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Cari Contro-Lettori,

“Se loro volano in cielo, io cado

di faccia in terra. E si portassero

pure a me”.

Nel finale di “Pacco, doppio pacco

e contropaccotto” di Nanni Loy, nel

bel mezzo della lunghissima fila di

un concorso napoletano, si inserisce

un gobbo venditore di palloncini,

che lui chiama “volanti”.

Quanto sono belli i volanti”, strilla

agli astanti, stanchi e sudati, salvo

poi raccontare le conseguenze di

un eventuale volo non previsto dei

suoi mezzi di sostentamento.

Ancora una volta la grammatica

cinematografi ca (com’è tradizione

di questo giornale) ci torna utile per

fotografare quella che è una realtà

lucana (evidentemente condivisa

con la Campania, e non solo per la

presenza, alla Regione, del nostro

Generale).

Tante, troppe speranze

sono volate in cielo come

“volanti” (sviluppo,

sanità, trasporti, lavoro),

e troppi Lucani sono

caduti di faccia in terra, e

molti di loro senza potersi

rialzare.

Mentre la Basilicata continua

a perdere pezzi –ospedali in

affanno, strade dissestate, giovani

in partenza –la politica regionale

appare sempre più chiusa nel suo

linguaggio autoreferenziale: report,

piani, “visioni” e comunicati che

rassicurano, ma non convincono.

C’è una distanza sempre più

evidente tra ciò che viene raccontato

e ciò che si vive ogni giorno.

Da un lato, il racconto della

“ripartenza”; dall’altro, la realtà

fatta di rinunce, precarietà e

sfiducia.

Buona lettura.

Walter De Stradis