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di Antonella Sabia

 

 

 

I mercatini dell’usato in Centro Storico sono stati più volte oggetto di critiche, un argomento divisivo tra quei cittadini che apprezzano le proposte degli espositori e quanti invece credono che possano in qualche modo ledere l’immagine della principale via cittadina. Da qualche tempo, l’usuale e caratteristico mercatino mensile dell’usato e del baratto è stato spostato per svariati motivi dal Centro alla periferia (Via Milano), ed è stato oggetto di una petizione (che richiede «che detta manifestazione si svolga esclusivamente nel Centro Storico» e di comprendere «come sia stato possibile portare a via Milano, rimaneggiare vistosamente e non pubblicizzare sul sito eventi del Comune e sulla stampa locale, come avveniva in passato») presentata dall’Associazione di Via del Centro Storico “La Potenza del Centro”. Abbiamo rivolto qualche domanda al suo segretario, Giovanni De Marco (dopo aver chiesto alcune informazioni anche a Paolo Paladino, presidente dell’associazione materana che si interessava anche al mercatino di Potenza).

d: È stata inoltrata il 30 marzo, quale riscontro ha avuto questa petizione?

r: Siamo stati invitati due volte in IV Commissione dal presidente Michele Beneventi: la prima per ascoltare le ragioni che hanno animato l’estensore della petizione, la seconda per ascoltare gli espositori che organizzano la manifestazione. Facendo qualche passo indietro, il mercatino nasce nel 1997, all’interno di un documento programmatico di proposte che l’allora assessorato alle attività produttive aveva sottoscritto per il “rilancio economico del Centro Storico” (nel riquadro). Per molti anni, quasi una ventina, lo si è continuato a fare in Centro, e qualora Piazza Mario Pagano fosse impegnata, c’era la possibilità di spostare la manifestazione a Piazza Sedile, davanti la Banca d’Italia; in alternativa a Largo Pignatari o Piazza Isabelli, zone che affacciano su Via Pretoria, in modo tale che anche i meno informati avrebbero avuto la possibilità di passarci e vederlo.

d: Come mai si è pensato di spostarlo in un rione distante dal Centro?

r: La nuova amministrazione ha ritenuto di dover contattare anche un’altra associazione proveniente da Foggia che organizza tanti mercatini di questo tipo e che avrebbe dovuto coesistere con quella che già organizzava l’evento da tempo. Si è quindi palesata la necessità di dividere gli spazi di Piazza Prefettura, che nel frattempo, con la concessione del suolo pubblico a bar e attività ristorative della piazza, erano ulteriormente diminuiti. Pertanto, quelli dell’Associazione che da 5-6 organizzavano i mercatini in città hanno preferito declinare l’offerta e spostarsi dal Centro, perché si sa che queste manifestazioni, inoltre, necessitano di tanti permessi, e relative responsabilità (va detto comunque che come cittadini siamo ben lieti di ospitare anche altre associazioni, considerato che in un mese ci sono diversi weekend a disposizione).

d: L’incontro che ha coinvolto gli espositori come è andato?

r: Nel frattempo, per mere questioni di logistica, è stata costituita una nuova associazione con i vecchi iscritti (denominata “Eventi Lucani”), che ha richiesto la possibilità operare nuovamente in Piazza Mario Pagano, e pare che il 7 e 8 maggio prossimi il Mercatino dell’usato tornerà a farsi lì (recuperando una manifestazione che non si è potuta fare per la presenza della pista da pattinaggio). Per il futuro? Almeno per un anno e mezzo, salvo imprevisti, il mercatino dovrebbe continuare a tenersi sempre in Piazza Mario Pagano, conciliando le esigenze delle varie associazioni che in passato operavano in Centro.

d: Secondo lei questo tipo di eventi contribuisce invece alla vitalità del centro storico?

r: Certamente, per quanto mi riguarda, negli oltre 26 anni di queste manifestazioni, i migliori libri sulla storia locale li ho comprati al mercatino. Lo so che a molti non interessa, ma conosco gli espositori e spesso si trovano oggetti meritevoli di essere acquistati. Sono innamorato della comunità nel quale vivo, ma purtroppo dobbiamo dire che Potenza come “piazza” non è delle migliori in assoluto sul piano turistico, poiché richiederebbe visitatori nuovi ogni volta che c’è una manifestazione (considerata la proverbiale “assuefazione” dei residenti). Bisogna dire che non siamo una comunità particolarmente collaborativa, ma questo richiederebbe una riflessione su tanti temi che riguardano non solo il centro storico, ma la città in genere. Possiamo parlare del trasporto pubblico su gomma, ma anche degli impianti meccanizzati di collegamento con la periferia, completamente stravolto rispetto al suo progetto: questo qui al “Due Torri” che si ferma a via Mazzini, quello che dovremmo fare a via Cavour che comunque non arriverebbe al Campus Universitario, sono scelte che si fanno “a mezza cottura” e spesso si rivelano mai produttive. Queste non sono lagnanze, sono esclusivamente riflessioni su come va avanti questa città.

d: Lei vive e lavora in Centro, cosa servirebbe per il rilancio del centro storico?

r: Solo riflettere su quello che è accaduto fino ad oggi. Faccio un esempio: quando leggo sui giornali che l’UNIBAS intende realizzare il fabbricato per l’Università di Medicina nella parte del campus che guarda verso le carceri, mi vengono i brividi., Abbiamo inoltre dislocato le ASL in zone diverse e lontane tra loro, al Madre Teresa poi trovare parcheggio è veramente difficile.