MIGRANTIacta

La presenza di tanti richiedenti asilo a Potenza crea spesso delle tensioni in città: c’è chi sostiene che siano in numero superiore a quanti parametricamente se ne dovrebbero ospitare (a fine 2017 ne risultavano presenti oltre 600, mentre in base ad un accordo fra Ministero dell’Interno ed ANCI il loro numero non dovrebbe essere superiore a 200), non mancano, al riguardo, polemiche e strumentalizzazioni politiche.

A esacerbare gli animi, alcuni accadimenti che si sono verificati negli ultimi tempi, a cominciare da episodi di danneggiamento delle case che ospitano i rifugiati a Chianchetta avvenuti a seguito di litigi fra gli ospiti, il tentativo di violenza sessuale avvenuto l’autunno scorso nel Centro Storico da parte di un ragazzo ospite di una struttura di accoglienza, per fortuna scongiurato, la rissa scoppiata in un negozio di via Mazzini dove si vendono specialità alimentari dei paesi di provenienza dei rifugiati, l’arresto di alcuni spacciatori di droga e i recenti arresti di personaggi che gestivano un giro di prostituzione che riguarda alcune ospiti del centro di accoglienza del Principe di Piemonte al rione Santa Maria. Episodi commessi da una minoranza dei rifugiati ospitati a Potenza, ma che contribuiscono ad allarmare e a creare un clima di paura che in qualche caso sfocia in odio razziale. Se il flusso di arrivi in Italia continua si dovrà, volenti o nolenti, convivere con questi sventurati, da più parti si invocano azioni che consentano la integrazione, ma di progetti che vanno in questa direzione ce ne sono ben pochi. E fra i pochi, c’è quello che è partito da poco nel capoluogo di regione, su sollecitazione dei consiglieri comunali Bianca Andretta e Piero Calò: l’amministratore Unico dell’ACTA Roberto Spera ha accettato con entusiasmo la proposta e nell’ambito del progetto “Lavoro Utile”, svolto a seguito di intese fra Prefettura di Potenza, l’Anci, il Comune di Potenza e con il fattivo interessamento di Pietro Simonetti, responsabile del Coordinamento Politiche Migranti della Regione Basilicata, le risorse utilizzate sono rivenienti dai fondi Fse e Feasr riservati al Piano Nazionale Integrazione. Dopo un periodo di attività formative sulla sicurezza del lavoro i richiedenti asilo che hanno aderito, esperite le tutele sanitarie attraverso le vaccinazioni di rito, hanno iniziato a operare sulle strade cittadine da un paio di settimane. In cosa consiste il progetto? Innanzitutto è stato necessario individuare il tipo di attività da far svolgere, è stata poi strutturata una turnazione fra i partecipanti in modo da coinvolgere quante più persone possibile da impiegare dopo il breve periodo di formazione. Si sono coinvolte 240 unità con turnazione trimestrale, ogni tre mesi vengono coinvolte 60 unità, delle 60 persone impegnate quotidianamente ne sono impiegate 20, ciò significa che ogni volontario è impegnato solo per due mezze giornate da 4 ore a settimana, compressivamente essi sono utilizzati per 8 giornate, da 4 ore, al mese, per un totale di 24 mezze giornate nel trimestre. Questa tipologia di impiego è stata pensata sia per prevedere di utilizzare quante più persone possibile sia per non stancare eccessivamente i volontari. In pratica, il lavoro consiste nella pulizia dei margini delle strade, dei marciapiedi, del primo pezzo oltre il guardrail, non disdegnano di raccogliere le cartacce che in tanti si ostinano a lasciare ovunque. Dopo le prime due settimane di attività c’è da rilevare che i ragazzi sono entusiasti di questo “lavoro” e vivono con partecipazione questa esperienza così come ha potuto verificare l’Amministratore Unico dell’ACTA che ha seguito personalmente le prime uscite dei ragazzi. Anche molti potentini hanno accolto con favore l’iniziativa, a Verderuolo alcune signore hanno talmente apprezzato l’impegno dei ragazzi incaricati di provvedere alla pulizia del rione che hanno voluto manifestare il loro gradimento offrendo loro delle merendine, alla fine di via Mazzini un anziano signore accompagnato dalla fi glia ha distribuito delle caramelle ai ragazzi per ricompensarli per l’entusiasmo con cui affrontano questa attività. Questi episodi, raccontatici dall’Amministratore Unico dell’ACTA, sono la prova che si è visto giusto nel proporre il progetto “Lavoro utile” e si ritiene che da noi, nel Sud in generale, in Basilicata ed a Potenza in particolare, c’è la ferma convinzione che la società sia estremamente sensibile alle problematiche dei migranti, da “emarginati” si dà loro la possibilità di approcciarsi, da volontari che non percepiscono alcun compenso, al mondo del lavoro che rappresenta un primo passo per quell’integrazione che li renderebbe veramente “liberi”. Bisogna attendere la conclusione del progetto per verificare se può essere replicato, di sicuro si può affermare che altre istituzioni già pensano di adottare questo tipo di progetto, per il momento registriamo la dichiarazione dell’Amministratore Spera che afferma: “Colgo l’occasione per ringraziare i consiglieri comunali Andretta e Calò che, con grande sensibilità, hanno intuito la possibilità di mettere a frutto le risorse che provengono dall’integrazione sociale. Le Istituzioni, Comune di Potenza nella figura dell’assessore alle politiche sociali Errico, e Regione Basilicata nella figura del responsabile della task force Migranti Simonetti, hanno fatto il resto. Lavorare insieme è sempre motivo di crescita.”