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di Walter De Stradis

 

 

 

Il suo motto è «Sciam ‘nnand», e lo riferisce anche alla sua strana esperienza al Comune di Avigliano (Pz), che l’ha vista prima nominata, poi estromessa dalla giunta («Ancora oggi non ne conosco i motivi»), e poi subito richiamata in servizio all’Assessorato alla Cultura («grazie al sostegno del nuovo gruppo misto consiliare, “Avigliano 2.0”»). Trentanove anni, con un cognome importante, Angela Maria Salvatore è una figura culturale da tempo in ascesa, essendo –fra le altre cose- anche direttrice della rivista scientifica (“Leukanikà”) del Circolo Culturale “Silvio Spaventa Filippi”, nonché responsabile stampa del prestigioso concorso letterario da questo organizzato, il famoso “Premio Basilicata”.    

d: Come giustifica la sua esistenza?

r: Tramite un constante bisogno di apprendere e di pormi sempre degli obiettivi. Cercando di non sentirmi mai “arrivata”, bensì in costante evoluzione.

d: Togliamoci subito il dente: lei era già molto attiva nel settore culturale quando –un paio di anni e mezzo fa- è entrata in politica ed è stata nominata assessore al comune di Avigliano; tuttavia sui social non mancò chi malignò: “Grazie, è la nipote di Donato Salvatore!”.

r: Rispondo che SONO la nipote di Donato Salvatore, ma che mi sono candidata in una lista civica che si chiama “Avigliano 2020-2025”, per dare un contributo alla mia comunità. La mia candidatura nasce con quel motivo, e non perché sono la “nipote di”. Semplicemente ho ritenuto di aver maturato, nel corso del tempo, una serie di relazioni e di competenze che potevano essere messe a frutto per Avigliano (che aveva bisogno di un rilancio dal punto di vista culturale). La politica per me era un mondo lontano, provenendo in realtà dell’associazionismo.

d: La polemica vecchia come il mondo: “Con la Cultura si mangia o no”?

r: Io penso che si mangi. Cioè, se si riesce davvero a costruire un percorso. Spesso il problema della nostra regione è che si confonde la Cultura con una mera forma di intrattenimento e non come strumento di sviluppo. Ma soprattutto la Cultura aiuta a vivere, a far sì che ci sia una coscienza critica costante.

d: E lei cosa ha fatto di concreto perché queste parole si tramutassero in fatti?

r: Ho cercato di sollecitare la mia comunità, forse anche in maniera “pressante”, con presentazioni di libri; ho cercato di ricongiungere l’Amministrazione alla Scuola, tramite il coinvolgimento degli studenti; ho dato il via a una biblioteca all’interno del Comune, grazie al sostegno della Regione Basilicata, che presto verrà completata in virtù del finanziamento di circa 50mila euro concesso da Bardi. Il Governatore ha da subito colto l’idea: non solo un luogo di consultazione di libri, ma di confronto costruttivo, anche tra generazioni.

d: In questa nuova biblioteca ci andranno a lavorare nuove persone?

r: Io l’ho immaginata anche come uno spazio che possa essere, in futuro, un’occasione di lavoro, favorendo magari la nascita di cooperative, che possano promuovere corsi di lettura ad alta voce, per esempio. Insieme alla “Tommaso Clpas” –che però è della Società Operaia- potrebbe essere il volano di un Polo Bibliotecario della Città. Il mio impegno è rivolto a far sentire i nostri giovani fieri di essere di Avigliano: lì sono nati Silvio Spaventa Filippi, Tommaso Claps, il poeta Antonio Labella. Sì, è la comunità dei giuristi, ma anche di tanti intellettuali, spesso dimenticati dalle nuove generazioni.

d: Mi sembra però che gli Aviglianesi facciano un costante vanto dei loro illustri compaesani, specie quando sono qui a Potenza, anche con una certa “supponenza” (affermano di essere loro “La Capitale”).

r: (Ride) Più che “supponenza” la definirei un giusto sentimento di orgoglio, che dovremmo avere tutti, e che si poggia su quelle figure storiche, ma anche sul fatto che in passato, dal punto di vista politico, siamo stati espressione di grandi personalità. Prenda Vincenzo Verrastro, la cui statua è posta di fronte alla Regione Basilicata. Ma penso anche a Tommaso Morlino…

d: Non c’è un po’ di invidia nei confronti del Capoluogo, a volte? Ricordo un concerto in piazza dei Tiromancino, che dal palco si sbagliarono e dissero “Ciao Potenza!”, rischiando quasi di venire linciati dal pubblico aviglianese!

r: (Ride). Beh, sì, purtroppo c’è questa “usanza”, ma credo che poi si sia superata nel tempo, dato che siamo sempre più vicini al Capoluogo, sia dal puto di vista dei collegamenti, sia in virtù di uno scambio continuo, che c’è.

d: Ha detto che ad Avigliano presentate tanti libri: ma la gente ci viene, se li compra…?

r: Ci sono alcune presentazioni molto riuscite, altre un po’ meno, ma sono fiduciosa sul fatto che quei libri si leggano, dopo acquistati.

d: Lei è la direttrice di una rivista letteraria, legata a un premio letterario: è d’accordo con chi afferma che in Basilicata ci sono più scrittori che lettori?

