piazzaCARLOLEVI

Due luoghi e due figure, due storie e due città, che hanno trovato realizzazione in un unico momento. Aliano e Firenze, Anna Maria Ichino e Carlo Levi. Proprio a queste due figure, negli scorsi giorni, sono state intitolate due piazze separate unicamente dal Palazzo Reale Pitti.

“L’idea nasce dal desiderio di dedicare un luogo della città a Carlo Levi, che ha vissuto a Firenze nella fase della guerra di liberazione, dove ha operato con intelligenza, attraverso la divulgazione di manoscritti che la stampa in maniera non democratica riusciva a produrre in quel periodo. In questa città, Carlo Levi ha trovato rifugio e sicurezza, perché naturalmente era inviso alla dittatura fascista, tale da essere poi mandato al confino”. Così il dr. Nicola Armentano, consigliere comunale a Firenze, presidente della IV Commisisone “Politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali”, ci racconta come nasce l’idea di intitolare una piazza a una figura di rilievo come Carlo Levi. Originario di Maratea, ha vissuto la sua giovinezza a Rotonda, per poi spostarsi a Firenze dove ha conseguito la laurea in Medicina, Nicola Armentano, spiega la scelta del personaggio Levi. “Non è stata soltanto legata alla volontà di dare un giusto riconoscimento e onore a quest’uomo che tanto si è distinto a livello nazionale, ma anche perché Levi ha avuto una forte relazione con la mia terra d’origine e con la gente della mia terra. Ha permesso di far conoscere valori, e purtroppo “tristezze” e criticità, di una terra come la Basilicata. Nel momento in cui proponevo l’idea di dedicare un pezzo di città a Carlo Levi, lo facevo sì per lui, ma indirettamente per far parlare della Basilicata. Partendo dai territori in cui lui era stato, si tornava a parlare di Questione Meridionale, che neanche a farlo a posta, in questa tornata elettorale è riemersa”.
Proprio nel suo “Cristo si è fermato ad Eboli”, Carlo Levi parlava di un’altra Italia, quella contadina del Mezzogiorno, diversa dalle zone in cui era nato e aveva vissuto.
Era nato in una famiglia borghese, di origine ebrea, in un contesto culturale completamente diverso, da quello in cui era stato confinato. Contestualmente chi l’ha mandato lì, non ha capito che lui ha portato la sua intelligenza in quei luoghi.
La prossimità con Palazzo Pitti è casuale?
È stata una scelta meditata quella di Palazzo Pitti perché nelle vicinanze, lui come tante altre persone che osteggiavano il fascismo, venne ospitato proprio da Anna Maria Ichino, mettendo anche a repentaglio la vita di questa donna, che aveva aperto la sua abitazione per sostenere i comitati antifascisti. Proprio accanto Palazzo Pitti, scrisse “Cristo si è fermato ad Eboli” con lei, da qui l’idea di trovare due spazi per identificare la loro vicinanza. Qualcuno diceva che i due avessero una relazione, e anche nel libro di Nicola Coccia che poi vinse il premio della Fondazione Levi, si legge una sorta di comunione tra le due figure. A Palazzo Pitti, inoltre, nel giorno in cui sono state scoperte le due targhe, è stato anche inaugurato un piccolo spazio di collezioni inedite di Carlo Levi.

Il consigliere Armentano parla inoltre di altre iniziative che la sua amministrazione sta cercando di mettere in campo. “Stiamo cercando di portare a compimento anche un’altra bellissima idea, che nasce contestualmente. È quella di creare una sorta di protocollo d’intesa e collaborazione, tra le città che hanno accomunato la vita di Carlo Levi: Torino, Firenze, Aliano, vorremo metterci anche Grassano, e Alassio, in cui il giovane Levi ha passato una parte della sua vita. Questa rete servirà per creare annualmente una manifestazione proprio per ricordare le sue tantissime attività, perché oltre ad essere un antifascista, Levi era anche un pittore, uno scrittore, un medico. La volontà è quella di raccontare ciò che ha fatto Levi, anche dopo in Parlamento, dove si è battuto con ancor più forza e veemenza sulla Questione Meridionale”. Il prossimo passo che auspica il dr. Nicola Armentano è quello di trovare altri partner che possano essere di supporto a questa iniziativa. Quanto più sarà il sostegno di chi vorrà unirsi al progetto, più sarà foriero di interessi e forza. “È anche un momento di promozione, non soltanto per parlare di valori legati all'Antifascismo e alla Resistenza, ma potrebbe anche essere un momento in cui attraverso la storia di Carlo Levi, si possa parlare sempre più di Basilicata, che poi è uno degli obiettivi che nella mia missione amministrativa cerco fortemente di valorizzare”.