diagnosi precoce di eventuali patologie della mammella.

Quali sono i consigli pratici?

Adottare stili di vita favorevoli alla salute; Non fumare; Mantenere un adeguato peso corporeo (normopeso); Fare attività fisica; Evitare rapporti promiscui; Avere rapporti protetti con preservativo: sono le abitudini che possono essere adottate per ridurre alcuni dei fattori di rischio per le patologie oncologiche della sfera genitale femminile.

Quali sono i principali fattori di rischio?

L’inizio precoce dell’attività sessuale; Il numero elevato di partner; Avere rapporti con partner sessualmente ad alto rischio (es. partner con più partner sessuali o con una nota infezione da HPV); La storia di infezioni sessualmente trasmesse (es. Clamidia Trachomatis, Herpes genitale. . . ); La giovane età alla prima gravidanza (meno di 20 anni) e gravidanze multiple (tre o più nascite a termine): sono i principali fattori di rischio per il tumore del collo dell’utero correlati all’esposizione al Papilloma-virus.

Uno status socio-economico basso (probabilmente correlato con l’accesso limitato all’assistenza sanitaria e ai programmi di screening di tali categorie);L’ uso di contraccettivi orali;Il fumo di sigaretta;La genetica: sono i fattori di rischio non HPV relati associati ad un aumento del rischio di tumore del collo dell’utero.

In che maniera si interviene? Il San Carlo come risponde alle esigenze dell’utenza?

L’Unità Operativa di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale San Carlo di Potenza offre il servizio di Patologia Cervico Vaginale che permette di effettuare una diagnosi precisa delle patologie del tratto genitale inferiore, garantendo poi il percorso terapeutico più idoneo.

Nell’ ambulatorio vengono eseguiti:

- screening citologico cervicale mediante pap-test su richiesta del medico o ginecologo curante;

- test HPV-DNA che consente di identificare la presenza dei ceppi di papilloma virus che possono favorire lo sviluppo del tumore del collo dell’utero.

- colposcopia (la colposcopia consiste nel visionare a forte ingrandimento i genitali femminili (vulva, perineo, vagina, cervice uterina) servendosi di un particolare microscopio: il colposcopio)

- vulvoscopia.

Il Servizio di Patologia Cervico Vaginale dell’Ospedale San Carlo di Potenza è parte integrante del Programma di Screening Regionale garantendo settimanalmente approfondimenti di secondo livello.

Nelle donne con perdite ematiche atipiche l’esecuzione di un’ecografia transvaginale porta ad un miglioramento degli esiti importanti per la donna.

L’esecuzione di ecografia ginecologica (trans vaginale e/o addominale) è raccomandata in tutte le donne con perdite ematiche atipiche, sia in età fertile che in postmenopausa, perché consente una diagnosi differenziale, permette di identificare le pazienti ad alto rischio di carcinoma endometriale e contribuisce all’impostazione di un adeguato management.

Eseguire una ecografia transvaginale ed eventualmente transaddominale in tutti i casi di dolore pelvico (acuto e/o cronico) e/o nelle donne con massa annessiale (tubo-ovariche) è da raccomandare poiché consente una diagnosi differenziale e l’impostazione di un adeguato management, quindi un miglioramento degli esiti importanti per la vita della donna. Il servizio di Ecografia Ginecologica dell’Ospedale San Carlo di Potenza è costantemente garantito dai Medici della UOC di Ginecologia ed Ostetricia previa prenotazione attraverso il CUP Aziendale muniti di ricetta medica (visita ginecologica con/senza ecografia ginecologica).

 

Dr. ssa Assunta Iuliano, dirigente medico, staff di PMA, UOC Ostetricia e Ginecologia

Quando bisogna prendere in considerazione un percorso di procreazione medicalmente assistita e cosa prevede?

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’infertilità è “una vera e propria patologia” che interessa il 15-20% delle coppie. Si stima che 1 coppia su 6 al mondo abbia difficoltà nel concepire.

Secondo l’European Society of Human Reproduction and Embriology (ESHRE), la prevalenza dell’infertilità nelle donne europee, di età compresa tra i 20 e i 44 anni, è del 9%. Nella popolazione delle over 35 una donna su tre ha, quindi, problemi di infertilità. L’Istituto Superiore di Sanità stima che nel nostro paese più del 15% delle coppie in età fertile abbia problemi della sfera riproduttiva e che 45. 000 nuove coppie ogni anno incontrino difficoltà nel concepire. La risposta terapeutica a questo problema sanitario emergente è la Procreazione Medicalmente Assistita grazie alla quale ogni anno vengono al mondo 246. 000 bambini di cui 14. 000 soltanto in Italia. Secondo l’OMS e l’American Society for Reproductive Medicine (ASRM) l’infertilità è quella condizione che impedisce al nostro organismo di adempiere alle funzioni basilari della riproduzione dopo 12 mesi o più di rapporti sessuali non protetti, nella popolazione di donne di età inferiore ai 35 anni o dopo 6 mesi, nella popolazione di donne di età uguale o superiore ai 35 anni. La scelta della tecnica di Procreazione Medicalmente Assistita viene presa in relazione ai risultati dell’iter diagnostico che la coppia ha seguito per la definizione della diagnosi.

