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di Walter De Stradis

 

 

 

Sono ancora giovani, ma da vent’anni ormai hanno deciso di rimanere in Basilicata (pur avendo avuto proposte di “trasferimento” fuori regione), nonché di investire su se stessi, sulla collaborazione con altri noti artisti lucani (come il cabarettista Dino Paradiso e l'attore regista Rocco Papaleo), e soprattutto di comunicare le problematiche (ma anche le gioie) della loro terra con un mezzo poco comune, la musica reggae.

I bernaldesi Manuel Brando (al secolo Manuel Tataranno) e Big Simon (Simone Cammisa, fresco anche di un cd solista che ospita grandi artisti giamaicani), sono i frontmen (le voci) di uno dei pochi gruppi musicali conosciuti e apprezzati anche fuori regione, i Krikka Reggae.

D: Iniziamo con una domanda antipatica, ma che serve a tracciare dei contorni: voi nella vita fate solo questo?

R: Manuel: Sì. Il nostro è un lavoro che riguarda tutto ciò che è intorno alla musica, infatti siamo anche produttori e organizzatori di eventi. E’ una delle nostre “mission” fare ciò in cui crediamo “in loco”, e non magari a Milano, Roma…

Ma “Lei”, la Basilicata, vi ha ricambiato finora? Si può vivere di musica in Basilicata?

R: Manuel: Io intanto farei un distinguo: c’è il “popolo” lucano (che è la “conditio sine qua non” e che ci ha sempre supportato, basti vedere le piazze gremite ai nostri concerti)…e poi ci sono le istituzioni. Queste ultime hanno sempre risposto “a intermittenza”, ovvero senza una “visione” costante di quella che può essere la musica lucana in generale, che C’E’, è viva, vegeta e produce tante cose belle. Infatti la musica è anche un “prodotto” con delle potenzialità di promozione territoriale…

R: Simone: A differenza del “peperone crusco”, ad esempio, non c’è stata una vera volontà di sostenere i prodotti musicali e culturali.

D:Tuttavia a Potenza, città che ospita il “palazzo” della Regione, non manca chi sostiene che fra i gruppi che abbiano maggiormente beneficiato dei contributi pubblici vi siano proprio i Krikka Reggae.

R: Manuel: Questa cosa mi fa sorridere. I fondi erogati sono pubblici e chiunque può verificare: quando la nostra associazione culturale ha ricevuto quei sostegni, lo ha fatto partecipando a dei bandi pubblici (o meglio, l’unico bando regionale, quello dello spettacolo), accessibili a chiunque. Non ci sono mai state “corsie preferenziali” e tenga conto che qui parliamo di musica come professione, il che comporta concetti e impegni piuttosto seri, giornate Enpals, contributi versati…

D:Ricordo il video dell’inno “Lukania”.

R: Manuel: Esatto, quella fu un’operazione proprio di tipo “turistico”. E l’Apt, all’epoca guidata da Gianpiero Perri (se non erro), fu premiata alla Bit di Milano proprio per l’idea di promozione del territorio effettuata attraverso quella nostra canzone.

D:Il concetto, mi pare di capire, è che la politica regionale comunque sfrutta poco i gruppi lucani (soprattutto quelli conosciuti anche fuori regione), e la loro musica, come mezzo di promozione della Basilicata.

R: Manuel: Certamente sì. Abbiamo un esempio lampante qui vicino: i nostri cugini pugliesi, che hanno fatto della musica locale un grande strumento di promozione, arrivando poi a essere i numeri uno in fatto di presenze turistiche. L’investimento fatto da quelle parti –che tuttora continua- ha consentito ai gruppi musicali di fare il loro lavoro, garantendo però agli artisti tutto un sistema di promozione, notizie, uffici stampa, atto a diffondere la loro musica nel resto dell’Italia. Un volano di promozione turistica della regione.

R: Simone: Lì c’è stato tutto il lavoro di “Puglia Sounds”.

D:Quindi in Basilicata ci vorrebbe una “Music Film Commission”? O sarebbe un altro carrozzone?

R: Manuel: Beh, se dev’essere un “poltronificio”, meglio di no, ma per renderla funzionale basterebbe, come dicevo, seguire le buone pratiche fatte da altri, senza doversi inventare nulla.

R: Simone: E in Basilicata ci sarebbe terreno fertile, perché qui da noi le realtà musicali sono tantissime, ma avrebbero solo bisogno di sostegno, anche a favore del territorio.

R: Manuel: Pensi che produttori di dischi e di spettacoli di altre regioni vanno in Puglia perché c’è la possibilità, attraverso i sostegni pubblici, di produrre nuovi lavori con artisti del posto. E’ un discorso che conviene a tutti.

D:Tuttavia, uno lettore di Milano, leggendo queste righe potrebbe chiedersi: scusate, ma voi non siete lucani, di Bernalda, a pochi chilometri da Matera, Capitale della “CULTURA” 2019??? Come mai tutti questi problemi?

R: Manuel: Eh! Ce lo chiediamo anche noi (sorride). Non siamo politici e non ci sappiamo dare una risposta. Per lavoro seguo gli aspetti istituzionali, e so bene che nel 2020, l’anno successivo al grande evento materano, e con tutta la Pandemia in corso, la Regione Basilicata –unica in Italia- non ha dato alcun ristoro alle associazioni culturali e ai musicisti. Pensi che il primo bilancio del 2020 (fortunatamente poi le cose sono un pochino cambiate) per la Cultura aveva previsto “Zero”, e in effetti era una cosa che strideva con la regione della Capitale della Cultura.

