MATERAponteacciaio

Da vergogna nazionale a vergogna europea. E’ il riassunto, nudo e crudo, della vicenda del ponte di vico Commercio, nel cuore dei Sassi di Matera. Quello che oggi, da più parti, viene definito come uno “scempio irrisolto” doveva essere uno degli accessi principali ai Sassi di Matera dal centro della città. Quello più attraente, più comodo, con una lunga rampa per favorire la discesa agli antichi rioni di tufo dei turisti con le loro valigie.

La riqualificazione di Vico Commercio sembra essere invece un’opera destinata al fallimento a giudicare da quanto finora fatto. E fatto male. Tanto che di quella riqualificazione resta solo un ponte in ferro e tanto degrado sotto il ponte. Uno dei capitoli più brutti e tristi dell’architettura di una città che il prossimo anno sarà Capitale europea della cultura. Un passato illustre sul fronte dell’urbanistica e del restauro offuscato da un ponte metallico di cui nessuno si occupa più e che sembra destinato ad essere la porta di accesso al “degrado 2019”. Il ponte in ferro è attualmente aperto alla fruizione di cittadini e turisti nonostante sia palesemente incompiuto, manchevole di pavimentazione e sistemi di canalizzazione delle acque piovane, sprovvisto di qualsiasi segnaletica o recinzione atte a delimitarne l’area di cantiere in corso. Eppure il 9 ottobre 2012 in un documento dell’Ufficio Tecnico del Comune di Matera inviato alla Regione Basilicata (Dipartimento di presidenza della giunta e Dipartimento delle infrastrutture), era stato dichiarato il collaudo e l’entrata in funzione dell’opera. In realtà il ponte è senza pavimentazione e lo spazio sottostante il ponte, anch’esso interessato dal progetto, è invece diventato una zona altamente in degrado con due camere aperte e piene di rifiuti che fanno da sfondo a quello che, nelle intenzioni, doveva essere uno spazio aperto di socializzazione culturale. Il 5 novembre 2012 si svolse a Matera la conferenza di servizi in cui l’architetto Francesco Bonanata, in rappresentanza della Regione, prescrisse alcune raccomandazioni (tra cui pavimentazione con appositi elementi, rimozione del parapetto in tufo, tinteggiatura), volte a migliorare l’estetica e la sicurezza del ponte: in quell’occasione tali prescrizioni furono accolte favorevolmente anche dalla rappresentanza della Soprintendenza regionale; ma nulla di fatto ad oggi è mai stato posto in atto. Il 25 giugno 2013 il materano Pio Abiusi ha scritto anche al Sottosegretario per i beni culturali, Ilaria Borletti Buitoni, ed ha sottolineato che il Soprintendente di Matera, Canestrini, aveva per iscritto sollecitato il Comune di Matera affinché provvedesse ad attivare interventi di mitigazione per il ponte; richiesta alla quale non è seguita nessuna risposta concreta. L’architetto Canestrini presentò un progetto alternativo di collegamento tra Vico Commercio e Vico Lombardi, condiviso dal Sottosegretario per i beni culturali, l’onorevole Ilaria Borletti Buitoni (Governo Renzi); progetto dal quale si evince come si sarebbe potuta e dovuta realizzare la passerella lateralmente, a ridosso del costone tufaceo esistente, per non rovinarne l’impatto visivo. Il 19 novembre 2013 il Sottosegretario ha risposto ad Abiusi, condividendo quanto sostenuto da quest’ultimo: si legge infatti che «a seguito della Sua segnalazione, e della documentazione da Lei inviatami, ho potuto verificare che la passerella di collegamento realizzata dal Comune nel Rione Sassi risulta, allo stato attuale, dissonante nell’ambito del caratteristico paesaggio storico del sito materano ». Inoltre, l’onorevole Buitoni asseriva di aver ricevuto rassicurazioni sulla volontà di mimetizzare l’opera, direttamente dalla soprintendenza locale, dall’architetto Canestrini. Il 14 aprile 2014, Abiusi torna a scrivere al Sottosegretario denunciando il totale stallo dell’amministrazione, a dispetto degli annunci mediatici e di un incontro con l’allora l’assessore Macaione, mostratosi concorde con il parere – quello di mimetizzare o eventualmente rimuovere il ponte – manifestato sia dal comitato che dalla soprintendenza. Il 2 gennaio 2015, l’Associazione Ambiente e Legalità di Matera inviò una lettera al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Francheschini, per ribadire il problema del ponte in ferro nei Sassi, e denunciare il totale immobilismo dell’amministrazione locale. Franceschini, rispondendo all’interrogazione della parlamentare lucana Mirella Liuzzi, aveva etichettato il ponte come “uno scempio architettonico che non ha trovato ancora una soluzione definitiva”. Lo stesso ministro rassicurò i materani dicendo che l’opera sarebbe stata ultimata dando incarico di procedere alla progettazione di un ulteriore “intervento di mitigazione”. In pratica una bruttura per mascherare un’altra bruttura. Ovviamente non è successo nulla. Forse c’è da dire per fortuna visto che si trattava di mascherare l’obbrobrio del ponte con una sorta di quinta scenografi ca in tufo. Nulla è stato fatto perché la Soprintendenza non avrebbe mai ricevuto comunicazioni formali circa l’avvio dei lavori da parte dell’amministrazione comunale. E siamo ai giorni nostri. Tutto è rimasto incompiuto e lo spettacolo di quel mostro di acciaio nei Sassi si appresta a diventare uno degli scorci più brutti di Matera Capitale della cultura. Chissà se, in extremis, qualche finanziamento per Matera 2019 possa essere dirottato sul ponte. Ma sono in pochi a crederci.