PARCOGIOCHIpoggio

Potenza: 67.000 abitanti umani ed un discreto numero di cittadini che possiede un animale domestico, cani e gatti sopratutto, probabilmente i primi più numerosi dei secondi.

Chi possiede un cane ha necessariamente l’obbligo di far loro espletare i bisogni fisiologici e qui cominciano i problemi. Sono pochi i proprietari di cani che raccolgono e smaltiscono le deiezioni canine come stabilito dalle regole che si è dato il Comune che ha fatto posizionare lungo le vie cittadine appositi contenitori ove depositare l’apposita busta contente i “bisognini”, ma i cestini adibiti a ciò sono decisamente pochi e sono pochissime le colonnine che distribuiscono un kit per la raccolta delle deiezioni canine ed in molti casi non sono funzionati. A queste carenze si aggiunge la maleducazione di alcuni proprietari di cani che consentono ai propri animali di espletare i bisogni corporali dovunque, circostanza che ingenera numerose proteste. Latitano spazi dedicati ai cani: uno dei pochi luoghi ove questi spazi esistono è il Parco Baden Powell a Verderuolo, ma non tutti i proprietari di cani li utilizzano come previsto dal regolamentato. Da meno di un anno a Poggio tre Galli è stato creata, da un privato, un’area attrezzata per “ospitare” gli amici a quattro zampe. E’ stato un intraprendente giovane che ha voluto regalare alla città una struttura che va completata. Si chiama Giovanni Santangelo e lo abbiamo incontrato per illustrarci il suo “progetto”.


Giovanni, ci spiega cos’è e come è nata questa sua idea?
L’ “area verde Radici, bike & dog park in memoria di Nicola Marino” è un parco comunale progettato, realizzato e curato giornalmente da un gruppo di sognatori. La sua storia ha intrapreso un percorso istituzionalmente riconosciuto grazie alla partecipazione a un bando regionale chiamato Nuovi Fermenti (sostanzialmente uno stato di finanziamento per sostenere la giovane imprenditoria lucana). Questa di Radici è un’imprenditoria basata più sui sogni che sui soldi, basti dire che il finanziamento in questione ha avuto la durata di un anno e quattro mesi e noi siamo attivi da ormai quattro anni quindi ha finito per coprire meno di un quarto delle spese ad oggi sostenute (spese che non possono finire qui perchè il sogno è appena cominciato: il Parco è ufficialmente aperto da soli 7 mesi), ma è stato fondamentale per aprire il sentiero intrapreso. Sopra ogni cosa ha dato credibilità alle nostre idee di riqualificazione territoriale durante l’iter per ottenere l’approvazione da parte del Comune di Potenza.


Quindi quest’area verde sorge su suolo pubblico?
Si, l’approvazione che è arrivata e si è sostanziata stipulando un contratto tra l’associazione Radici e quest’ultimo.


Chi oltre a lei ha contribuito alla realizzazione?
Ho usufruito del sostegno di alcuni grandi amici che hanno messo a disposizione le loro capacità e professionalità, da solo non ce l’avrei mai fatta, non ho mai ringraziato per esempio il nostro consulente Daniele Libutti e questo è davvero paradossale poichè è l’unico collaboratore del “Progetto Radici” che venti anni fa giocava con me nella discarica dove oggi sorge il Parco (negli anni 90 le cose a Poggio Tre Galli erano tanto diverse e una grande discarica tra Via Vienna e Piazzale Budapest dava spazio alla nostra fantasia e spensieratezza). Il Parco, come ogni cosa che farò, è dedicato alla memoria Nicola Marino, il mio più grande amico che tanto mi/ci aiutava, ora che non c’è più senza di lui sarà molto più difficile perchè profondo conoscitore della natura e dell’animo umano, sembrava un discepolo dei più grandi maestri spirituali più che un operatore forestale, la sua occupazione prima di lasciare la vita terrena, ma non era solo un filosofo di strada, sapeva fare tutto, era l’unico vero“mastro” dell’Associazione.