D:Se ci riferiamo alle ultimissime, per la prima volta la Regione non ha partecipato alla Fiera de Libro di Torino, e la consigliera regionale con delega alla cultura, ha restituito il mandato al governatore Bardi, proprio a causa dell’irrisorietà dei soldi destinati al settore.

R: Manuel: Temo ci sia la convinzione che del contributo alla Cultura ne beneficia soltanto il destinatario; mentre per ogni euro speso per il settore – e i numeri di Matera 2019 ce lo confermano- se ne sviluppano venti per l’indotto (servizi, alberghi, ristoranti, etc).

R: Simone: Questa cosa o non si è capita, o non si vuole capire.

D:A proposito di Bernalda, il presidente Bardi ha reso noto di aver scritto a Francis Ford Coppola, originario di questo paese, per organizzare una mostra sui 50 anni de “Il Padrino”. Non si annuncia dunque un importante evento, ma solo l’aver scritto una lettera in merito. Un (triste) segno dei tempi?

R: Simone: Questa mi mancava. Ma Coppola gli ha risposto? (risate)

R: Manuel: (sorride) Dài, prendiamo per buono l’impegno, anche se questa mostra –che si vuol fare a Natale- arriverebbe comunque in ritardo per l’anniversario. Io dico però un’altra cosa: Coppola ha una proprietà-residenza qui da ormai dieci/quindici anni, ed è cittadino onorario di Benalda dagli anni Ottanta…

D:Quindi questa “parentela” con Coppola si poteva “sfruttare” meglio?

R: Manuel: Esattamente! Con l’attore Michele Russo, il vero “collante” di tutta la faccenda, c’erano in ballo tutta una serie di progetti, che sono rimasti sulla carta. La “presenza” di Coppola a Bernalda è una miniera d’oro culturale non sfruttata: da dieci anni a questa parte c’è stato un sensibile aumento turistico, con pullman pieni di gente che vogliono vedere la sua residenza.

D:Tra l’altro la figlia Sofia, stimatissima regista anche lei, si è sposata qui.

R: Simone: E io al matrimonio ci sono andato! La zia di mia nonna è la sorella del papà di Francis, insomma, “d’ l’ Copp’l”, come si dice qui. Non so a quale grado gliene vengo parente, ma mi arrivò una telefonata per partecipare a quel matrimonio così riservato.

D:E non ha chiesto a Coppola di musicare un suo film?

R: Simone: (Ride) Non mi sembrava il caso, mi sono fatto una foto e cose così.

Da quando c’è Coppola, a Bernalda il turismo è aumentato… e da quando ci sono i Krikka Reggae? (Io ho spesso presenziato alla “Reunion” estiva che fate a Mataponto, ospitando ogni anno decine di artisti reggae nazionali e non, e ho sempre visto un gran numero di gente…)

R: Manuel: Sì, siamo arrivati alla diciassettesima edizione, ma tenga conto che il “Metaponto Beach Festival” non riguarda solo la musica. Anche da prima dei Krikka, facevamo serate con migliaia di persone giù in spiaggia, già ai tempi del “Brigante Sound”.

D:La politica ha mai cercato di “veicolarvi”. Vi hanno mai chiesto di candidarvi?

R: Manuel: E’ pure successo, ma non ci interessa.

R: Simone: Per scelta non ci schieriamo.

R: Manuel: Facciamo politica con la musica.

D:Infatti avete fatto canzoni sul petrolio, sul nucleare…avete mai fatto incazzare nessuno?

R: Manuel: A Potenza abbiamo fatto arrabbiare Guarente. Quando ci fu il suo ballottaggio con Tramutoli (e fu una delle poche volte che abbiamo preso posizione), per indole meridionalista (c’era di mezzo comunque la Lega, eh), in un concerto cambiammo le strofe di “Lukania”, cantando “io vivo in Lucania che non è la Padania…per chi non la conosce e l’ha sempre denigrata” (la cantano assieme– ndr).

R: D:E come sapete che Guarente si è arrabbiato?

Manuel: Beh, ci arrivarono diversi messaggi sui social, in tanti ci attaccarono...Tanti invece ci dissero grazie.

D:Se poteste prendere Bardi sottobraccio, cosa gli direste?

R: Simone: <<MA TU, D' DOV' SI???>>.

R: Manuel: Detto questo (risate), gli ricorderei delle belle energie culturali, teatrali e musicali presenti in Basilicata, che HANNO bisogno di un sostegno, spiegandogli che si tratta di un sostegno che ritorna TUTTO indietro. Non si tratta di soldi di dare a qualche “privilegiato"; bensì, come dicevamo, di un investimento economico che dà risultati veri.

D:Un grande festival della Basilicata, tipo “Notte della Taranta”, secondo voi è possibile o piuttosto –come hanno sostenuto alcuni vostri colleghi- ci si scontrerebbe con le solite velleità campanilistiche? Oltre a questo, c’è chi sostiene che mancano le strade, gli alberghi…

R: Simone: Almeno, dovremmo iniziare a pensarci.

R: Manuel: Più che farlo in Basilicata, io lo immaginerei come un festival itinerante, in grandi città italiane, col supporto della Regione Basilicata, per portare il marchio culturale lucano in giro per l’Italia. Per dimostrare che qui C’E’ vita. Ciò che ci manca è proprio questo: farci conoscere. A pochi anni dalla fine di Matera 2019, a parte Matera stessa, si nota che l’attenzione sul resto della regione già sta scemando. La Fondazione, "Matera-BASILICATA" con la sua esperienza e il suo prestigio, andrebbe oggi messa a disposizione di tutti i comuni lucani e delle loro risorse turistiche, che ci sono eccome.