CapitaleVERRI

Tutto pronto a Matera per la festa di inaugurazione dell’anno da Capitale Europea della Cultura. Oggi è il giorno del grande e ricco spettacolo che accenderà i riflettori sulla Città dei Sassi protagonista per un anno del panorama culturale internazionale. A poche ora dall’inizio di questa manifestazione abbiamo incontrato Paolo Verri, il direttore generale di Matera 2019 che trova il tempo per concederci una intervista tra una riunione operativa ed altre mille incombenze organizzative dell’ultimo momento.


La sfida della capitale sta per partire. Quale è lo stato d’animo?
Meraviglioso, perché credo che ci sia una fibrillazione in tutti quelli che lavorano, nei cittadini che stanno collaborando alle produzioni come “Matera Cielo Stellato”, come a tutte le altre attività. Attesa e meraviglia nei volontari, nei cittadini normali che ci chiedono le bandiere per accogliere tutte le istituzioni che arriveranno, istituzioni europee e italiane. Attesa anche in tutti quelli che devono venire che ci chiamano continuamente dalla Presidenza del Consiglio con tutti i dettagli del cerimoniale non solo del presidente della Repubblica, Mattarella, ma anche del Presidente del Consiglio, Conte, fino alle persone che vogliono bene a questa città, che sono innumerevoli in tutta Italia e in tutto il mondo. Tutti ci chiedono informazioni su come partecipare o su come vedere questa incredibile giornata inaugurale.


Quale è l’aspetto organizzativo che ha richiesto un maggior impegno?
Può sembrare strano, ma proprio la gestione di tutti i nominativi di tutte le persone che possono o non possono entrare nei diversi luoghi. Purtroppo Matera ha una conformazione molto peculiare; è una città meravigliosa ma non è una città da grandi piazze o da grandi spazi. E’ una città che va vissuta negli spazi piccoli, nelle case, nei vicinati. E quindi per poter ospitare così tante persone, così tanto importanti, anche alla Cava del Sole che è uno spazio grandemente aperto, purtroppo abbiamo avuto delle liste molto ristrette. Qualcuno sarà insoddisfatto ma devono sapere tutti quelli che non possono entrare che non lo facciamo per tenerli esclusi, ma perché questa volta abbiamo davvero tantissimi ospiti internazionali e quindi, per la prima volta, va rivolta l’attenzione a quelli che non sono di Matera.


Negli ultimi giorni si è assistito ad una corsa da parte dei cittadini per accaparrarsi le bandiere di Matera 2019 e le vetrofanie per i negozi. Sta crescendo il senso di appartenenza dei materani?
Io credo che il senso di appartenenza ci sia sempre stato, e devo svelare un piccolo segreto di organizzazione che mi fa piacere raccontare: ovviamente non è come nel caso di una olimpiade che dura 20 giorni e neanche perfino un expo, che dura sei mesi. La Capitale Europea della cultura dura un anno quindi non potevamo dare questo materiale prima perché altrimenti non sarebbero durati per tutto l’anno e non avevamo le risorse, e sarebbe stato anche sbagliato, stampare due volte questo materiale. Quindi è giusto mettere a posto la “casa di Matera”, per tutti, in queste ore. Ringrazio tutti i materani, gli operatori del commercio e dell’accoglienza ma anche i cittadini più semplici che hanno capito questo messaggio e che ci stanno aiutando ad abbellire la città.


In cosa questa esperienza renderà i cittadini Lucani più europei?
Io credo che dall’incontro con gli altri scaturirà una crescita. La presenza delle bande di tutta Europa farà probabilmente capire una cosa molto semplice, ma molto importante: che siamo veramente tutti uguali. Non ci sono benefici per chi è europeo al nord rispetto a chi è europeo del sud, per un europeo dell’Europa Orientale rispetto ad uno dell’Europa Occidentale. Ci troviamo in un momento difficile dell’Europa, un momento decisivo come ha scritto anche Nicola Lagioia su Repubblica citando il ruolo di Matera proprio come città che può dare un’idea nuova di Europa. Le piccole città europee come Matera hanno un ruolo per lo sviluppo e dobbiamo tenerlo ben presente.


Qual è l’aspetto di Matera 2019 che è andato meglio di quanto lei si aspettasse?
Io credo la visibilità internazionale. Per quanto io sia esperto di questi settori non immaginavo che da tutto il mondo si interessassero a Matera. Ad esempio non immaginavo che la più importante tv cinese ci dedicasse così tanta attenzione. Dall’Italia me lo sarei aspettato ma una attenzione internazionale così incredibile no. Credo sia un risultato veramente storico non solo per Matera, ma per il Paese.


Invece in che ambito c’è ancora margine di miglioramento?
Be tantissimi. Io vedo errori che faccio tutti i giorni. Sono possibili miglioramenti organizzativi, miglioramenti nel sistema dell’accoglienza . Più in generale l’Italia dà il meglio nel momento della pressione, all’ultimo minuto, ma non è capace a pianificare. Quindi, come sempre, va sottolineata la necessità di pianificare e di non perdere troppo tempo in discussioni vane. Occorre invece molto rispetto per i ruoli e molto rispetto per i tempi. Questo è quello che dobbiamo migliorare tutti noi italiani, io per primo.


L’appello finale per partecipare a questo anno da Capitale Europea della Cultura.
Intanto per la giornata inaugurale che dura 14 ore, godetevela tutta. Non pensi nessuno che il momento più importante è quello della diretta Rai in Eurovisione. Abbiamo deciso di fare una diretta breve proprio per concentrare, per fare di quello uno straordinario spettacolo, unico ed indimenticabile. Ma tutta la giornata è importante: abbiamo veramente molta motivazione sopratutto nei 12 quartieri dove andranno le bande. L’appello è quello di essere curiosi, di lasciarsi incuriosire anche dalle cose più strane e di andare anche nei luoghi più nascosti perché proprio dove non ce lo aspettiamo vengono fuori le intuizioni migliori.