ROMANIELLOpranzo

Che gli Aviglianesi abbiano la “testa dura”, è un luogo comune assai frequentato, ma a Giannino Romaniello (già segretario regionale CGIL, oggi consigliere regionale del Gruppo Misto) pare che glielo abbia dovuto riconoscere, suo malgrado, anche uno come Cofferati.

Come giustifica la sua esistenza?
Ho iniziato a fare politica per reagire a un’ingiustizia che colpiva il luogo in cui sono nato. Già nel 1970 avevo aderito al Pc del mio paese.


Quindi non è vero che Romaniello nasce sindacalista e poi fa il salto della quaglia.
No, Romaniello “nasce” perché tutte le frazioni di Avigliano non avevano l’acqua in casa e c’era una battaglia da fare. Poi, nel 1975, sono diventato uno dei tre consiglieri comunali più giovani d’Italia, per Sinistra Comunista. Per me il mondo era ingiusto allora ed è ingiusto oggi.


A proposito di “ingiustizie” (almeno secondo Aurelio Pace), lei che è consigliere regionale spieghi cortesemente al cittadino cos’è successo lunedì notte. Fino a un certo punto (e sono stati tratti in inganno persino alcuni giornali) il nuovo presidente del consiglio era Castelgrande, ma poi –sorpresa- è stato eletto Santarsiero. Oltretutto, anche lei – a un dato momento- era considerato fra i “papabili”.
E’ successo che il Pd non era nella condizione di dare un qualche vero “segnale” politico, non ha avuto il coraggio di scegliere, e di conseguenza. ha espletato un tentativo per dimostrare che è ancora centrale in questa regione. Evidentemente, non ha compreso fi no in fondo ciò che è avvenuto il 4 marzo.


I comunicati del post Santarsiero- Presidente hanno inneggiato alla ritrovata unità del partito, ma i “temi”, quelli che interessano il cittadino, erano assenti ingiustificati.
Mah, se è per questo, mi ha fatto un po’ impressione che l’altra sera, quando in aula si parlava di organigramma e postazioni, alle spalle di noi consiglieri c’erano un sacco di persone a guardare. Diversamente, quando si parla di reddito minimo, della perdita di posti lavoro, del fallimento di misure come Garanzia Giovani o Resto al Sud, tutta quella folla non c’è. E questo ai Lucani glielo devo imputare.


Perché accade questo? Perché i Lucani sono attirati solo dall’aspetto “scandalistico” (il toto-nomine) o perché sono interessati in prima persona alle “fortune” di questo o quel personaggio?
Indubbiamente c’è una parte di Lucani che, non essendo libera dal bisogno, non è libera nel pensiero (massima non mia); c’è poi una parte che pensa che il mantenimento delle “filiere” possa garantirle qualche cosa in regione; a seguire c’è una parte di Lucani, i giovani, liberi e indipendenti, che proprio per questo decidono di andare via; infine, c’è una parte che non condivide questo “andazzo”, ma che preferisce starsene zitta.


Aurelio Pace, deluso dalla sua non-elezione a Presidente, ha parlato di “accordi scritti” non mantenuti. Torna alla mente la vecchia faccenda di Benedetto (ne parlava nuovamente Massimo Molinari qualche settimana fa). Ma è regolare una cosa del genere?
In politica una cosa del genere è assolutamente irregolare. E’ roba da Prima Repubblica, una cultura che certamente non è legittimabile nel Terzo Millennio. In quella maniera si dà l’idea di alleanze politiche che non hanno una comune visione, ma che –al contrarionon si fidano l’una dell’altra. Venendo nello specifico alla questione Pace, il punto è questo: io credo che quell’allargamento a destra non era stato oggetto di valutazione interna di quel centrosinistra. Da qui la contrarietà di Lacorazza, Santarsiero e Spada. In ogni caso, tutta questa lunga vicenda della Presidenza ha squalificato il Consiglio regionale della Basilicata.


Pace ha fatto un lungo intervento dicendo «Galantuomini non ci si autodefinisce». Lei ha applaudito?
No, perché se si dice che c’è un accordo “scritto”, secondo me non si è galantuomini a prescindere. Tuttavia, se c’era un patto “politico”, da parte sua era giusto rivendicarlo; anche se ho il sentore che, laddove ve ne fosse stato uno, era con il solo Presidente Pittella. Ma, francamente, mi sorprenderebbe molto scoprire che fosse addirittura “scritto”. Resta il fatto, però, che non si può entrare quasi in aula dicendo “Votiamo Castelgrande” e poi fare marcia indietro. Vuol dire che nel Pd c’era una grande confusione, oppure divergenze profonde.


Invece la questione del famoso video di Mollica, come la commenta?
Credo che si commenti da solo.


Ma che presidente è stato Mollica?
Un presidente che in alcune occasioni, a mio modesto parere, ha forzato le stesse regole del Consiglio; per altri versi, gli devo riconoscere che ha tentato di essere super partes. Ha tentato, perché in alcune occasioni si è percepito chiaramente che faceva parte della maggioranza.


Oggi cosa le verrebbe da chiedere a Santarsiero? Che tipo di presidente dovrebbe essere?
C’era una discussione da fare sulla modifica delle legge elettorale … cosa che non ha fatto quando era presidente della Prima Commissione, perché puntualmente è stata rinviata dalla maggioranza. Credo inoltre che il primo atto da fare sia quello di pretendere che la Giunta regionale approvi il Bilancio e lo porti in Consiglio per discuterlo. Ai Lucani non interessa sapere quale postazione e quale accordo ci sia tra le correnti del Pd, bensì l’approvazione di un bilancio, che si provi a decidere l’eventuale proroga del provvedimento sul reddito minimo di inserimento, e che si incomincino a utilizzare in tempi brevissimi le risorse dei fondi europei.