-Inseminazione intrauterina

È una tecnica di fecondazione in vivo, ambulatoriale, che prevede una stimolazione farmacologica moderata della follicologenesi. Consiste nell’ iniettare in cavità uterina gli spermatozoi capacitati del partner maschile mediante un apposito catetere. La metodica trova indicazione nelle coppie nelle quali sia stata fatta diagnosi di sterilità inspiegata, infertilità maschile di grado lieve moderato, endometriosi I-II stadio, patologie sessuali coitali, fallimento ripetuto di rapporti programmati.

-Fecondazione in Vitro e trasferimento dell’embrione in utero (FIVET)

È una tecnica di fecondazione in vitro che prevede la fertilizzazione “in provetta” dell’ovocita da parte dello spermatozoo. Trova indicazione nell’infertilità di origine tubo-peritoneale, nell’infertilità maschile di grado moderato non responsiva al trattamento medico e/o chirurgico, nell’endometriosi III-IV stadio, nel fallimento dell’iter terapeutico a bassa tecnologia.

-Iniezione intracitoplasmatica degli spermatozoi (ICSI)

È una tecnica di fecondazione che prevede l’iniezione dello spermatozoo direttamente nel citoplasma dell’ovocita. Trova indicazione nell’infertilità maschile di grado severo, nell’azoospermia ostruttiva o secretiva dopo aver prelevato gli spermatozoi mediante biopsia testicolare (TESE), nei casi di ridotta risposta alla stimolazione ovarica da parte della partner femminile.

Il percorso previsto per le tecniche di II livello (FIVET-ICSI) si articola nelle seguenti fasi:

Stimolazione ovarica controllata con gonadotropine: serve a reclutare un numero elevato di follicoli da fertilizzare con metodica FIVET o ICSI

Prelievo ovocitario: si esegue in sala operatoria in analgo-sedazione o anestesia generale; consiste nel recupero ovocitario sotto guida ecografica degli ovociti maturi, contenuti nei follicoli, mediante un apposito ago introdotto nella pelvi attraverso i fornici vaginali

Inseminazione degli ovociti

Coltura degli embrioni: prevede lo sviluppo degli embrioni in appositi terreni di coltura fino alla III (pre-embrioni) o V giornata (blastocisti)

Trasferimento embrionale: consiste nel trasferimento sotto guida ecografica dei pre-embrioni o delle blastocisti in cavità uterina mediante apposito catetere morbido o rigido.

Qual è l’età media di una donna che si rivolge a voi per un percorso di PMA?

Purtroppo, la donna giunge presso i centri di PMA in età riproduttiva avanzata. L’età media in Italia meridionale è 36 anni e l’accesso alle cure inizia mediamente con almeno 4 anni di ritardo rispetto alla diagnosi di infertilità.

Quali sono le probabilità?

Secondo i dati della Relazione Ministeriale del 2021 la probabilità di avere un ‘esito positivo è di circa il 27 % considerando una fascia di età compresa tra 18 e 45 anni. E quali fattori incidono? L’età della partner femminile è la principale variabile indipendente sugli esiti della PMA. Un’età della donna inferiore a 35 anni garantisce risultati migliori in termini di bimbo in braccio.

Quali consigli si sente di dare in tema di prevenzione?

Nel settore della Procreazione Medicalmente Assistita si parla molto poco di prevenzione ed attualmente nessuna società scientifica ha proposto ed individuato esami di screening. Sicuramente è fondamentale divulgare il concetto che la gravidanza va cercata spontaneamente prima del compimento del 35° anno di età della partner femminile. Pertanto, sarebbe auspicabile conoscere il proprio potenziale riproduttivo attraverso un semplice esame ecografico e valutazione ormonale. Sul versante maschile, sarebbe opportuno, così come fatto negli anni passati con la visita medica di leva, eseguire al compimento del 18° anno di età una valutazione andrologica associata a spermiogramma. Mai pensare che l’infertilità sia un problema esclusivamente femminile. L’infertilità è sempre un problema di coppia.

(a cura di Antonella Sabia)