Quindi quest’area va completata? Con quali “risorse” umane?
Certamente, lo faremo in ricordo di Nicola, a suo nome e di valori dimenticati non c’è alcuna voglia di fermarsi, anzi, è ferma la volontà di crescere e abbiamo infatti presentato in Comune, proprio la settimana scorsa, un nuovo progetto di riqualificazione urbana riproponendo il connubio di un altro luogo pensato per gli amanti degli animali e dello sport nella speranza di ripopolare gli spazi comuni e sensibilzzare i fruitori al rispetto degli stessi. Parliamoci chiaro, alla pensione non ci arriverò mai, almeno voglio lasciare qualche frammento di terra meglio di come l’ho trovato e ringrazio il nucleo operativo specie Sabrina Mastropietro che cura vari aspetti dell’Associazione, ma soprattutto mi aiuta a non perdere le speranze quando i venti sono completamente avversi e l’inciviltà sembra avere la meglio, Nadia Sanza che ci fa un po’ da mamma, Ilaria Pisani ai social, Michelangelo Lorusso, insostituibile consigliere anziano, Carlo Tronnolone, Luca Vucci, Michele Diamante e gli altri ragazzi che mandano avanti il bike park, il nostro writer Marco Palese, Alberto Santangelo che dà lezioni di civiltà ogni giorno, lontano dal Radici Park, solo perchè lì ci pensiamo noi, Ernesto Rosati che ci ha aiutato moltissimo nel periodo difficile e stressante dell’apertura ufficiale, il nostro ingegnere Adriano Gianfredi e altri che spero non si offendano per non averli citati e tutti i pochi ma veri sostenitori che ci seguono in questa impresa sociale. Quanto agli sponsor, per ora il più sostanziale è stato Sergio Ligrani con la sua attività commerciale, speriamo anche altri vogliano farlo.


Come è stato accolto questo innovativo progetto dalla cittadinanza?
Le note dolenti purtroppo sono tante, molti abitanti del rione credo preferiscano il degrado perchè esso porta al silenzio, forse per le stesse ragioni non ci fu accordata la gestione dei campetti da tennis ai quali pure riuscimmo a dare nuova vita, ma per un breve periodo; quella che attraversiamo a me sembra una crisi più spirituale e/o culturale che una crisi economica. Ancor più grave è il comportamento di molti utenti che non rispettano le regole vigenti all’interno del Parco, dandoci così molti grattacapi, gli esempi più importanti sono la riluttanza a tesserarsi al prezzo simbolico, di soli 5 euro l’anno, quando solo l’assicurazione per tenere aperti al pubblico ce ne costa 400 euro; per non parlare, a proposito dei costi, dei debiti che ho accumulato; ogni giorno raccolgo decine di deiezioni canine all’interno dello spazio dedicato ai cani e ai loro proprietari, se non mettessi piede nell’area cani per un paio di settimane l’istituto di igiene e profilassi farebbe per certo chiudere; i danni alla struttura nella totale indifferenza di chi ne è la causa e le cose non vanno molto meglio nella zona dedicata ai ciclisti con bottigliette di plastica buttate qua e là eppure anche i sassi sanno delle emergenze ambientali che stiamo vivendo.


Risolveremo il tutto istituendo la figura di un guardiano che vigili sul Parco durante la nostra assenza, dopotutto superare l’inciviltà è stato lo stimolo più grande e ogni problema ha la sua soluzione. Il Comune, finita la fase sperimentale, ci chiederà certamente un prezzo d’affitto e sarà il momento buono per stilare dei tariffari così da pagare il fitto, appunto, e un guardiano, certi di fare una grande scrematura tra gli utenti immeritevoli e quelli che fin dall’inizio ci amano e sostengono concretamente perchè è solo grazie a loro che l’utopico progetto Radici sopravvive e sono anche la ragione compiuta dei nostri sacrifici. A modellare la terra del bike park c’è Enk Trails, realtà rappresentata da Carlo Tronnolone e Luca Vucci, ad oggi passiamo spesso per dei disadattati, sempre sporchi e un pò trascurati, ma un giorno, soprattutto l’Enk Trails, vedrà riconosciuto il suo valore (il pump track già fruibile è l’unico nel suo genere in tutto il Sud Italia) e nel complesso l’intero circuito, completamente ecocompatibile, tutto in terra battuta a mano, una volta completato sarà tra i più grandi d’Italia.