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La giunta regionale lucana ha appena approvato l'avviso pubblico “Valore Donna” su proposta dell'assessore alle Attività produttive, Francesco Cupparo. Sono stati stanziati 1,5 milioni di euro del Fondo Sociale Europeo per voucher del valore massimo di 2.500 euro per 12 mesi, per favorire la conciliazione vita/lavoro, rivolti a lavoratrici con figli minori di 14 anni, e parenti disabili e/o anziani non autosufficienti. Lo ricorda in una nota la consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi. Destinatarie dei voucher sono le donne lucane di età compresa tra i 20 ed i 64 anni, lavoratrici dipendenti, titolari di partita Iva o di impresa o collaboratrici di imprese familiari che abbiano la responsabilità di cura a carattere continuativo di persone non autosufficienti per qualunque ragione, appartenenti al proprio nucleo familiare. “Trattasi di una misura importante e centrale per il supporto delle lavoratrici madri e, quindi della tanto auspicata conciliazione/condivisione tempi di vita con tempi di lavoro, ancora a tutto appannaggio femminile”, dichiara la consigliera regionale di parità della Basilicata, “è proprio la difficoltà che riscontrano le lavoratrici madri nella conciliazione, la causa principale del divario di genere quanto all'accesso ed alla permanenza delle donne nei posti di lavoro. I dati di Banca Italia appena pubblicati registrano una occupazione femminile lucana pari solo al 32%, a fronte del 49,1% su base nazionale”. I dati elaborati e pubblicati dall'ITL, di concerto con l'Ufficio della Consigliera regionale di parità, sulle convalide delle dimissioni delle lavoratrici, evidenziano un aumento delle dimissioni legate alla maternità. Nel 2018, infatti, si sono dimesse 467 lavoratrici di cui 415 per motivi legati alla maternità. Le principali cause che si denunciano nel corso della convalida sono proprio la mancata possibilità di conciliare tempi di vita e cura con i tempi di lavoro, la mancanza di nonni a supporto della cura dei figli, i costi degli asili nido e dei connessi servizi. Da qui, l'importanza politico-sociale della misura “Valore Donna” appena varata, a tutela delle lavoratrici lucane. I dati regionali sulle dimissioni - in perfetta linea con quelli nazionali - evidenziano che siamo in presenza di due fenomeni che devono essere supportati: l'accesso al lavoro per le donne e la permanenza sul posto di lavoro al momento della maternità, se vogliamo che le donne non si allontanino dal posto di lavoro. “In questo senso, è necessario - prosegue la consigliera di parità Pipponzi - continuare ad orientare le politiche regionali sul mercato femminile sempre più puntando sulla conciliazione/condivisione e quindi sul sostegno alla maternità e paternità delle lavoratrici e del lavoratori. È il momento di affermare in modo chiaro e, così orientando la politica regionale, che questo non è un problema soltanto delle donne, ma è un problema di tutti, del Paese in generale. Combattere stereotipi culturali che condizionano scelte e comportamenti sia delle donne nel momento in cui scelgono un percorso lavorativo non in base alle proprie competenze e saperi - ma traguardando lo scenario che si presenta loro nel momento della scelta di maternità - sia dei datori di lavoro, che attribuiscono solo alla donna l'onere della cura nel momento della scelta di maternità, ma non anche all'uomo e quindi la giudicano più vulnerabile rispetto agli impegni lavorativi”. “Pur plaudendo per l'approvazione dell'avviso Valore Donna - conclude la Pipponzi - auspico che le misure per il sostegno alla scelta di genitorialità abbiano la logica di superare sempre di più la frammentazione degli attuali strumenti, definendo politiche strutturali ed efficaci per sostenere l'occupazione femminile. Sempre più, quindi, occorre promuovere relazione e coordinamento tra il sistema dei servizi e delle prestazioni sociali, in modo da avere la necessaria flessibilità per dare risposte alle diverse esigenze di ciascun nucleo familiare. La leva fiscale, i sussidi monetari, l'assistenza dovrebbero essere pensate in modo complementare, integrato e coerente se si vuole che si arrivi veramente ai bisogni dei cittadini, attuando quelle misure previste nella programmazione del governo centrale, discusse da ultimo a Bucarest”.