Allo stato attuale invece cosa bisogna aspettarsi da LeU?
Mi aspetto che il gruppo dirigente decida di fare un congresso vero. Il risultato del 4 marzo parla di un misero 3.2%; è evidente che se avessimo superato il 5%, le condizioni per costruire un nuovo soggetto politico sarebbero state maggiori rispetto a quelle attuali. Penso che il risultato del 4 marzo pone un problema a noi, ma anche al Pd. Il dato: un Italiano su 4 ha votato una delle 4 forze del Centrosinistra, quindi credo che veramente tutta la Sinistra debba interrogarsi sulla possibilità di far nascere UN solo soggetto di Sinistra, provando a ricostruire in Europa una forza di Sinistra Progressista. La crisi della Sinistra italiana è legata alla forte crisi della Sinistra europea e all’incapacità del’SPD tedesco, che ha badato più agli interessi del proprio Paese che a quelli della Sinistra europea.


… e sulla situazione del Comune di Potenza invece, dove si è parlato anche dell’“ ambiguità” degli esponenti riferibili a LeU?
Penso che i miei amici, usciti dal Pd, che hanno sostenuto dall’inizio questo Sindaco, hanno sbagliato, non ho difficoltà a dirlo. Certo, in precedenza c’era stata una gestione allegra (se pensiamo ai trasporti locali, da un lato si è cercato di servire anche le periferie, dall’altro si è ecceduto nelle risorse per il trasporto pubblico); ma oggi, con il risanamento (tagliamo tutti i servizi, licenziamo il personale della pulizia, riduciamo i chilometri), a pagarne il prezzo sono i cittadini. Una mattina ho deciso di fare un esperimento e di prendere l’autobus: ci ho messo quasi tre ore solo per andare in due posti.


Qual è stato il confronto più duro avuto in aula?
Una volta con un consigliere siamo arrivati davvero ai ferri corti. Sono anche volate parole come “cazzone” e “ciuoto”. In un’altra occasione, in una riunione fuori dall’aula, un collega è andato completamente “fuori”, ma io ho saputo mantenere una certa calma.


Si dice spesso che oggi non esistono più gli “avversari”, bensì veri e propri “nemici”.
Il decadimento della politica -oggi al suo punto più basso ha portato tutti ad anteporre l’ “io” al “noi”, e l’esigenza primaria è diventata quella di difendere la propria postazione.


Esiste in Basilicata la Massoneria? Ha relazioni con la politica?

Si.

 

Lo dice “a naso”?
Lo dico perché lo percepisco.


Da cosa?
Per esempio, tutta la vicenda della produzione dell’energia rinnovabile e dei parchi eolici, lascia pensare che ci sono grandi interessi e piccoli massoni, se così li possiamo definire, che hanno relazioni e condizionano anche la politica in Basilicata. Perché altrimenti non si spiegherebbe perché non si è mai riusciti ad affrontare il tema del piano energetico regionale, della sua rivisitazione e anche del rispetto di quello precedente.


La Massoneria diciamo che si rivela da sola?
Si rivela nel senso che condiziona e sostiene interessi particolari.


L’ondata di furti che c’è stata nella zona periferica tra Potenza e Avigliano: che chiave di lettura ha dato?
Io d’estate abito a 500 metri dalla casa che è stata derubata, e dove è stato esploso anche un colpo di pistola. Non è facile dare risposte, ma credo che la Sinistra abbia fatto l’errore di non aver costruito, sul tema dell’immigrazione, una politica dell’accoglienza e integrazione reale (il “nemico” non è chi sta peggio di noi, ma chi sta troppo meglio). Immigrazione e sicurezza alla fi ne sono due concetti collegati. Penso anche alle considerazioni che può fare un Rumeno: “qui dopo qualche settimana sono fuori, in Romania sto dentro almeno tre anni”. Il tema, quindi, è anche quello della pena.


Facciamo il gioco dei nomi. Vito Santarsiero?
Uno che riesce sempre a stare a galla.


Aurelio Pace?
Più animato dalla voglia di esercitare un funzione di potere, che dal fare.


Gianni Rosa?
Un oppositore “a prescindere”.


Michele Napoli?
Un “pontificatore” gratuito.


Marcello Pittella?
Una persona che voleva cambiare la Basilicata, ma ha finito con il rafforzare una cultura che da anni la Sinistra voleva sconfiggere. Dice che voleva aiutare i Lucani a stare meglio, ma ha rafforzato l’idea della “costruzione” del consenso.


Il film che la rappresenta?
Non sono quasi mai andato al cinema.


La canzone?
“Via del campo”, di Fabrizio De Andrè


Il libro?
Sto leggendo “Popolocrazia” di Ilvo Diamanti.


Tra cent’anni cosa vorrebbe fosse scritto sulla sua lapide?
Giannino Romaniello. 10/04/1953.


In questa intervista ha più volte richiamato la Sinistra al dovere. Mi dice una cosa “di sinistra” sulla Basilicata?
Occorre evitare che quell’80% di giovani che vanno via, continui a farlo. Quindi, mettiamo al primo posto il diritto al lavoro, perché il lavoro rende liberi gli uomini.