signoraARCIERI

Da anni la famiglia Arcieri è attiva nella città di Potenza con l’attività commerciale ubicata in pieno centro storico; la “Tecnica Eliografica” infatti è stata da sempre il punto di riferimento per molti professionisti della progettazione che qui si recavano per la stampa dei progetti oltre che per l’acquisto di cancelleria ed articoli tecnici. La sede storica, ubicata sotto il Palazzo INA in via del Popolo, oggi non ha più l’aspetto di una volta e anche se dietro il bancone c’è ancora la signora Arcangela Gifuni, è la terza generazione della famiglia che si occupa dell’attività. Lucia Arcieri, rappresenta con il fratello Giuseppe, la generazione di “mezzo”, e si occupa della sede di Parco Aurora aperta una trentina di anni fa, a lei rivolgiamo le stesse domande previste per i personaggi di questa rubrica.


Signora Lucia, da quanto tempo ha la sua attività qui in via Sanremo?
Rappresento la seconda generazione. L’attività è sorta nel 1953, prima della mia nascita. Il tutto è collegato all’idea di mio padre che è stato l’artefice e all’abnegazione di mia madre a cui venne affidata la conduzione operativa dell’attività. Alla nostra azienda e per merito di mio padre che è stato un cartografo, cultore dell’arte grafica, si devono le prime edizioni di stampa delle cartina della Basilicata, aggiornata più volte e della cartina della nostra città, redatta con minuziosità ed accompagnata da un opuscolo racchiudente la toponomastica, ancora oggi molto utile per la individuazione delle strade. Questa è la sede aperta con la denominazione Lucia ARCIERI nel 1985. Successivamente è diventata punto vendita e sede operativa per la gestione dei servizi innovativi di stampa e forniture di articoli di cancelleria della casa madre “La Tecnica Eliografica” che ha la sede storica in Via del Popolo, ristrutturata e innovata e altra sede operativa in via dell’Unicef Centro Commerciale Galassia.


Può farci la storia dell’azienda di famiglia?
Come accennavo, sono i miei genitori che nel lontano 1953 partono con un piccolo laboratorio di eliografia con annesso articoli di cancelleria, ubicato nel centro storico della città, in vico Mignogna. Ben presto mio padre, uomo di grande intelligenza, commercialmente parlando, precorse le nuove esigenze di cui necessitavano gli imprenditori in generale nel campo dell’edilizia e dei lavori pubblici e gli Uffici Tecnici, sia pubblici che privati, implementando l’attività con la commercializzazione di strumenti tecnici e topografi ci e innovando la erogazione di servizi di copie con adeguate attrezzature di cui all’epoca pochi laboratori disponevano. La realtà che più direttamente mi appartiene è legata agli anni ‘80, quando ritenni che era mio dovere assicurare un ricambio generazionale all’Azienda, anche per un doveroso riconoscimento ai tanti sacrifici che avevano fatto i miei genitori. Erano i tempi dei mutamenti metodologici delle procedure amministrative e fiscali alle quali le attività commerciali dovevano attenersi. Questa scelta è stata successivamente fatta anche da mio fratello. Da un decennio in azienda operano anche i miei figli e il loro ingresso ha contribuito a fronteggiare le evoluzioni dinamiche che accompagnano le attività aziendali.


Come è cambiata la città in relazione alla sua attività?
E’ cambiata solo fisiologicamente, senza che alcuno lo richiedesse, in modo disordinato e priva di armonizzazione. L’emergenza del terremoto ha stravolto il tessuto urbano, provocando ripercussioni e difficoltà (oggi maggiormente avvertite) non solo a livello socio-economico, ma anche a livello culturale. Sono stati dismessi usi, consuetudini, tradizioni. A distanza di anni bisogna riconoscere che la città è più povera, non solo sotto l’aspetto materiale, ma anche culturale. Col passare degli anni, soprattutto in questi ultimi, a mio giudizio, si nota l’impoverimento di alcune istituzioni, sia pubbliche che private, senza escludere il sistema scuola, il mondo delle professioni, il sistema produttivo. Insomma è più povero il contesto generale in cui si dimena la città. A mio avviso necessita una pianificazione strategica, mancata finora.
Ci racconta qualcosa di particolare relativo alla sua attività?
Spesso entra nel negozio una persona che dimora presso la struttura del Don Uva. Una persona umile che con lucidità mi ha raccontato i tormentati trascorsi della sua infanzia. Una persona che necessita di assistenza e che nel suo agire, quando gli capita, dimostra un istinto di solidarietà verso altri, non comune a tutti.


Come giudica l’azione del Comune di Potenza, in termini di tributi e servizi, in relazione alla sua attività?
In un contesto di crisi generale, l’applicazione di tasse locali con le più alte aliquote, pesa e non poco. I risentimenti dei cittadini sono giustificati. Per molti esercizi commerciali i tributi sono risultati essere insostenibili anche in presenza di forme di pagamento rateizzate. Governare il sistema traffico in una città come la nostra non è semplice. Ho fatto cenno alla mancanza di una pianificazione strategica. Alcune difficoltà derivano da questo fattore. L’abusivismo di chi sbarca il lunario per vivere va contrastato con la prevenzione. Usare, invece la repressione nell’abusivismo malavitoso. Il decoro della città dovrebbe rappresentare un orgoglio per i cittadini. Non sempre è così. Ci sono responsabilità oggettive e soggettive.


Ci può elencare le problematiche presenti nel quartiere ove insiste la sua attività?
Le problematiche del quartiere sono più in generale quelle della città. Oltre a uno spopolamento demografico si registra uno spopolamento fisico di attività commerciali, professionali e la cosa più preoccupante l’invecchiamento della popolazione residente. Pochi giovani, tra i quali alcuni sono andati via e i ragazzi rimasti già guardano e programmano prospettive lontane dalla nostra città. Le proposte dovrebbero essere non dico accolte, ma quantomeno ascoltate e valutate. Come azioni immediate bisognerebbe investire sui servizi di eccellenza che potrebbero offrire l’azienda ospedaliera San Carlo e la Università di Basilicata. Entrambe le Istituzioni hanno le potenzialità. Bisognerebbe crederci di più e investire di più da parte di chi è preposto. Mi si potrebbe obiettare cosa centrano questi argomenti con la rivitalizzazione della città? Sono importantissimi in termini di rilancio della immagine e dei maggiori richiami attrattivi che si avrebbero e che aiuterebbero il sistema di crescita della città. La città di Camerino non sarebbe nota se non avesse il richiamo dell’Università. Nel medio periodo invece, credo che ci vorrebbe una sana programmazione: l’idea potrebbe essere quella di definire un piano-programma nel quale comprendere un territorio vasto che possa assumere valenza di area metropolitana, al fine di raccordare le varie e peculiari potenzialità e farne massa critica per costituire e costruire un unico polo attrattivo che esalti le cose migliori di comprensori nei quali abbondano bellezze naturali.