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Cari Contro-Lettori,

come sanno anche le pietre nella Città dei Sassi, risale a trent’anni fa l’indimenticata visita in quel di Matera di uno dei papi più amati, Giovanni Paolo II.

La foto del mitico Enzo Bianchi ritrae tutto il parterre politico, amministrativo e religioso presente all’evento (incluso un Emilio Colombo, vicinissimo al Pontefice, che pare quasi corrucciato per essere stato messo “in ombra”): nondimeno, non essendo stati presenti all’evento (che ci vedeva adolescenti), possiamo solo immaginare tutto il campionario di promesse, propositi, progetti e anche annunciazioni, circa lo sviluppo di Matera e della Basilicata tutta, sciorinato per l’occasione. Ovviamente, è altrettanto lecito supporre che i propositi “miracolistici” non provenissero dal buon Wojtyla, quanto dalla nutrita rappresentanza politica lì convenuta in massa.

A fronte di questo rispolvero religioso, fa un po’ specie dunque leggere il piglio scaramantico adottato dal consigliere Quarto, nell’annunciare (senza sbattito d’ali) che «Facendo gli opportuni scongiuri, sembra proprio che i tempi siano maturi per porre fine alla annosa vicenda riguardante la ferrovia a Matera. Parliamo ovviamente di un lieto fine. Centocinquanta anni di storie e di attesa vana sembrano veramente appartenere al passato, un passato caratterizzato da tante inutili e datate promesse appartenente a illustri personaggi della storia politica italiana, a partire da Zanardelli per concludere il tragitto, in tempi più recenti con Antonio Di Pietro». In occasione della visita del Papa del 1991, si era dunque parlato anche della ferrovia a Matera? Certamente sì. Ed ecco che il consigliere regionale di FdI aggiunge: «Adesso siamo certi la tratta ferroviaria Ferrandina –Matera verrà realizzata, ci sono ben 365 milioni che renderanno esecutivo il tanto atteso progetto. Al cittadino materano, permettetemi, interessa ben poco a chi attribuire i meriti politici del raggiunto risultato.  Infatti le reiterate polemiche da prime donne di questi giorni lasciano il tempo che trovano, non servono a nulla». Tant’è vero –sia detto per inciso- che colui che si chiama Quarto si prodiga per essere il Primo in questa “annunciazione”.

La buona novella quartiana («bene hanno fatto le parti sociali, i sindacati in particolare Cgil, Cisl e Uil ha lanciare una petizione rivolta al Presidente Bardi e a tutti i componenti del Consiglio regionale») stride tuttavia un tantinello con le dichiarazioni, rilasciateci a pranzo, dal consigliere neo-Pd (già candidato sindaco), Professor Schiuma, a detta del quale, per dirne una, sugli esiti generali di Matera 2019 «andrebbe fatta una seria valutazione sulle “opportunità mancate”, e ci sono state, ma finora non è accaduto. (…) Non si sono costruite progettualità circa sviluppi virtuosi nel lungo periodo, occorreva una governance più forte (…) Pertanto, se vista da un certo lato, Matera 2019 è stata fallimentare, pur avendo prodotto delle esternalità positive».

Insomma, se da un lato arrivano buone notizie sulla ferrovia materana, dall’altro ci si comincia a rendere conto (già da un po’, per la verità), che il “treno” di Matera 2019 è passato senza lasciare grosse tracce (se si escludono le ricadute turistiche).

Si spera che certi errori non si ripetano al passaggio di un altro convoglio epocale: l’Orient Express del Pnnr. E ci si augura di non dover poi chiamare Poirot…

Walter De Stradis