r: Ho visto un proliferare di scrittori negli ultimi anni e temo che questo sia vero, e cioè che il numero di lettori si restringa sempre più, soprattutto fra quelli che conoscono la cultura lucana e i nostri scrittori. E’ come se la Basilicata venisse ritenuta una realtà che ha poco da esprimere, e non è certo così. E’ come se i nostri scrittori, saggisti e storici, fossero considerati “minoritari” rispetto a quelli di rilievo nazionale.

d: E questo si verifica quando vai in libreria e il saggio dell’autore lucano, che magari tratta di Einstein, lo trovi comunque quasi sempre nella sezione “libri locali”, e non in quella dei “libri scientifici”..

r: Ecco. Noi come Circolo Spaventa Filippi cerchiamo sempre di promuovere gli autori lucani.

d: E qui arrivano le dolenti note. A Potenza, in particolare, spesso si parla di circoli culturali un po’ “chiusi”, dove vengono invitati sempre gli stessi, i premi sono un po’ troppo “esterofili”, con poca attenzione alle risorse locali, specie quelle giovani. Anch’io, sono sincero, a volte ho pensato questa cosa, anche in riferimento al Premio Basilicata, che è comunque un prestigioso premio nazionale, con personaggi nazionali…

r: …no, non credo sia così. Il fatto che sia un Premio di rilievo nazionale, che ha una giuria nazionale, totalmente indipendente dai componenti del Circolo, è chiaro che porti a pensare che gli autori premiati -nella narrativa e nella saggistica storica- siano delle figure eminenti del panorama culturale italiano. Tuttavia, ci sono anche delle sezioni specifiche PER la Basilicata, come la saggistica storica lucana, il Premio “Città di Potenza”, destinato a giovani ricercatori che altrimenti sarebbero poco conosciuti. Credo sia uno spazio importante.

d: Più in generale, crede che la Cultura in Basilicata sia meritocratica?

r: SPERO che lo sia. Almeno, io mi adopero per questo, e per ciò che ho potuto vedere con la mia esperienza nel Premio Basilicata (in riferimento alle figure chiamate a valutare), i metodi utilizzati sono meritocratici e obiettivi.

d: A Potenza ci sono state delle polemiche per il mancato Concerto di Capodanno in Centro, però neanche ad Avigliano c’è stato…

r: No, non c’è stato. Parlo da amministratrice alle prime armi e che non ha mai frequentato un partito politico: dal nostro lato, il primo problema col quale ci si scontra è sempre quello delle risorse economiche. L’anno scorso tentammo di fare un Capodanno in piazza Gianturco, mettendo in campo anche investimenti personali, ma le restrizioni Covid non lo resero possibile. Ma i propulsori di queste attività sono le associazioni.

d: Qui a Potenza la polemica è stata anche questa: si potevano coinvolgere associazioni che magari l’avrebbero fatto gratis.

r: Noi le abbiamo coinvolte, abbiamo fatto un cartellone di eventi natalizi, ma da nessuna di loro è arrivato un input per fare un concerto di Capodanno. Tante proposte, ma nessuna di quel tipo.

d: Lei oggi è assessore alla Cultura al Comune di Avigliano, ma se fra dieci anni ricoprisse questo ruolo –chessò- alla Regione…?

r: Innanzitutto penso proprio che bisognerebbe ripristinare l’Assessorato alla Cultura alla Regione Basilicata. Da operatrice del Circolo mi sono resa conto che quando l’assessore c’era, l’interlocuzione era più semplice e più veloce. A mio avviso, andrebbe fatto un migliore e maggiore coordinamento con tutti gli operatori del settore artistico-culturale, andando a rintracciare le specificità territoriali e turistiche, mettendole a sistema in un meccanismo di promozione e conoscenza più ampio. Spesso siamo noi Lucani per primi a non conoscere le nostre cose. Immagino da sempre una “mappatura” dei gruppi musicali, degli artisti sul territorio, ma anche e soprattutto un “database” -per mantenere un rapporto più stretto, con scambi di proposte- circa le nostre eccellenze che vivono al di fuori della Basilicata.  

d: Matera 2019: occasione colta in pieno no?

r: Colta in pieno, per Matera. Lo meritava, ma è rimasta relegata lì. Non si è costruito nulla attorno a un evento che riguardava TUTTA la Basilicata.

d: Se potesse prendere Bardi sottobraccio, cosa gli direbbe?

r: Come già ho avuto modo di verificare da vicino, di continuare a investire sul mondo Culturale (come nel caso della recente candidatura Unesco della Via Appia). Inoltre, visto che attualmente la delega alla Cultura è sua, gli chiederei di continuare ad ascoltare gli operatori del settore. Ho notato che lui ascolta molto, è silenzioso, ma operativo.

d: Dicevamo che lei è di Avigliano, città di giuristi: cosa "condannerebbe" senza appello?

r: Il fatto che la “meritocrazia” qui in Basilicata sia soltanto un termine di cui si è abusato. Ciò ha provocato un vero “dissanguamento” di risorse. Lo vedo nella mia comunità: spesso mi viene in mente di chiamare qualche professionista per un incarico, ma poi mi ricordo che non abita più qui.