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Cari Contro-Lettori,

è interessante andare a rileggersi quanto riferiva, a fine marzo scorso, il presidente Angelo Festa nella relazione annuale dell’Associazione Antiracket e Antiusura FAMIGLIA E SUSSIDIARIETÀ APS, che ha sede in Matera.

«In questo lungo periodo di pandemia, la crisi economica e sociale sta sgretolando la nostra economia e l’usura trova un terreno fertile offrendo alle famiglie e alle imprese un sostegno attivo criminale e usuraio. La Basilicata certamente non è immune da tale piaga, lo sappiamo benissimo, ma è un fenomeno sommerso per ovvi e molti motivi. Le vittime dell’usura non denunciano perché molto spesso si sentono colpevoli della loro situazione e perché domina l’idea che chi presta i soldi è un tuo amico, pronto a sostenerti e vi è quindi una certa riconoscenza. Occorre, quindi, che lo Stato sia più presente e agevoli la denuncia. (…)

Secondo la Cgia di Mestre in Basilicata sono a rischio usura 1429 imprese. Si tratta di società non finanziarie e famiglie produttrici che sono state segnalate come insolventi dagli intermediari finanziari alla Centrale dei Rischi della Banca d’Italia. Queste aziende non potendo beneficiare di liquidità, rischiano di chiudere o di scivolare tra le braccia degli usurai.

Secondo gli ultimi dati pubblicati da Eurispes a causa della pandemia un terzo degli italiani (33,3%) è dovuto ricorrere al sostegno economico della famiglia di origine per far fronte alle difficoltà economiche. Si affianca a questo dato il 12,4% di chi è stato costretto a tornare a vivere nella casa della famiglia di origine. Nel 14,9% dei casi un aiuto finanziario è arrivato da amici, colleghi o altri parenti (-0,2% rispetto al 2019). Pur di lavorare molti accettano impieghi senza contratto (21,5%) o svolgono più lavori contemporaneamente (23,9%). Almeno un italiano su dieci (11,9%) è caduto nelle maglie dell’usura non potendo accedere al credito bancario (erano il 7,8% nel 2018 e il 10,1% nel 2019)».

Una ventina di giorni dopo ha poi fatto tappa a Potenza il tavolo di confronto sulle tematiche dell’usura e del sovraindebitamento promosso da Adiconsum, Associazione Regionale Antiusura, Famiglie Fuori Gioco, Adoc e Ambulatorio Antiusura.

«Sono molte le famiglie –ha dichiarato in merito la Consigliera Regionale Dina Sileo - che, alle prese con il perdurare della crisi economica e la difficoltà di accesso al credito, sono esposte al rischio di cadere vittime della criminalità. Di fronte all’emergere di nuove povertà e all’avanzata di un fenomeno di allarme sociale, le Istituzioni non possono restare sorde. La Regione Basilicata si è dotata di una legge regionale, la numero 21 del 2015, per la prevenzione e la lotta ai fenomeni dell'usura e dell'estorsione. Duole registrare che l’intervento normativo NON HA TROVATO APPLICAZIONE (il maiuscolo è nostro – ndr), a testimonianza che il ruolo delle Istituzioni non si esaurisce con l’approvazione di norme, atto pure fondamentale, se queste non hanno capacità migliorativa della qualità della vita dei cittadini. È necessario che la norma trovi applicazione e si valutino dei correttivi. Dal confronto tenutosi, e per il quale ringrazio le associazioni che se ne sono fatte promotrici, è emersa infatti l’esigenza di aggiornare la normativa vigente e inserire tra i beneficiari degli interventi anche le famiglie, ora escluse sia dalla norma nazionale che da quella regionale, e creare una maggiore sinergia fra le Istituzioni, i soggetti coinvolti nella prevenzione dell’usura e il sistema bancario».

C’è poco da aggiungere, una volta tanto.

Se non forse che dai discorsi succitati emerge con forza un fatto serio: in Basilicata esistono i “cravattari”, che sono per l’appunto gli usurai, quelli che prestano soldi “alla strozza” e che pare dunque prosperino come porci nel fango; i “cravattati”, vale a dire i cittadini vittime dell’usura; e infine gli “incravattati” ovvero i politici locali che (come al solito) non fanno una beneamata fava per risolvere il problema. Questo, come tanti altri. Poiché, si sa, troppe sono le energie necessarie a computare algebricamente il corretto rapporto culi-sedie. E la maggioranza regionale ultimamente, calcolatrice Casio alla mano, si è dedicata solo a questo.

Troppa fatica.

Walter De Stradis